lunedì 26 settembre 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LA MAGNIFICA VERTIGINE

Bianca, Paul De Moor & Kaatje Vermeire (trad. Joy Jansen) 
Kite Edizioni 2022 


ALBI ILLUSTRATI PER MEDI (dagli 8 anni)

"Da qualche parte c'è una grande terra bianca. 
Quella terra è circondata da un grande bianco mare. 
Tutti gli animali nella vasta terra bianca sono bianchi. 
Piccoli animali bianchi e grandi animali bianchi. 
La pioggia nella vasta terra bianca è bianca, ma la neve non lo è. 
C'è una grande casa bianca nella grande terra bianca." 

Al suo interno ci vive una bambina, Bianca (con sua sorella Alma). Nel giardino della casa crescono alberi bianchi e fiori bianchi. Le pareti sono bianche, così come sono bianchi i piatti, il tavolo e anche le mele e le pere. Persino le banane. 
La sua stanza, le sue bambole, il suo letto e il suo piumino: bianco. 
La cosa meravigliosa che accade è che nella sua finestra appare un grande quadro dove si vede una grande casa bianca... 
E anche quando sta per addormentarsi Bianca conta pecore bianche e quando prende sonno persino i suoi sogni sono bianchi: una grande terra bianca, circondata da un grande mare bianco dove abitano animali bianchi, piccoli e grandi. 
La pioggia è bianca, ma la neve no... 

Il testo che Paul De Moor ha scritto, quando un giorno davanti a un paesaggio innevato si è reso conto che la neve non era bianca, ma conteneva in sé molti altri colori, è tante cose diverse allo stesso tempo. 
Prima di tutto si tratta di un testo ipnotico, dove per più di novanta volte compare la parola bianco, il colore che tutto contiene, nelle sue diverse declinazioni - al maschile al femminile al singolare al plurale. Poi può essere definito un testo che ha le sembianze di una spirale, ovvero dimostra di avere un andamento 'circolare', pur avendo l'ardire di non ripassare mai per gli stessi punti esatti, ripercorrendo lo stesso perimetro, ma sempre con un leggero scarto rispetto alle volte precedenti. 
E ancora. Un testo che ha - in apparenza - la struttura di una matriosca, ossia dentro di sé contiene tante piccole riproduzioni di sé stesso. 


O forse sarebbe più corretto assimilarlo a un gioco di specchi che hanno la capacità di moltiplicare una immagine all'infinito? 
Di certo questa costruzione narrativa, che ha il tono di una poesia, dimostra da una parte di essere molto originale, ma dall'altra di essere altrettanto complessa. In assenza di scosse ed emozioni.
Un loop che ruota intorno al bianco. 
Non lo si può definire un testo costruito sull'immediatezza; al contrario le successive letture che richiede sembrano lì apposta per creare una sorta di magnifica vertigine. 
Un carattere che appare evidente, in questo suo continuo ripetersi ed evolversi (in una inspiegabile assenza di contraddizione interna!), è la grande fluidità che offre ai propri lettori. 
Ciascuno di loro, infatti, è all'entrata di un percorso labirintico ed è quindi chiamato a trovare un proprio bandolo di interpretazione, un vero e proprio 'filo di Arianna' per uscirne sano e salvo. E appagato. 
Diciamo che tutti i libri che meritano un bel po' di testa per essere capiti, così come tutti i libri che permettono al lettore di intraprendere un proprio percorso interpretativo personale, ecco i libri così di solito sono buoni libri. 
Anche se magari non si adattano a tutte le stagioni. 
E questa è forse una delle ragioni per cui Bianca di Paul De Moor ha trovato come illustratrice, non una qualsiasi, ma un'artista piena di talento, di coraggio e di immaginazione. 
Kaatje Vermeire, a parte la stima e l'amicizia che la lega a De Moor, ha tutte le qualità per confrontarsi con un testo del genere, e dargli una forma definitiva che però sia anche in grado di rispettarne la suddetta fluidità e il suo incedere cadenzato, tra ripetizione ed evoluzione. 
Come lei stessa dichiara in una intervista, per arrivare a costruire un immaginario figurativo di questo testo, ha dovuto leggerlo e rileggerlo molte e molte volte. Ha dovuto sudare parecchio. 


Poi, con le sue capacità e il suo coraggio, ne ha dato la sua personalissima lettura visuale. E, giocando con luci e ombre, ha creato profondità.
Ha dato corpo alle sue figure, laddove il testo le lasciava spazio per farlo: ha trovato soluzioni per una sorella che non si vede mai, ha dato un volto e un carattere e un immaginario a Bianca, le ha regalato un gatto, l'ha ritratta da mille angoli diversi, l'ha fatta uscire di casa, l'ha fatta correre nei prati; l'ha fatta ridere, le ha dato il buio e la luce, le ha dato dei giocattoli magnifici con cui giocare. 
E persino un paio di ali con cui uscire...



E come se non bastasse, si è anche districata a meraviglia sulla grande questione 'cromatica' di trovare una palette per tutto questo mare di bianco. 
In altre parole si è presa sulle proprie spalle la responsabilità di dare un colore, anzi molti colori, al bianco, arrivando a regalare dei veri e propri cieli notturni tersi e pieni di stelle o corruschi, ha dato colore all'acqua, alla neve, alla casa. 
E facendo tutto questo, in qualche modo ha permesso che il cerchio si chiudesse e si tornasse all'assunto di partenza dell'autore davanti alla neve. 
In sostanza il bianco (Munari ci vorrà perdonare, ma d'altronde lo stesso Crushiform pare confermarlo) è un colore senza colore. 


Un colore che esiste perché il nostro sguardo lo percepisce in ragione del fatto che racchiude in sé tutti i colori dello spettro visibile. 
Ecco: in Bianca la fisica tocca la poesia. 

Carla

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