AH, PER L'AMORE
La nuova Frontiera 2022
NARRATIVA PER GRANDI (dai 14 anni)
"Glass si svegliò di colpo proprio mentre il treno si fermava. All'improvviso sentì il ventre contrarsi e per la prima volta ebbe seriamente il timore che fossero le prime avvisaglie delle doglie del parto. Nervosa, guardò fuori dal finestrino. Avvolto in un semicerchio di opaca luce giallastra, scorse l'edificio di una stazioncina e un cartello malconcio e a malapena leggibile. Era arrivata.
Ad accoglierla sulla banchina trovò un freddo tagliente. Le poche persone che insieme a lei erano scese dal treno si sparpagliarono nell'oscurità come colombe risvegliate di colpo dal sonno.
Di Stella non c'era traccia."
Il capostazione le spiega che Visible era facilmente raggiungibile a piedi: un quarto d'ora di cammino dal paese, un ponte da attraversare e, al limitare del bosco, sarebbe arrivata a destinazione. In quel breve tragitto Glass, attaccata a una betulla, partorisce la sua bambina Dianne e dopo poco - al coperto, ormai dentro Visible che non era una casa ma un vero castello, soccorsa da Tereza che era uscita sentendo le sue grida, nasce anche suo fratello Phil.
Comincia così la loro storia: una giovane ragazza americana, incinta, che si imbarca verso l'Europa in cerca di un suo posto nel mondo. Visible, questo strano castello in disarmo, enorme e gelido d'inverno, ma sempre pieno di fascino e mistero, è il suo punto di arrivo.
Questa casa è testimone silenziosa dell'infanzia dei due bambini, della giovinezza della loro madre, molto movimentata tra storie sentimentali e battaglie contro il perbenismo e la maldicenza dei paesani.
Tra avvicinamenti, e incomprensioni, tra silenzi e intese, i due gemelli con il crescere smettono di essere 'una cosa sola', e si affacciano alla loro complicata adolescenza.
Glass continua a essere davvero unica nel suo genere, sa essere affettuosa, ma è anche uno spirito indomabile e libero. Sensibilissima pur nelle sue scabrosità, è una madre che non molla mai. Nel bene e nel male.
Dianne, piena di silenzi e misteri, vera creatura della notte, si muove felpata.
Phil ascolta il proprio cuore battere e si interroga. Su tutti loro si spande l'affetto e le cure che Tereza dispensa con generosità.
Intorno a quel luogo, è forse il centro del mondo?, si incrociano i destini di personaggi che con il tempo diventano costanti, accanto a quelli di coloro che di lì passeranno solo una volta.
Si arriva, si parte. Si scappa e si torna. Nascono e finiscono amori, crescono ed esplodono bambolotti e amicizie, si confezionano segreti e li si avvolge nella nebbia e nel silenzio.
Eppure, lentamente ma inesorabilmente, tutto prende la strada che deve prendere. Be' se è così... è così! E a me sta bene.
Questo libro, sulle spalle ha già più di vent'anni, dimostra di avere la capacità di suscitare molte sensazioni e svariati pensieri.
La prima, molto personale, la si potrebbe descrivere come ambivalente: da un lato un desiderio fortissimo di proseguire la lettura e dall'altro quello di centellinarsela.
Per quasi quattrocento pagine si è verificata questa oscillazione di moto: tra la spinta in avanti e la frenata brusca.
Poi arrivano le ultime cinquanta pagine e tutto precipita e non ci sono freni che tengano. E non resta che arrendersi e constatare tra le lacrime: Accidenti, che storia!
La seconda: una scrittura che dimostra di saper generare e trasmettere, attraverso metafore e similitudini, magnifiche percezioni visive, olfattive, tattili. Colori, odori, sapori.
I successivi pensieri sulla qualità di un libro del genere si muovono in modo più organico e meno emotivo, speriamo.
Come l'affetto di Tereza che permea ogni poro della pelle di Phil, Dianne, Glass e via dicendo, altrettanto la scrittura di Steinhöfel dà loro corpo e anche molta anima.
Come un fiume, il romanzo è capace di scorrere e attraversare qualsiasi questione e di misurarne profondità e portata: dalle relazioni familiari in tutte le loro molteplici e complicate sfaccettature, all'amore nelle sue altrettanto complesse e varie direzioni che può prendere; dall'amicizia al tradimento; dall'oscurantismo alla libertà e al diritto; dal perbenismo all'anticonformismo; dallo stigma al riscatto sociale; dal silenzio alla parola; dal desiderio di andare a quello di restare. Tutto questo è raccontato nel migliore dei modi possibile.
Una scrittura connotata da una scelta così attenta delle definizioni (applausi a chi lo ha tradotto) che diventano all'istante indimenticabili: Visible, darling con il suo improbabile plurale darlings, mum, le sventoline, la Piccola Gente, il Maratoneta, il povero becchino, il numero Tre, Zefiro, Paleiko (fate sapere a Steinhöfel che ho risolto il suo enigma)...
Altro pensiero riguarda l'imponenza della struttura: un intreccio così robusto è raro trovarlo e altrettanto insolito constatarne la tenuta solida dal prologo all'epilogo. Neanche una smagliatura.
E ancora: impossibile non notare come la trama costituita da mille mila fili di racconto differenti si organizzi in un disegno particolare che, a conti fatti, da un lato ha sballottato il lettore, in continue accelerazioni e brusche frenate (quando Steinhöfel fa calare un invalicabile silenzio sui fatti per lasciare che il filo penzoli nel vuoto e che il lettore si fermi e possa quindi distogliere temporaneamente lo sguardo da una direzione per rinnovarlo verso una nuova questione), ma dall'altro è stato in grado di offrirgli un disegno complessivo e finale che ha davvero del 'cosmogonico'.
E ancora. La capacità di arrivare a dare, attraverso l'io narrante che è Phil, un vero e proprio affresco corale con le dovute profondità di campo, in cui interagiscono alcuni - non pochissimi - personaggi chiave, intorno ai quali però orbita e fa luce anche un'altra ampia galassia di meravigliose piccole e fugaci comparse, tutte indelebili dalla memoria.
E ancora: la leggerezza diffusa nel raccontare anche cose pesanti.
E ancora: la perfetta simmetria nell'apertura e nella chiusura della storia, come se tutto quello che c'è in mezzo - ed è un sacco di roba - fosse lì a flettersi per far chiudere bene il cerchio e far collimare inizio e fine.
E ancora: alcuni capitoli che sanno stare sulle loro proprie zampe senza doversi appoggiare a quello che viene prima o che viene dopo: tra i tanti, Per l'amore e Piccolo amico bianco.
Ultima considerazione: sul contenitore dentro cui questo gran bel libro, un romanzo di formazione?, si infila: l'hanno chiamata Oltre, una collana pensata per lettori maturi.
Io, fra loro. Evviva.
Carla
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