DI TERRA E DI MARE
Un nuovo romanzo di Davide Morosinotto è un evento, sia pure nel turbinio di uscite pre natalizie; i suoi numerosi ammiratori e ammiratrici apprezzeranno sicuramente il primo di una serie di romanzi dedicati ai Da Mar, la famiglia di cui l’autore segue le tracce attraverso i secoli in quella che giustamente considera la sua terra, fra Este, Padova e Venezia. ‘Il figlio del mare’, pubblicato da Mondadori, con la consueta benedizione di Book on a Tree, è ambientato nel 452 dopo Cristo e vede come protagonista Pietro, un giovane guardiano di maiali che, suo malgrado, viene coinvolto nella difesa della città di Ateste dall’avanzata degli Unni.
Sullo sfondo, dunque, il declino dell’Impero Romano, che però non rinuncia, anche nelle realtà periferiche, alla sua struttura sociale, destinata a soccombere sotto i colpi delle invasioni barbariche.
Pietro ha una storia complicata: non è figlio del compagno della madre, ma di uno straniero, forse un barbaro, venuto dal mare, di cui possiede come ricordo solo una moneta tagliata a metà. Il ragazzo è convinto che arriverà un giorno in cui potrà incontrare il suo vero padre, ma intanto è costretto ad arruolarsi nel manipolo di sprovveduti mandati dal Clarissimo, signore di Ateste, a difendere Aquileia. Nel frettoloso addestramento, ad opera del centurione, forse nubiano, Sergio, Pietro impara i rudimenti della difesa a testuggine, che avrà ben poco successo contro gli arcieri di Attila. Viene fatto prigioniero insieme a Giustina, figlia ribelle del Clarissimo. Fugge, combatte, viene ferito gravemente e ritrovato sul campo di battaglia dalla cavallina Pinus, che aveva ricevuto dagli Unni che lo avevano fatto prigioniero.
Dopo la lunga convalescenza, con Giustina e Tito sempre al suo fianco, comincia la seconda parte del romanzo che descrive il lungo viaggio attraverso le terre devastate della guerra per andare verso il mare che gli Unni evitano. Arrivano nella parte lagunare della costa, dove si sono rifugiati i sopravvissuti delle città sconfitte. Qui Pietro inizia la sua nuova vita, da guardiano di maiali ad accorto mercante, che non sa leggere ma è bravo a far di conto.
L’intreccio è denso di colpi di scena, di personaggi che appaiono e scompaiono, per poi ricomparire all’interno di una narrazione sempre scorrevole. Ma, come in altri romanzi di Morosinotto, un punto di forza importante è dato dalla ricostruzione storica e geografica, non solo nel delineare gli avvenimenti che costituiscono lo sfondo del racconto, ma anche nella ricchezza dei dettagli relativi alla vita quotidiana dei ricchi e dei poveri che si muovono sulla scena.
L’intento, così come è dichiarato dall’autore, è raccontare la storia della sua terra attraverso una saga all’insegna dell’avventura, che segue le tracce di una famiglia, i Da Mar, che proprio con Pietro si origina. Un ragazzino ignorante che viene catapultato nel mezzo di una guerra sanguinosa e che attraverso questa esperienza cresce e si fa forte, impara a sopravvivere e a coltivare i propri sogni, mentre sentimenti più complessi si affacciano nella sua vita; la sua determinazione gli consente di essere il punto d’inizio di una storia che non è solo sua.
Dopo aver raccontato le imprese di ragazzi del delta del Mississippi, di una piratessa cinese, di un cacciatore del Pleistocene, ritroviamo intatta la forza narrativa di Morosinotto, che nel romanzo d’avventura trova la sua migliore espressione.
I numerosissimi ammiratori e ammiratrici si faranno coinvolgere da questa storia? Ci sono tutte le condizioni perché questo succeda, ma il verdetto è nelle mani, anzi negli occhi, di lettori e lettrici.
Consiglio caldamente la lettura a ragazze e ragazzi che amino l’avventura, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Il figlio del mare. La saga dei Da mar”, D. Morosinotto, ill. di Lucrezia Buganè, Mondadori 2022
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