lunedì 18 settembre 2023

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


IL MISTERO DI WINDEBY




Il Mistero di Windeby’, pubblicato recentemente da Mondadori, rappresenta una interessante anomalia: Lois Lowry, che l’ha scritto a più riprese, non ci racconta solo una storia, anzi due, intorno al ritrovamento di un cadavere mummificato in un torbiera a Windeby, in Germania; ci spiega come e perché ha deciso di scrivere una storia relativa a questa persona, vissuta grosso modo nel I secolo dopo Cristo in una delle tribù germaniche della zona; e poi, di scriverne un’altra, in seguito alla diversa interpretazione data ai resti.
Il ritrovamento avvenne nel 1952 e archeologi e antropologi stabilirono che si trattasse di un’adolescente, morta probabilmente di morte violenta, anche se il corpo non portava tracce di ferite. La fanciulla, presumibilmente di tredici anni, era stata sepolta con una specie di piccolo mantello e con una fascia colorata che le copriva gli occhi.
La scrittrice Lowry si sente come davanti a un puzzle, come se davanti a lei ci fossero i pezzi di una storia che andava raccontata; il primo passo è stato darle un nome, Estrild e a quel punto la ragazza è diventata un personaggio.
La sua storia si svolge in un villaggio della tribù suebo; qui la vediamo partecipare alla vita familiare, aiutando la madre nei lavori domestici e in quelli agricoli. Siamo vicini alla cerimonia in cui alcuni adolescenti verranno nominati guerrieri. Il sogno segreto di Estrild è diventare la prima donna guerriera, stravolgendo i tradizionali ruoli sessuali. Per questo motivo si allena a combattere con spada e scudo e a farsi il nodo nei capelli, tipico dei guerrieri. La aiuta Varick, l’aiutante del fabbro che prepara gli scudi; è un giovane orfano, con alcune malformazioni ossee che ne impediscono la normale crescita. Deriso dagli altri ragazzi, trova conforto nello studio degli animali e nell’amicizia con Estrild, la ragazza ribelle.
In realtà, il capo del villaggio e i druidi conoscono il suo piano e questo segna per lei una fine crudele e inevitabile, che ce la restituisce nella sua eterna sepoltura.
Ma c’è un colpo di scena: nei primi anni Duemila, un’antropologa americana, con i moderni strumenti a disposizione, dimostrò che il corpo di Windeby apparteneva a un ragazzo, di circa sedici anni, molto esile.
La storia di Estrild, dunque, è doppiamente falsa: non solo è il frutto dell’interpretazione che un’abile scrittrice fa del ritrovamento, attribuendo a quella ragazza un desiderio di ribellione che forse a quei tempi e in quei luoghi non è mai esistito; ma proprio l’età e il sesso della mummia sono diversi.
Ma il personaggio maschile adatto alla nuova versione la Lowry l’aveva già, Varick. Ed ecco nascere la sua storia. Il ragazzo, come già detto, aveva alle spalle una storia triste, da orfano a mala pena tollerato, che si era dovuto costruire con le sue mani un piccolo ruolo nel villaggio, come aiutante del fabbro. In più, non avrebbe mai potuto diventare un guerriero, come era l’aspirazione di tutti i suoi coetanei, proprio per le sue malformazioni. Un po’ di conforto gli veniva dallo studio degli animali, guidato da una grande curiosità e dalla familiarità col mondo animale. Nelle sue passeggiate gli si affianca un vecchio, che, come lui, apprezza il mondo naturale e i suoi segreti. Anche per Varick arriva il momento del riscatto: in una fredda mattina autunnale, il fabbro presso cui lavora cade e s’infortuna. Grazie alle sue conoscenze anatomiche, Varick riesce a rimetterlo in piedi, ma la lunga esposizione al freddo gli sarà fatale. Come tanti animali che percepiscono la morte imminente, anche Varick sceglie il posto in cui adagiarsi in attesa del momento fatale.
Dunque due storie, con un finale inevitabilmente segnato, raccontano la vita di due giovanissimi nell’ambiente ostile di una tribù germanica dell’età del ferro. La Lowry fornisce ai giovani lettori e lettrici un esempio calzante delle modalità con cui l’intuizione di una scrittrice rende vivida e presente l’esperienza di ragazzi vissuti quasi due millenni fa. Lo fa proiettando volutamente le aspirazioni che lei stessa ritiene insopprimibili: l’aspirazione alla libertà e alla conoscenza. Nello stesso tempo fornisce un esempio di rigore, raccontando, nelle introduzioni ai due racconti, come ha raccolto i dati, le fonti storiche, le ricostruzioni fornite via via da archeologi e antropologi.
Già Siobhan Dowd aveva preso spunto dal ritrovamento di un corpo mummificato in una torbiera per raccontare la vita della giovanissima Mel.
Ma, se nella Dowd l’episodio del ritrovamento era pretesto per un racconto che abbracciava l’intera storia d’Irlanda, qui Lois Lowry suggerisce quanto le storie possano essere imbevute di realtà e quanto la realtà acquisti un altro valore grazie alle storie.
La lettura, stimolante per giovani lettrici e lettori, è consigliata a partire dai dodici anni.

Eleonora

“Il mistero di Windeby”, L. Lowry, Mondadori 2023




Nessun commento:

Posta un commento