BLU SURREALE
Deve essere stata un’impresa faticosa, quella di tradurre ‘Il portoghese blu’, scritto da Peter Svetina e illustrato da Damjan Stepančič : impresa riuscita a Martina Clerici, con la pubblicazione per i Tipi di Sinnos della versione italiana.
Con un evidente e voluto omaggio all’Alice di Lewis Carroll, l’opera dei due artisti sloveni è un caleidoscopio di immagini e parole che insegue il lettore e la lettrice di pagina in pagina.
Si comincia, e ogni riferimento è puramente voluto, con la caduta dell’intrepida Anna Clara nel cassone dei giornali, rovistando fra i quali lei e il coraggioso topo Giacinto (in realtà non sapremo mai se si tratta di un topo o di un ratto) si ritrovano in uno strano paese, in cui imperversa Fosca Marciarita, ex bambina delusa, divenuta perfida strega.
Costei, supportata da Massimo Re e Luigi Gnorsì, ha imprigionato dei poveri bambini sotto campane di vetro ed è ovvio che la nostra Anna Clara si faccia paladina della loro liberazione.
Detto così sembra semplice, in realtà il percorso che i nostri eroi dovranno percorrere è lungo e pieno di sorprese: dal campo di orecchie a quello delle gambe, passando per locande, boschi pieni di imprevisti e incontri straordinari.
Se sono tante le situazioni sorprendenti e fantastiche, altrettante sono le sorprese linguistiche, le parole composte che nascondono altri significati, i giochi di parole basati sulle assonanze e via discorrendo. Per questo va sottolineata la bravura della traduttrice, che in questo labirinto di significati riesce a destreggiarsi rendendo vivida la sua prosa scandita dalle parole in blu.
In tutto questo trambusto, Anna Clara e il fido Giacinto non perdono il filo del loro compito, riuscire a liberare i bambini prigionieri sotto le campane di vetro. Una volta raggiunto l’obbiettivo, possono ritornare a casa, svegliandosi nel cassone dei giornali. Si è trattato di un sogno? Potremmo pensarlo, ma alcuni oggetti misteriosi lasciano nel lettore il dubbio che fra realtà e fantasia la divisione non sia così netta.
Anche le illustrazioni di Stepančič non possono che assecondare il gusto del surreale che emerge dal testo: la foresta di orecchie, il generale della battaglia combattuta a suon di pentole sbattute, facce, mani, occhi che scrutano dalle pagine, tutto concorre a sostenere l’avventuroso e stravagante racconto.
‘Il portoghese blu’, così misterioso, così sorprendente, così pieno di invenzioni linguistiche forse può spaventare i lettori alle prime armi; ma già con un minimo bagaglio di competenze linguistiche, diventa una matrice di giochi e di rimandi.
Consiglio caldamente la lettura a lettrici e lettori, a partire dai dieci anni, che amino le letture sorprendenti, i giochi di parole, le atmosfere fantastiche.
Eleonora
“Il portoghese blu”, P. Svetina & D. Stepančič, Sinnos 2023
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