venerdì 15 settembre 2023

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

UN CAPPELLO ROSSO: DA DISNEY A PINTOR

Tartaruga vs Lepre. La rivincita, David Pintor (trad. Emma Vaccaro) 
Kalandraka 2023 



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)  

"'Facciamo una gara?' 'D'accordo!' 
'Prova a prendermi!' 'Sono molto più veloce della tartaruga.' 
'Posso schiacciare un pisolo che comunque vincerò lo stesso'"

Al suo risveglio la lepre è del tutto sicura di essere in vantaggio, ma arrivata al traguardo, quello con le bandierine colorate, la sua rivale, la tartaruga con il cappello rosso, è lì che l'aspetta. E poi esulta vittoriosa.
Rivincita. Accordata. 
La lepre si impegna questa volta, ma scopre anche che la tartaruga hai i suoi personali sistemi per vincere. Non proprio legalissimi. Per esempio, l'aeroplano giallo che sta pilotando sulla testa della lepre... E non sarebbe nemmeno consentito dal regolamento guidare un fuoristrada, parimenti giallo, su cui lei appare seduta mentre la lepre, ancora una volta trasecola. 
Imbroglio dopo imbroglio, la lepre la scopre e ribadisce le regole d'ingaggio: non questo, non quello e via andare. 
Ma la tartaruga non molla. E continua a sfoderare uno dopo l'altro i suoi sistemi - diciamo così - alternativi per raggiungere prima della lepre il traguardo. 

Allora. Da che Esopo ne ha parlato più o meno tutti sanno che la lepre è una sbruffona, mentre la tartaruga è una che conosce la tenacia e l'impegno. La lepre, vantandosi con gli altri animali, la provoca e lei, modesta ma forte delle sue sicurezze, accetta la sfida e si mette in cammino. Lento pede, va avanti. La lepre si ferma addirittura a dormire, con ancora maggior sicumera di quella mostrata alla partenza. Quell'altra invece, con il suo carapace e il solito lento pede, tippete tippete arriva al traguardo e in tal modo per un soffio la lepre perde la gara. 



Visto che così sono andate le cose, va da sé che Esopo concepisca la seguente morale: a volte con l'impegno si può ottenere ben più che con un talento naturale. 
Ma alla fine del libro di David Pintor la morale, ovvero le ragioni della morale, saranno un po' diverse. 
Le cose che mi piacciono di questo libro sono sostanzialmente tre. 
La prima è David Pintor, ossia i suoi disegni: gli occhi, gli sguardi...
La seconda è di nuovo David Pintor, ossia il suo modo di 'correggere' una storia che tutti ormai hanno stradigerito. 


In questo senso sono sempre molto interessanti le riletture, perché spesso sfidano colossi dalle profonde radici. Di solito il cimento sta proprio nel gusto di ribaltare il punto di vista e non sempre il senso va nella direzione del politicamente corretto. Nelle favole, questo si verifica ancora di più, visto il loro insito contenuto morale. E infatti Pintor qui si prende un bel gusto nel mostrarci una tartaruga che è la quinta essenza del baro. Imbroglia, fino all'esaurimento delle forze e dei mezzi di locomozione e dei nervi della lepre. 
Evviva. Adoro gli imbroglioni. Un'arte sopraffina che - a mio parere - ha il pregio di affinare il pensiero, di renderlo lievemente più acuto di quello diffuso. E questo, anche se scorretto, può solo far bene all'intelligenza. E, a quanto pare, David Pintor fa la sua scelta di campo (come non condividerla) e la mette in mano ai piccoli lettori. Seppur con la dovuta ironia, sembrerebbe dire, non mettendo nessuna morale esplicita, quando si è in gioco, bisogna giocare. E vale tutto.


Certo ci vuole un po' di moderazione e di stile, ma la tartaruga ne ha da vendere. 
E a proposito di stile, si arriva al terzo merito di questa storiellina. 
Quel cappello rosso, che poi è la chiave di tutto... da dove arriva? Forse da nessuna parte, se non dalla fantasia di Pintor. Eppure, quel cappello non sta lì a caso. E perché è proprio rosso? 


Nel ricordo riemerge un cortometraggio. Uno dei primi della Disney, datato 1935, che si intitola The Tortoise and the Hare e fa parte di una serie di film di animazione che va sotto il titolo di Silly Symphonies, dedicate a rivisitazioni di favole e fiabe. Questa è la prima Silly Symphony, firmata da Wilfred Jackson, in cui si cerca di dare una forma visiva alla velocità. 
Un piccolo capolavoro in cui si toccano diversi colmi della velocità, di cui la lepre delizia il suo pubblico, di conigliette e non. 
Al contrario, la tartaruga in questione, sempre con quella sua aria da sprovveduta,  ovviamente vince. Legalmente. Ed ecco il punto: indossa una cravatta rossa (che quella di Pintor non porta più) e un meraviglioso cappello rosso con il quale moltiplica gag e divertimento. Vista la longevità delle stesse, chi mi dice che la tartaruga Toby, per restare in mezzo ai bambini, non abbia attraversato l'oceano e sia approdata nella matita di Pintor. 
Ecco. 
Qui gli otto minuti e rotti per i quali dobbiamo dire grazie alla tartaruga di Pintor che li ha riportati a galla.


Carla 

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