venerdì 22 novembre 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

UN BUONAFFARE

Le piccole astuzie
, Deborah Ellis (trad. Federico Taibi) 
La nuova frontiera junior 2024 


NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni) 

"'Posso usare il vecchio capanno per una nuova attività?' 
'Vorrai dire se puoi affittare il vecchio capanno' replica la nonna. 
'Sì, sì. Affittarlo' 
'Gli darai anche una ripulita e pagherai di tasca tua le riparazioni che non riesci a fare da sola?' 
'Sì' rispondo. Penso a tutto io.' Nonna annuisce. 
'D'accordo, allora. Così mi risparmio pure la fatica di demolirlo. Che attività hai in mente?'" 

Kate, dodici anni, ha in mente di aprire un chiosco filosofico, un po' come il baracchino di Lucy Van Pelt. Grandi o piccole domande e sempre una risposta, possibilmente un po' criptica e affidata a una roulette di seconda mano e alle parole dei grandi della letteratura, della filosofia e via andare: dal Buddha a Toni Morrison. Per soli 2 dollari a quesito. 
Un'ideuzza niente male. 
Sospesa da scuola per 6 settimane, questa intraprendente e un po' rabbiosa ragazzina deve tenersi occupata. Sua nonna, allo stato attuale la sua unica severissima famiglia, le ha suggerito di mettere su una sua propria attività di pulizia dei giardini... Ma gli affari non vanno come dovrebbero: gli adulti spesso sono dei gran cialtroni con i ragazzini, E Kate lo sa bene.
Lei, che, come sua nonna, è cresciuta dovendosi un po' arrangiare, ha il pallino degli affari e ha molto ben chiaro come la vita possa essere complicata, ma pur sempre piena di opportunità se sei un po' smart e le sai cogliere. 
Sua nonna, da tre anni croce e delizia delle sue giornate, gestisce il più grande e famoso Emporio di oggetti di seconda o anche terza... mano della contea. Un dedalo di stanze, organizzatissimo e ordinatissimo! A proposito di ideuzze niente male. 
Per lei, e questo ha ben insegnato alla nipote, le seconde possibilità anche agli oggetti vanno concesse... Nel loro ménage a due, una cosa è certa: sanno bastare a sé stesse e l'organizzazione e l'ordine regnano sovrani. Con in testa il motto che nella vita è meglio non far mai nulla per nulla, le loro giornate si susseguono, rassomigliandosi sempre un po'. 
Pochi scossoni e un bel po' di faccende da sbrigare, in modo che loro vita, in particolare quella di Kate, sia molto ben regolata: lei ha i suoi compiti da svolgere e sgarrare è vietato! E così anche la sua rabbia sembra aver trovato un canale per defluire senza danni... 
Però però però in questo tran tran qualcosa cova: entrambe, in segreto, coltivano un sogno, o forse più d'uno. 
Questa è la loro storia, a volte esilarante, a volte drammatica. Spesso duramente realistica. Di certo, mai noiosa. 
Effettivamente potrebbe andare avanti così per anni tra loro. Ma invece no. 
Da un lato le loro vite solitarie non possono più di tanto ignorare il crescente brulichio del microcosmo umano che circonda la loro proprietà. E dall'altro, come se non bastasse, i loro grandi segreti vengono alla luce, il complicato passato ridiventa presente e, nonostante tutto, i sogni diventano progetti. 

Quando si dice una copertina ben fatta... 
In quell'immagine di una ragazzina appoggiata a un albero, con le braccia conserte, che guarda lo sfascio di una catapecchia, con un gatto rosso in cima, si riassume il senso più profondo che ti rimane nella testa, a libro letto. 
Tre cose principalmente mi sembrano degne di nota di Piccole astuzie
Da una parte la solidità dei personaggi, almeno dei due principali - nonna e nipote. 
La seconda cosa è l'inaspettata asprezza generale, nei fatti e nelle persone drammaticamente reali,  che attraversa la storia. 
La terza, invece, riguarda proprio la costruzione narrativa che Ellis è in grado di montare. 
La grande potenza di quella nonna e di quella nipote le rendono fin dal principio così credibili che tutto il grande bagaglio del non detto ce lo carichiamo sulle spalle senza che ci pesi non saperne nulla. 
Che cosa succede dunque? 
Che Ellis, come se avesse una torcia in mano, illumina in modo puntiforme solo ciò che vuole. Mette i suoi lettori di fatto dentro una stanza in penombra: la penombra è il misterioso antefatto, che ignoriamo quasi del tutto. Proviamo a intuire cosa si agita nella stanza, ma ci muoviamo a tentoni. 
La Ellis dà una illuminatina sulla rabbia di Kate, uno sprazzo di luce sulla severità e intransigenza della nonna. Ma noi ancora brancoliamo. E la cosa curiosa è che anche la stessa protagonista, in larga misura, brancola con noi su larga parte del contenuto della stanza: una buona porzione del passato della sua scombinata famiglia, lei la ignora. E quindi spesso è con lei che mettiamo insieme i fatti e facendolo, colleghiamo i fili per creare connessioni e senso e un po' di luce. 
Questa grande penombra e il suo venire fuori a poco a poco ha molto a che fare con l'asprezza cui si alludeva. Uno degli esiti della durezza è data dal mandato che nonna e nipote si sono reciprocamente date: il silenzio. 
Tacere, non spiegare, omettere, nascondere - il grande non detto - fa sì che ci si debba muovere nella suddetta stanza, prendendo spesso e volentieri spigoli vivi e taglienti. 
Poi, quando tutto è illuminato, si smette di prender colpi qui e là e si Ritrova l'armonia, tanto per citare il titolo dell'utile manuale che nonna e nipote hanno tirato fuori dalla libreria dell'emporio e che dagli anni Settanta insegna a gestire la rabbia. 
Insomma, va bene così che nonna e nipote abbiano quel caratteraccio: non potrebbe essere diversamente, a meno di non voler raccontare una storia melensa. Ma non mi pare che la Ellis lo abbia mai fatto.
E ancora: queste asperità degli accadimenti e del carattere dei personaggi, le loro reciproche intransigenze, le molte astuzie non solo piccole, costituiscono l'inaspettato, l'imprevedibile, l'originalità, il punto di vista non scontato in una bella storia per ragazzini e ragazzine delle medie. 
Quindi tutto è bene quel che finisce bene...

Carla

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