lunedì 11 luglio 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA TEORIA DEL CAOS E I SUOI DERIVATI 

Tutta colpa del barattolo, Luca Tortolini, Maria Gabriella Gasparri 
Sinnos 2022 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Era un giorno come tanti e mi annoiavo un po’. Me ne andavo in cerca di qualcosa da fare quando ho visto un barattolo. Era tondo, lucido e perfetto. Ho preso un po’ di rincorsa e SBANG! 
Il barattolo è volato via e ha preso il lampione: SBUUUMM! Dal cassonetto sotto il lampione è schizzato fuori un topo. Dal davanzale della finestra di fronte è partito un gatto..."


Neanche a dirlo, gatto e topo sono sfrecciati davanti al cane dei vicini che ha cominciato a inseguirli. Allora si sono infilati nella stalla dei Roses e, avendo sfondato la parete di legno, hanno permesso all'intera mandria di bufali di correre nei prati, finalmente libera. 
All'inseguimento ci si sono messi i guardiani a cavallo e la bambina, quella del barattolo. 


Così, topo, gatto, cane, bufali, cavalli, bambina, tutti correndo galoppando, scappando e inseguendo, sono entrati in città. E dopo averla messa a soqquadro, ne sono usciti e il topo, che guidava il gruppo all'inseguimento, essendo lui il primo della lista, ha pensato bene di dirigersi verso la diga. 
E sul parapetto, presumibilmente esausto, finalmente si è fermato e ha guardato tutti quelli, ed erano tanti - di sicuro troppi, che lo inseguivano e ora erano ammassati contro quel parapetto... 
 
Alan Turing lo teorizzò nel Cinquanta, a proposito dello spostamento di un elettrone; poi ancora Edward Lorenz nel 1962 costruì un modello matematico su quello che poi è diventato il c.d. 'effetto farfalla', termine che forse a Lorenz venne in mente, ispirandosi a un racconto di Ray Bradbury. A Sound of Thunder è del 1952 e racconta di un turista nel tempo che, pestando inavvertitamente le ali di una farfalla, genera una sequenza crescente di sciagure per l'intera umanità.
'L'effetto farfalla' è qualcosa di analogo all'effetto domino, o alla reazione a catena, ma con esiti che arrivano sempre a essere macroscopicamente più grandi, ossia che prevedono una crescita esponenziale della portata dei vari eventi che si susseguono. Non è una differenza da poco. 
Le tessere di un domino messe in piedi a poca distanza le une dalle altre, cadranno una dopo l'altra creando un bell'effetto visivo, ma non molto di più. Mentre se il battito delle ali di una farfalla in Brasile potrebbe - secondo quel modello matematico di Lorenz - generare un tornado in Texas, dopo aver fatto il giro del globo, l'impatto nel nostro immaginario è ben più significativo. 


Ed è triste ammetterlo, anche molto più divertente. Anzi comico. 
In letteratura, come nella settima arte, questa questione è stata ampiamente raccontata. 
Al principio, in particolare il crescendo dal minuscolo al grande, fino a raggiungere la catastrofe, è stato più volte 'messo in scena' con esiti anche di altissimo valore. 
Ma dopo poco anche il lato comico trova una sua strada narrativa e visiva. Tra il serissimo elettrone di Turing e la leggendaria farfalla di Lorenz, ossia tra il 1950 e il 1962 si insinua un libro geniale. 
Un grandissimo autore e illustratore, esattamente nel 1957 pubblica The Day the Cow sneezed. Lui è James Flora, un gigante.


Il suo esilarante libro scritto e illustrato magnificamente arriva, lento ma inesorabile, anche in Italia nel 2011 con il titolo: Il giorno in cui la mucca starnutì
Sulla scia di tutti questi eventi, a distanza di altri undici anni, quindi dopo 65 anni da Flora arriva il libro scritto da Luca Tortolini e illustrato da Maria Gabriella Gasparri. 
Viene da pensare che il tema non abbia perso il suo appeal nel corso del tempo. 
E per di più che anche lo stesso libro di Flora abbia giustamente fatto scuola. 
Se li si mette vicini, la cosa che colpisce a prima vista è il tipo di disegno, ma ancora di più la scelta della palette cromatica. 
Flora ha l'esigenza di selezionare solo pochi colori, per le pagine che si alternano a quelle in bianco e nero. E' costretto a farlo per motivi di risparmio in fase di stampa (quasi tutti i libri pubblicati nel Dopoguerra si distinguono per questa caratteristica: il grande foglio di stampa ha i colori solo su un lato, mentre l'altro è in bianco e nero, circostanza che nella fascicolazione provoca l'alternanza tra colore e b/n) e così ne sceglie tre, oltre al nero: rosa arancio e verde. 
Stessa scelta, forse in chiave filologica o forse per sensibilità, la fa Maria Gabriella Gasparri che sostituisce al verde l'azzurro, ma lascia rosa e arancio sostanzialmente invariati.


Come fa Flora, anche lei si diverte a distorcere, anche se con maggiore timidezza, i profili dei personaggi e soprattutto usa la doppia pagina per spargerli ovunque in quella loro folle corsa verso il finale, senza tenere troppo in conto l'alto e il basso, il diritto e il capovolto: lo chiamerei effetto centrifuga. Molto giusto. 
Raggiungere l'effetto pirotecnico delle tavole di Flora, modernissime con i fondi neri, oppure giocare sull'appiattimento delle forme come fa Flora è arduo. Tuttavia saper riconoscere il valore di libri del genere e farne tesoro è di nuovo molto giusto. 

Anche per quel che riguarda il testo, arrivare alla quota di Flora non è impresa facile. Sebbene il titolo sia un po' meno evocativo, e sebbene la catena di eventi che mette in sequenza Luca Tortolini sia più corta e meno fantasmagorica rispetto a quella di Flora, tuttavia in alcuni punti i due testi si toccano: alcuni personaggi - topi e gatti che sono ideali per gli inseguimenti; e in qualche modo anche il contesto, ossia la fattoria di partenza e la città. 


Ma è soprattutto è nel nocciolo della questione che entrambi raggiungono il medesimo effetto: essere maledettamente comici. 
Diversi, invece, i due finali, su cui è d'obbligo tacere. 

Carla

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