A LETTO, BAMBINI!
A sessant’anni dalla morte di Sylvia Plath, Mondadori, con
una nuova pregevole operazione di riproposta dal proprio catalogo, ripubblica
la raccolta dei suoi testi dedicati ai bambini. Si tratta di due racconti,
‘Folletti in cucina’, illustrato da Claudio Muñoz, ‘Max e il vestito color
zafferano’, illustrato da Rotraut Susanne Berner, e di una lunga poesia, ‘A
letto, bambini!’ illustrato da Quentin Blake. In sostanza viene riproposta la bella
edizione curata, anche per la traduzione, da Bianca Pitzorno.
Il primo racconto, ‘Folletti in cucina’, racconta la
situazione paradossale originata dall’azione di due folletti, dal nome
evocativo di Pepe e Sale, nella cucina perfetta di Mirtilla Maggiolina, che fa
di tutto per compiacere il marito cucinando, lavando, stirando in una casa in
ogni angolo perfetta. Solo che i suoi preziosi elettrodomestici si ribellano
alla ripetizione della solita routine e chiedono agli sconcertati folletti di
cambiare funzione, il ferro da stilo vuole cucinare e il forno vuole stirare;
ne deriva un caos generale, che accoglie lo sconcertato signor De Ciliegis.
Saranno i folletti a dover rimettere a posto la disastrata cucina.
Nel secondo racconto, ‘Max e il vestito color Zafferano’,
troviamo una famiglia numerosa in cui Max è l’ultimo di otto fratelli: il suo
unico desiderio è di avere un vestito completo, proprio come i ‘grandi’, giacca
e pantaloni lunghi; lo immagina andar bene d’estate e d’inverno. Un giorno, in
casa Nulli arriva un pacco, al cui interno, avvolto in fogli di carta velina,
c’è un meraviglioso vestito in lana morbida e pelosa color giallo zafferano. La
taglia è perfetta per il papà, che però non se la sente di indossare un colore
così vistoso; l’abito passa al fratello maggiore, con qualche ritocchino
apportato dalle abili mani della mamma; ma anche lui si vergogna di
quell’abito, che passa al fratello successivo fino ad arrivare al felicissimo
Max.
Questi racconti utilizzano a piene mani il gusto del grottesco,
il ribaltamento di situazioni consuete in un doppio paradossale, gli
elettrodomestici ribelli che mettono nei guai la signora Mirtilla; oppure il
gusto della ripetizione, con la medesima situazione che si ripete ogni volta
con lo stesso schema, con la famiglia Nulli al completo che si prova lo stesso
vestito via via rimaneggiato dalla mamma. Perfetti racconti della buonanotte.
Ma dove la fantasia prende il volo è nella poesia, in
quartine nell’originale inglese, ‘A letto, bambini!’: qui il comodo lettino,
con le lenzuola bianche e profumate, cambia nome e forma per trasformarsi in un
Letto-Elefante, o in un Letto-Ornitologico o in un Letto-Spaziale. Così un
oggetto della vita quotidiana diventa il veicolo per viaggi fantastici nello
spazio, come nella giungla.
Ma quello che risulta davvero straordinario, e che è costato
un lavoro difficilissimo di traduzione, è l’uso della lingua, ricchissima,
trasfigurata per assecondare rime, assonanze, allitterazioni.
Alla fine del libro è riportato il testo originale che
consente di farsi un’idea della grande inventiva, della speciale sonorità di
queste rime.
E chi, se non Quentin Blake, poteva assecondare meglio
questa debordante fantasia? Senza nulla togliere agli altri due illustratori,
credo che Blake abbia interpretato nel modo migliore un testo immaginifico come
quello della Plath.
Scritti quando i due figli erano molto piccoli, che li hanno
letti in età adulta, questi testi ci arrivano con tutta la freschezza di un
momento di serenità nella vita tormentata della poetessa americana.
Grazie alla Mondadori per averci restituito questo gioiello,
che consiglio a tutti, grandi e piccoli, dai sette anni in poi.
Eleonora
“A letto, bambini!”, S. Plath, C. Muñoz, R. S. Berner, Q.
Blake, Mondadori 2003, 2023
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