mercoledì 13 marzo 2024

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

STORIE D’ALTRI TEMPI


Ci sono storie non particolarmente eclatanti, in cui la Storia costituisce uno sfondo, spesso drammatico: sono storie che raccontano la vita reale di tante e di tanti che non hanno la postura eroica, vite di ragazzi e ragazze di cui spesso non si parla. Penso ai due romanzi che Chiara Carminati ha dedicato ai civili coinvolti nella Prima Guerra Mondiale e ai figli ‘bastardi', che sono stati una delle conseguenze.
Ora si aggiunge un nuovo romanzo, firmato da Vichi De Marchi, dal titolo ‘Chiamami Giulietta’, pubblicato da Feltrinelli. Siamo più o meno nelle stesse terre in cui Carminati ha ambientato i suoi romanzi, nella provincia di Belluno, dagli anni Trenta alla Seconda Guerra Mondiale. Il fulcro della storia qui raccontata è rappresentato da Maria, undicenne figlia di una povera famiglia di contadini, il cui orizzonte è racchiuso fra i lavori nei campi e la prospettiva di ‘andare a servizio’ in città.
Nelle grandi città, infatti, era richiesto il lavoro delle bambine ‘servette’, pagate pochissimo e con poche ambizioni. Maria accetta a malincuore di andare a lavorare a Roma, presso una famiglia benestante; al paese, infatti, lascia la sua amica del cuore Cristina e l’incipiente amore per un ragazzo di poco più grande, Gabriele, anche lui al lavoro negli alpeggi per un’altra famiglia.
La famiglia di Maria è povera, ci sono tanti figli da sfamare, la tenerezza è un lusso che non ci si può permettere.
Comincia così la sua vita a servizio, lontano da casa, presso una famiglia che l’accoglie con durezza. Non sono tanto le faccende domestiche, cui è abituata, quanto la grettezza e l’avarizia dei suoi datori di lavoro a renderle il lavoro pesante. Lavoro che dura tutto il giorno, con la sola domenica di riposo, passata spesso insieme a una compaesana. Da quella situazione così avvilente decide di fuggire, per tornare a casa.
Incombe però la guerra; un fratello parte sotto le armi, un altro emigra con la moglie in America. La povertà non concede tregua e Maria deve ripartire, per andare a servizio presso una famiglia milanese, che questa volta l’accoglie calorosamente. Viene poi richiamata a casa, servono braccia per lavorare e la ragazza porta con sé alcuni libri che la famiglia in cui lavorava le ha regalato. Anche la scuola è un lusso, Maria l’ha dovuta lasciare presto, suo malgrado.
Infine la disfatta, l’8 settembre e lì al Nord, la guerra partigiana. Senza esitazione, Maria e Cristina diventano staffette partigiane, vivendo quegli anni terribili di occupazione nazista.
E poi, la pace, quando si fanno i conti con i lutti, le tragedie, le distanze; e si comincia a pensare al futuro.
Il romanzo di De Marchi parte dalle ricerche fatte intorno alla vita di Lina Merlin, fra le poche donne della Assemblea Costituente e prima senatrice d’Italia. Anche lei aveva vissuto l’esperienza del lavoro domestico, condividendo la sorte di tante ragazzine povere che dal Veneto contadino andavano a lavorare nelle grandi città. Si tratta quindi di una storia con solide radici nella realtà del nostro Paese, una storia che racconta con grande sensibilità il mondo povero dell’Italia ante guerra, dove studiare era un lusso e far lavorare i figli e le figlie in età giovanissima una necessità.
Se, per fortuna, siamo lontani da quella povertà diffusa e tanto si è fatto per l’affermazione del diritto allo studio e alla salute, non siamo esenti da altri tipi di povertà, che si nascondono nei quartieri ghetto delle grandi città, o in alcune zone del Meridione, ad esempio. Povertà che fatichiamo a comprendere e decifrare fino in fondo.
Per capire il nostro presente e il passato recente sono indispensabili libri come questo, che raccontano con semplicità e rigorosa documentazione le radici nascoste di questo Paese.
Consiglio caldamente la lettura a tutti i ragazzi e le ragazze appassionati di storia e che vogliano capire meglio il mondo in cui vivono.

Eleonora

“Chiamami Giulietta”, V. De Marchi, Feltrinelli 2024





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