IL POTERE DELLA NARRAZIONE
Un interessante esperimento, che intreccia la realtà storica a un romanzo d’invenzione, è firmato da Simone Saccucci per i tipi di Edt Giralangolo: si tratta di ‘L’ultima ferita’, pubblicato nell’autunno dello scorso anno.
L’elemento storico del racconto è rappresentato dal personaggio di Marie-Catherine d’Aulnoy, autrice, nel 1690, della prima fiaba pubblicata in Francia e poi, nel 1697, di una importante raccolta di fiabe in quattro volumi dal titolo Les Contes des Fées.
La sua vita avventurosa è contrassegnata da un matrimonio combinato con un uomo di gran lunga più vecchio di lei, da tradimenti, congiure, fughe attraverso l’Europa, per poi tornare in Francia per trovarvi finalmente la pace.
Si tratta di un personaggio singolare, dotato di grande carattere e di capacità letterarie, che non ha mai mancato di rimarcare, nelle sue opere, miseria e disgrazia di un matrimonio combinato.
Come entra nel romanzo di Saccucci? Come creatura magica, una fata capace di viaggiare nel tempo e di intervenire nel destino delle persone: è così che intercetta la vita della protagonista, la giovane Maya che noi incontriamo nel momento del suo trasferimento da Parigi a Barneville, in Normandia, dove vivono i nonni.
Maya è una ragazzina infelice, consapevole del vuoto delle sue relazioni sociali, alla ricerca di una via di fuga. A indicargliela è il nonno, che la porta da una guaritrice, la nostra fata; qui si ferisce con le sue forbici magiche, che le aprono la porta dei viaggi nel tempo: si ritrova, infatti, nei panni della dama di compagnia di Marie-Catherine d’Aulnoy, proprio al tempo del suo infelice matrimonio.
Così comincia il faticoso viaggio alla ricerca di se stessa, volando da un secolo all’altro, imparando il piacere dell’avventura e dell’innamoramento e di quell’incantesimo particolare che è rappresentato dalla narrazione. Filo conduttore, in questo continuo movimento temporale, sono i libri e le storie che contengono, ancoraggio sicuro, ma anche strumento di fuga da una realtà che sembra soffocante.
In questo modo trovano senso e composizione le dinamiche familiari, in cui i genitori appaiono distanti, mentre i nonni rappresentano il vero punto di forza della protagonista; in questo modo, doloroso quanto le ferite fisiche che richiede, la ragazza riesce a ritrovare il senso del suo stare al mondo. Il passaggio da un mondo all’altro richiede, infatti, delle ferite sanguinanti, che la protagonista si infligge senza paura.
Con una struttura complessa, non sempre accessibile per le lettrici e i lettori meno formati, e con una componente metaforica che pervade ogni passaggio, il romanzo si segnala per l’originalità con cui affronta due tematiche principali: il disagio giovanile e il potere della narrazione, che riesce a trovarvi rimedio, quasi ne fosse una specifica terapia. Raccontare e raccontarsi, con tutti gli strumenti che la narrazione suggerisce, dal realismo all’invenzione poetica, diventa la via maestra per costruirsi e trovare posto nel mondo.
Proprio la complessità della struttura narrativa e dei temi trattati richiede lettrici e lettori già collaudati, di almeno dodici anni.
Eleonora
“L’ultima ferita”, S. Saccucci, Edt Giralangolo 2023
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