venerdì 10 novembre 2023

FAMMI UNA DOMANDA!

MA SI PUÒ FARE?


Un bel libro illustrato, pubblicato da Camelozampa e firmato dalla giornalista e scrittrice francese Florence Thinard con la traduzione di Sara Saorin, illustrato da Eleonora Antonioni, dal titolo evocativo ‘Immagina un mondo’, propone i diciassette obbiettivi dell’agenda 2030, ovvero quel protocollo d’intesa fra le nazioni aderenti all’Onu relativo ad alcuni obbiettivi fondamentali del Pianeta: dalla lotta alla fame e alla povertà alla lotta al cambiamento climatico.
Nella stessa pagina del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, a fianco delle enunciazioni relative all’agenda 2030 compare una notizia, che non ha suscitato particolare scandalo: i principali Paesi produttori di materie prime come il petrolio e il carbone hanno annunciato un deciso incremento della loro produzione proprio entro il 2030. Dunque?
Da una parte si enunciano principi e si lanciano progetti lungimiranti e virtuosi, dall’altra, in assoluta controtendenza, ciascun Paese guarda ai propri interessi immediati e pazienza se a pagarne il prezzo saranno le popolazioni più esposte agli effetti del cambiamento climatico e le generazioni future.
Ci sarebbe da essere davvero scoraggiati, ma la rassegnazione è un lusso che, globalmente, non ci possiamo permettere.


Quindi ben venga un libro che con precisione e chiarezza enuncia questi diciassette obbiettivi, che tutti e tutte dovremmo cercare di realizzare; per ogni obbiettivo viene fornito un esempio concreto del suo significato, l’approfondimento che consente di comprenderne l’importanza e dei riquadri con alcuni dati statistici.
Un esempio: l’obbiettivo riguardante l’istruzione è centrale perché andare a scuola può voler dire imparare un mestiere, ma anche saper leggere le istruzioni delle medicine, poter assistere fratelli e sorelle più piccoli, informarsi attraverso i giornali, affermare i propri diritti e via discorrendo. Le scuole servono anche ad altro: nel mondo ci sono 370 milioni di bambini che si nutrono regolarmente solo a scuola; e ben 617 milioni di bambini e adolescenti non sanno leggere né scrivere.
Un altro esempio: l’obbiettivo di una distribuzione più equa delle ricchezze in alcuni paesi può essere di vitale importanza per sconfiggere la povertà; ma è un problema globale: in Brasile o in Gran Bretagna il 10% più povero della popolazione paga più tasse del 10% più ricco. E già questo dice come lo stesso sistema fiscale sia pensato per alimentare la disuguaglianza fra i diversi strati sociali. Poi c’è la discriminazione fra i sessi: mediamente gli uomini possiedono il doppio della ricchezza delle donne. Se vogliamo ancora ampliare il discorso, c’è da guardare allo strapotere delle multinazionali: l’uno per cento delle aziende agricole detiene il 70% delle terre coltivabili.
Da questi esempi, secondo me, si evince che questi obbiettivi, di equità e redistribuzione delle ricchezze, così come quelli riguardanti la lotta al cambiamento climatico e all’inquinamento, mettono in discussione equilibri di potere fra gruppi sociali e fra Stati.
Se è vero che immaginare un mondo diverso, come postula l’autrice di questo libro, è già un primo passo nella prospettiva del cambiamento, bisogna anche dire che questo cambiamento auspicato comporterà un conflitto anche aspro contro chi detiene privilegi e rendite, chi specula sulla povertà e sulle guerre.


La consapevolezza dei problemi è importante, la capacità di immaginari scenari differenti può alimentare la capacità progettuale delle giovani generazioni, quelle cui stiamo regalando un futuro tutt’altro che radioso; spero ardentemente che queste giovani generazioni sappiano liberarsi di questa eredità e costruirsi un futuro su basi nuove.
Questo libro illustrato, così accurato ed efficace, merita di essere letto e discusso insieme, fra adulti e ragazzi e ragazze che abbiano a cuore il futuro di questo Pianeta.

Eleonora

“Immagina un mondo”, F. Thinard, ill. E. Antonioni, trad. S. Saorin, Camelozampa 2023



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