venerdì 28 ottobre 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

GENTLEMEN'S AGREEMENT

Il riflesso di Hariett, Marion Kadi (trad. Eleonora Armaroli) 
Terre di mezzo, 2022 



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"C'era una volta un vecchio leone. Aveva tanto cacciato, mangiato e dormito, finché un giorno morì. il suo riflesso si trovò da solo. 
Ben presto cominciò ad annoiarsi. Non voleva diventare il riflesso di un fiore... 
...e nemmeno quello di un'anatra. E allora partì. 
Dopo aver camminato a lungo, scorse una casetta." 


In quella casetta abitava Hariett. Quando il riflesso la vide dai vetri, lei si stava preparando per andare a scuola e aveva la sua solita faccia imbronciata, perché andare a scuola non le piaceva. 
Sarà stato il suo cattivo umore, sarà stata la sua rabbia, fatto sta che il riflesso del leone decise di diventare all'istante il riflesso di quella creaturina così nervosa. 
Corse in una pozzanghera dove Hariett passando inevitabilmente si specchiò e, cacciato via in malo modo il vecchio riflesso, quello del leone si insediò e da quel momento quei due si piacquero e decisero di comune accordo di fare coppia fissa. 
Hariett, con quel riflesso da leone, si sentiva una 'tigre', si sentiva forte e coraggiosa: quel giorno a scuola giocò un sacco e con tutti e parlò anche di geometria pubblicamente, davanti al maestro... 
Anche la sua nuova fame era proporzionata al suo riflesso. Quello vecchio, quello originale, era ormai dimenticato. 
Ma si sa che a volte le cose possono sfuggire di mano. 
E così il leone del riflesso sembra dare ad Hariett un piglio eccessivamente aggressivo che le frutta vari malumori e una punizione. Circostanza questa che le fa desiderare il suo vecchio riflesso da bambina timida. 
Si può vivere con più di un riflesso? Si può. 

Questo è il suo primo albo illustrato ed ha già tirato su un buon numero di riconoscimenti: a seguito del BRAW come migliore Opera Prima, sono arrivati anche i White Ravens e una candidatura alla Pepite di Montreuil. 
Marion Kadi, francese, trapiantata a Boston dove collabora con testate come il NYT o, in Francia, come Zadig Magazine, ha già detto molto e soprattutto ha già dimostrato al mondo il suo talento d'artista. 
Un senso del colore degno dei Fauves (lei stessa cita Matisse come riferimento) e del precedente gruppo dei Nabis a cui si aggiungono diverse cose. 
In primo luogo la sua capacità di concepire un'idea così tanto originale e quindi di realizzarla nella cornice di un albo illustrato. 


Lascerei ad altri le riflessioni sulla questione che attraversa il libro, ossia la possibilità e quindi anche la volontà di essere complessi: essere molte cose contemporaneamente, timidi e intraprendenti, in questo caso, e di decidere di esserlo a seconda dei momenti, e di farlo in una misura che, di volta in volta, ci si sembri confacente. 
Mi concentrerei invece su alcuni aspetti più formali, ma non per questo più di superficie o accessori. 
In primo luogo la qualità del disegno che denuncia grandi capacità fin dai risguardi di copertina: un gruppo di carpe che nuotano in poche dita d'acqua tra foglie di ninfea. Sembrerebbe il laghetto che il riflesso del leone sta abbandonando per cercarsi una nuova residenza. Nei risguardi di chiusura, ovviamente non manca l'acqua, parlando di riflessi, ma qui è piovana sul selciato del vialetto della scuola. 
Questa grande capacità di disegnare si piega, si flette, si distorce ad uso e consumo della storia e del suo personaggio principale - il riflesso di un leone morto - che già di per sé è un meraviglioso assurdo. 


A lui vengono date connotazioni espressive molto precise e necessarie: grandi occhi e soprattutto una criniera e una pelliccia che ne attestino sempre certa tangibilità mischiata alla sua opposta inconsistenza, tipica di ogni riflesso. 
Zampe, corpo e massimamente criniera hanno profili ondulati e sono attraversati da striature che alludono alla materia di cui sono fatti: l'acqua. Tutta l'espressività dell'altra protagonista passa per un incarnato bello accesso e tante rughette di espressione. 
Sullo sfondo delle loro azioni si muove un mondo di animali e di vegetazione che è una bellezza. A questo si aggiungono piccole scene isolate, con conigli, anatre, pecore con lupo travestito, galli, mucche e molti altri animali che costituiscono anche un vero e proprio repertorio di modelli: dalle mattonelle della classe al motivo del tappeto in casa di Hariett. 
Altrettanta abbondanza è concessa ai bambini e alle bambine della scuola, anche loro ritratti in un bel brulicare di singole azioni.


Tutta questa ricchezza di colore e movimento accoglie anche una serie di spunti ironici che danno la cifra di tutto il racconto. In modo particolare Marion Kadi si diverte con il riflesso che caccia il suo predecessore, che corre per andare a scuola, che si moltiplica in diverse pozzanghere e, soprattutto, che stipula un gentlemen's agreement con il suo rivale, con cui si può imparare a convivere nel medesimo specchio. 

Carla

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