mercoledì 17 aprile 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

TUTTI DRITTI A UNA FESTA!

Una coda per Nisse, Eva Jacobson (trad. Giola Spairani) 
Iperborea 2024 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Gli è caduta la coda, dice Hasse. 
Dove? chiede il dottore. 
Non lo sa, dice Hasse, Quindi ne vorrebbe una nuova. Lei che code ha? 
Eh, dice il dottore, io di code non ne ho. 
Sì, ma, dice Hasse, qualcosa ce l'avrà pure! 
Della corda? Un calzino? Una cravatta? chiede il dottore. 
Ma sì, tu cosa dici, Nisse? chiede Hasse. 
Che cos'è una cravatta? vuole sapere Nisse. 
Una cosa che ci mettiamo per essere eleganti, dice il dottore. 
Allora prendiamo la cravatta, dice Hasse." 

Con ogni evidenza Hasse e Nisse sono amici (qualcuno potrebbe pensare anche fratelli). E insieme hanno in progetto di andare a una festa. E mentre ci stanno andando Hasse si accorge che Nisse ha perso la coda. 


La cercano un po' in giro senza successo quindi vanno dal dottore che attacca al fondo schiena di Nisse una elegante cravatta. Sulla via per la festa, ostentando la bella cravatta che adesso sembra addirittura uno strascico, incontrano la maialina che, seduta sotto un albero, 'indossa' la coda di Nisse. L'ha trovata e quindi adesso la considera sua. Si litiga un po' - in verità solo Hasse e lei - fino a che la maialina la restituisce in cambio di un po' di sensi di colpa che cerca di far venire a quei due. 
Cambio per cambio, loro non si fanno venire i sensi di colpa ma le regalano la cravatta che lei prontamente indossa come fosse una bandana. 
E tutti e tre vanno alla festa per mano: chi con la coda riconquistata, chi con una cravatta in testa e chi convinto di essere il capo e di aver saputo gestire la difficoltà al meglio... 

Se letta con testa svagata, Una coda per Nisse, potrebbe sembrare quello che proprio non è: poca cosa. Che cosa c'è di tanto straordinario in una storia che racconta di perdere una coda, metterne una posticcia e poi ritrovarla e ripartire da qui per andare a una festa? 
Almeno tre cose: 
1) i protagonisti 
2) il precipizio dell'assurdo 
3) la velocità con cui ci si cade dentro 
Partiamo dai protagonisti. 
Sono quattro di cui due, maialina e dottore, li si potrebbe definire caratteristi, poco più che comparse. 
Il dottore è un pragmatico, onnisciente, risolutivo ed economico. Quattro doti che tutti noi vorremmo avessero i medici che frequentiamo.
 

La maialina è anche lei piuttosto tipica: una di quelle creature che hanno il dono di far sentire gli altri colpevoli, ancora prima di aver mosso un dito. Sanno piangere su se stessi, per distogliere gli interlocutori dal nocciolo della questione (ne ho incontrate diverse di maialine così). 
Nella fattispecie, lei dimostra di avere una concezione della proprietà piuttosto estesa, per cui se trova una coda perduta, non pensa di cercare il legittimo proprietario per riportargliela, al contrario la indossa e la considera cosa sua. E quando viene scoperta e non ha argomenti di difesa decide di contrattaccare e, spiagnucolando, far venire i sensi di colpa al legittimo proprietario della coda medesima, Nisse appunto, e al suo 'manager', Hasse. 
Ecco, Hasse. L'assoluto mattatore di questa storia: quello che dice, fa, briga, gestisce la vita del suo incerto amico. A tal punto Hasse è la mente della coppia che parrebbe che con Nisse ci sia una qualche parentela: fratello maggiore dal grande carisma? Il che spiegherebbe la lieve, quasi impercettibile, differenza di altezza e robustezza tra i due...


Di fatto è lui che muove tutte le sfere celesti: si accorge della coda sparita, si preoccupa, cerca di ritrovarla, cerca un rimedio migliore, argomenta con il dottore, detta i tempi e il ritmo dell'incedere per arrivare alla festa, discute con la maialina, la contrasta, la blandisce e con lei parrebbe stabilire forse anche termini dello scambio... 
Nel suo cono d'ombra c'è Nisse che è l'incertezza fatta e finita. Vive in una dimensione sempre un po' nebulosa, si fa consigliare e non sa mai bene cosa gli riservi il futuro: Come faccio a saperlo? 
Secondo aspetto: il precipizio dell'assurdo è lì davanti agli occhi di tutti. 
Perdere la coda, come se niente fosse, non accorgersene nemmeno. Gironzolare a cercarla e pensare che possa essere quel tronco d'albero o il gambo di un fungo o una piuma strappata a un uccello (che non ha gradito) e quindi decidere di andare dal dottore per trovare la soluzione, che a sua volta è altrettanto inverosimile: corda, calzino o cravatta? Riaverla in un batter d'occhio - attaccata con ago e filo, come potrebbe accadere a un pupazzo? Ma Eva Jacobson che mondo ci sta facendo vedere, in questa sua prospettiva spesso a volo d'uccello? 
E ultima ma non ultima arriva la terza bellezza che è la velocità con cui tutto procede. 
Lettura ad alta voce per eccellenza: una festa!


Si va di gran fretta: praticamente solo dialoghi (in un bell'italiano parlato), un fraseggiare che lascia indietro addirittura le virgolette. Non c'è il tempo per prendere fiato e ogni cosa accade in modalità accelerata. Unica accortezza è quella di dire chi dice cosa. 
Veloce è anche il disegno, matita per dare espressioni, per costruire piccoli gesti significativi, fare scarpette, fiorellini tutti uguali, fili d'erba, sassolini e 'occhi' sui tronchi di betulla. I contesti sono ridotti all'essenziale e gli oggetti si adeguano. 
Bumburubumbumbum si attraversa rotolando una allegra sequenza di assurdità, tipica modalità di pensiero di un bambino o di una bambina nella media: vietato fermarsi, o rallentare a pensare o a obiettare.


Stiamo andando tutti dritti a una festa! 

Carla

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