lunedì 14 novembre 2022

FAMMI UNA DOMANDA!


L’ANIMALE PIU’ PERICOLOSO DEL MONDO


Yuval Noah Harari, storico e filosofo, ha raggiunto un successo planetario con il saggio ‘Sapiens. Da animali a dei’ e poi con la versione a fumetti, in due volumi; tutti titoli pubblicati in Italia da Bompiani. Ora, lo stesso editore pubblica una versione per ragazzi, intitolata ‘Noi inarrestabili. Come ci siamo presi il mondo’, con le illustrazioni di Ricard Zaplana Ruiz.
La questione di fondo, posta dal libro di Harari, riguarda la comprensione della diversità umana rispetto al mondo animale cui appartiene e la specificità del Homo Sapiens rispetto alle specie umane con cui ha convissuto nella Preistoria.
Per dare risposta a una domanda così complessa, l’autore racconta con brevi capitoli ed una terminologia molto chiara l’evoluzione della specie umana e i profondi cambiamenti portati dalle prime grandi invenzioni ‘tecnologiche’: il fuoco, l’uso di strumenti in pietra e così via.
Quello che però contraddistingue soprattutto, ma non esclusivamente, la specie Homo Sapiens è il pensiero astratto, quindi la capacità di unire le comunità con un ‘racconto’ comune, e l’organizzazione di grandi gruppi che questo consentiva. La tesi, che denota un approccio soprattutto antropologico, è che la capacità di creare un universo simbolico abbia fornito ai nostri progenitori la possibilità di compiere un salto di qualità nella caccia alle grandi prede. Esempio, fra tutti, l’estinzione della mega fauna in Australia e in America, successiva all’arrivo dei Sapiens in quei territori.
Interessante la descrizione della vita delle comunità di cacciatori raccoglitori, così come il confronto con la nostra dimensione sociale contemporanea. Il libro ha due evidenti finalità: spiegare ai più giovani la storia della comunità umana cui tutti apparteniamo e, nello stesso tempo, sottolinearne l’immenso potenziale distruttivo, già evidenziato nel Pleistocene e poi continuato con le numerose estinzioni provocate dalla presenza umana. Il libro termina con un esplicito invito ai più giovani a farsi parte attiva nel modificare quello che non è un destino, ma una precisa scelta.
La finalità di Harari, di rendere maggiormente consapevoli i più giovani delle responsabilità della nostra specie nel futuro del mondo, è, con qualche riserva, condivisibile e importante. Forse un po’ forzato cercare nella Preistoria le radici di un modo di stare al mondo, un modo predatorio, ma l’intento è nobile, mostrandoci un ritratto a tinte forti della nostra specie. In particolare trovo che sia parziale il punto di vista che ci attribuisce solo un ruolo da spietati distruttori: infatti, come spesso si è sottolineato, non siamo solo i carnefici, ma anche le vittime, quelli la cui vita è messa a repentaglio dai cambiamenti climatici, e non solo, da noi stessi alimentati. Non è nemmeno detto che il mondo finisca con noi, ci sono molte specie resilienti, capaci di sopravviverci.
Inevitabilmente c’è qualche semplificazione: la coesistenza fra Sapiens e Neanderthal in Europa è stata molto più lunga di quanto Harari faccia supporre e così anche per altri aspetti.
Trovo comunque meritoria e stimolante questa traduzione della Preistoria in chiave ‘presente’, come annunciasse già le contraddizioni che abbiamo davanti agli occhi, quella grande potenza creatrice e, nello stesso tempo, un altrettanto grande potere distruttivo.
Consiglio la lettura a ragazzi e ragazze interessati alla storia, ma anche a quelli che vogliano trovane nuovi argomenti alla critica del mondo attuale, a partire dai dodici anni.

Eleonora

“Noi inarrestabili. Come ci siamo presi il mondo”, Y. N. Harari, ill. di R. Zaplana Ruiz, Bompiani 2022





 

Nessun commento:

Posta un commento