NOVE DETTAGLI E UNA SCOIATTOLA
Edizioni Clichy 2023
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"'Agrifoglio! Ho bisogno di te' chiama la mamma dalla cucina.
Oh no, pensa Agrifoglio. Ogni volta che la mamma ha bisogno di lei, le chiede di fare qualcosa di cui Agrifoglio ha paura.
'Nonna Quercia ha preso una terribile influenza' dice la mamma.
'Questa zuppa l'aiuterà a rimettersi. Puoi portargliela, per favore?'
Agrifoglio ci pensa un attimo.
'No, mamma!' dice 'Non posso!'
La ragione è sempre la solita. Lei è una scoiattola che ha paura di tutto, quindi l'idea di attraversare la foresta di Pungitopo l'atterrisce. Va detto anche che quella foresta spaventerebbe chiunque...
Ma la mamma è irremovibile: Nonna Quercia è molto malandata e lei non può muoversi di casa perché ha in preparazione un'altra delle sue famose zuppe, per Zia Acero che ha l'orticaria.
Agrifoglio così, con la ghianda portazuppa perfettamente chiusa, indossa la sua mantellina rossa un po' sdrucita e si mette in cammino. Non prima di aver fatto un grande respiro di autoincoraggiamento.
Comincia così il suo viaggio verso Nonna Quercia e, come la scoiattola temeva, il percorso è pieno di imprevisti e qualcuno di questi potrebbe essere anche pericoloso. Dal coniglio incastrato tra due pietre e un po' ladro, dalla poiana rapitrice e dolorante, per non parlare del rospo troppo vecchio e troppo goloso...
Ciò nonostante, la missione deve essere compiuta. E si compirà, perché Nonna Quercia ne ha proprio bisogno...
Matthew Cordell non è un autore che amo a prescindere. Mi preoccupa sempre un po' la sua tenerezza che alle volte mi è parso abbia sconfinato verso la sdolcinatezza: uno sguardo un po' troppo languido nei confronti delle relazioni parentali. Ma Matthew Cordell è nello stesso tempo un grande autore a cui dobbiamo libri belli come Un lupo nella neve che ha vinto, tra gli altri, la Caldecott Medal nel 2018. E ancora L'isola dell'orso. E adesso Agrifoglio.
Quella scoiattola in copertina, che si gira verso il lettore con uno sguardo incerto e titubante, con la sua ghianda stretta fra le mani, è chiusa in una cornice che fa eco alle copertine di una precisa tipologia di libro, da Potter a Barklem, ossia alle storie di piccoli animali nel bosco, realizzate secondo il canone classico della tradizione inglese. Ottimo inizio.
E infatti tutta la storia della piccola Agrifoglio, un applauso per aver tradotto Evergreen in Agrifoglio, è di fatto il racconto di una piccola e timida abitante del bosco. La sua mamma prepara zuppe taumaturgiche, oltre che buonissime, e scaldacuori per tutti ed è benvoluta dall'intera comunità.
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare per L'isola dell'orso, Cordell racconta anche qui un piccolo percorso di crescita di un piccolo alla conquista di una sempre maggiore fiducia in sé.
Dopo la bambina con i lupi e la bambina con l'orso, Cordell le dà sembianze da scoiattola. Anche lei, come le sue sorelle maggiori, ha un problema di partenza e come loro, una volta arrivata in fondo al racconto, lo avrà in qualche modo messo alle spalle.
La cosa di cui mi piacerebbe ragionare, non è tanto il risultato finale, quanto piuttosto il percorso fatto per arrivarci. Ed in particolare, non tanto le prove che la piccola e coraggiosa scoiattola affronta di volta in volta, ma alcuni dettagli, diciamo così, formali e il loro uso strumentale nella narrazione. Dettagli che potrebbero giocare un ruolo rilevante per rendere Agrifoglio e la sua storia, indimenticabile.
Il primo dettaglio è la nomenclatura. Da Agrifoglio in giù, mi sembra tutto un fiorire di bei nomi che hanno, senza parere, il compito di rendere il contesto ancora più solido e delineato: foresta di Pungitopo, valle delle Lumache, Nonna Quercia, Zia Acero, Groviglio (coniglio), Bragia (poiana nelle mani della traduttrice toscana e devota a Dante), Nonno Rametto e pronipote Spruzzo (rospi).
Secondo dettaglio, la zuppa. Cordell la fa cucinare in un classico paiolo sul fuoco di un camino e la descrive come gustosa e magica perché ha il pregio di scaldare chi ha freddo, di tener su chi ha sonno, di far felice chi è arrabbiato. E naturalmente guarire chi è malato. Ma a parte questo preambolo, la zuppa diventa, per tutto il racconto, l'oggetto del desiderio. Tutti ne sentono il profumo, tutto la vorrebbero per sé. Diventa coprotagonista con Agrifoglio che la difende in modi diversisissimi da attacchi ogni volta differenti..
Terzo dettaglio, il contenitore per il trasporto della zuppa. Visto che la zuppa è di fatto il centro della narrazione, Cordell ci si dedica parecchio e la fa custodire dentro una ghianda cava su cui si avvita il coperchio, ossia la cupola che ogni ghianda di quercia ha in cima.
Quarto dettaglio, l'abbinamento tra l'animale che incontra e la prova di coraggio che implica. L'aria e le spine per la poiana, l'acqua e il salto per il rospo, fino a quelle prove su cui il testo tace, ma che l'illustrazione racconta.
Quinto dettaglio, i ragionamenti lampo che si affacciano nella testa di Agrifoglio: un vero spasso!
Sesto dettaglio la palette di colori dominante, con quel rosso stinto che è un simbolo o un segno di riconoscimento.
Settimo dettaglio, il sonoro. Parrebbe che Cordell proprio non sappia fare a meno delle onomatopee da fumetto...
Ottavo dettaglio, la divisione in capitoli, che oltre a fare ordine nella sequenza delle scene richiama ancora una volta le composizioni più classiche.
Nono dettaglio, il colpo di teatro finale che contiene in sé la bella sorpresa sui cui occorre tacere, ma anche la constatazione che quella scoiattola sia davvero una super scoiattola se riesce a fare quel che fa!
Carla
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