venerdì 8 novembre 2024

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

NON PRECETTI, MA STORIE 

La vera storia della banda Hood, Wu Ming 4 
Bompiani 2024 


NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni) 

"'Se siete qui è perché non siete niente e non vi spetta niente. Eppure i cantastorie al villaggio cantano di voi. Dei re...dei cavalieri... dei santi e di Robin Hood che a Sherwood ha il suo regno senza corona e fa pagare il pedaggio a tutti quelli che passano. Una canzone mai sentita prima. Potete decidere di rimanere quello che siete, cioè niente. Oppure potete essere all'altezza delle canzoni e fare quello che nessuno ha mai osato fare.' 
Will scattò in piedi. 
'Queste sono le parole che mi piacciono. Abbiamo le frecce. Tante da sterminare un esercito.' Indicò Gisborne. 
'E lui ha un piano.'
'Come facciamo a fidarci?' domandò Much.
Will stava per ribattere. Poi guardò ancora Maud, la cui espressione valeva più delle parole: non precetti, ma storie." 

Un uomo che è stato crociato accanto a re Richard in Terra Santa, un crocesegnato,  sta dialogando con un pugno di ragazzini, la banda Hood, i nullaventi. Ognuno di loro, per ragioni diverse, ha scelto la macchia, la foresta, la latitanza. La loro casa adesso è la foresta, nell'ombra. Sono parecchi, e Robin è solo uno tra loro. Insieme sono la forza delle storie che su di loro si raccontano entro le mura delle città. I loro nemici giurati sono i signori, i nobili, più o meno corrotti, sono gli abitanti dei castelli e delle città, la legge, quella dei più potenti. Intorno al fitto quasi inespugnabile della grande foresta c'è una piccola rete di villaggi e un tessuto di abitanti, ma su tutto questo c'è la grande Storia che va avanti. 
Ecco: la Storia. Quella che tutti conoscono. Re Richard, Riccardo Cuodileone, è in Terra Santa per riconquistare Gerusalemme - ma sarà ancora vivo? o sarà tenuto prigioniero? Un fatto è certo: il trono d'Inghilterra è vacante e insidiato dal fratello John, Giovanni Senzaterra. Il popolo d'Inghilterra è allo stremo e ridotto in povertà, per le tasse che sono servite per pagare la III crociata prima e poi il riscatto per la liberazione di Richard. Intrighi di palazzo, schieramenti, tradimenti, su tutti la regia della Regina Eleonora d'Aquitania che aspetta che il suo figlio prediletto, Richard, torni a regnare e cancelli ogni velleità di governo al fratello John che trama con il re di Francia... 
Intrecciate alla grande Storia ci sono le piccole storie e una leggenda: quella di questa banda di ragazzi, autentici sopravvissuti, che hanno scelto di essere fuorilegge, perché braccati da chi ha più di loro. La piccola storia di un cavaliere solitario, che è fedele solo a se stesso; la piccola storia di un cieco, che "osserva" e riferisce. Le piccole storie di un buon numero di donne, da Lady Marian in giù: tutte, inevitabilmente, soggiogate. La piccola storia di un cantastorie, sorta di innesco di quella che sarà la leggenda di Robin Hood.... 

Ecco. Dalla leggenda di Robin Hood parte Wu Ming 4 per fare due cose che gli riescono assai bene: scrivere un gran romanzo e riscrivere, appoggiato su fonti storiche, quello che è stato il mito di Robin Hood. 
Partiamo dal fondo: Robin Hood, così come ci è stato raccontato da certa letteratura e sopratutto da certo cinema, non è mai esistito: nessun superuomo, aitante, scattante, invincibile (talvolta in calzamaglia). Secondo le fonti, nelle ballate dell'epoca, e in molta buona letteratura e saggistica sul tema, non c'è traccia di questo supereroe invincibile e filantropo. Non c'è traccia della sua storia con Lady Marian, liberazione compresa. 
Questa, la molla che ha spinto Wu Ming 4 a studiare per bene la questione, a fissare una serie di punti storici e a restituire la sequenza dei fatti come presumibilmente devono essere accaduti. 
Ma Wu Ming 4 non è uno storico in senso stretto, ma è piuttosto un eccellente scrittore e così il suo intento di fare luce e chiarezza diventa un romanzo pazzesco. 
Per amor di verità, quindi succede che nella storia che racconta Wu Ming 4 Robin è un figurante, mentre protagonista assoluto è il gruppo, la banda Hood (dal titolo in poi). 
La sua leggenda nasce quindi da una voce che non è singola, ma corale. 
Per lo stesso amor di verità, Wu Ming 4 fa luce sulla condizione femminile alla fine del XII secolo in Inghilterra. E quindi conosciamo la ragazza vittima del birraio, il coraggio della serva di Lady Marian, Lady Marian stessa che nelle sue pagine diventa simbolo di intelligenza muliebre, da tenere segregata, appunto. La grande Eleonora che aleggia per tutto il romanzo, per poi comparire trionfalmente sulla scena, proprio sul finale. Conosciamo Maud, apparentemente l'unica femmina della banda che ha il ruolo di narratrice e custode di una fede incrollabile. Una mezzafata, piena di carisma, forza e mistero. Invincibile. Ma su di lei, ci torno. 
Per il medesimo amor di verità, racconta la Storia, quella con la esse maiuscola, per come è veramente andata: un caso su tutti il ruolo di grande regista che assegna alla regina Eleonora e il relativo piano della Corona di spremere un territorio, quella parte dell'Inghilterra (tra York e Nottingham) fino allo stremo per poter pagare la Crociata e il ritorno in patria del suo figlio sovrano. 
Ma La vera storia della banda Hood ha molto di più in sé. 
Innanzi tutto è una magnifica narrazione che spesso ha lo spessore di un racconto mitologico. Per questo, si serve di una serie di archetipi (nei ringraziamenti finali c'è un preciso omaggio): dal cervo che abita il bosco e che ogni tanto appare dal nulla, fino al cavaliere solitario Gisborne. 
E a proposito di mito e archetipi, non si può non notare che Wu Ming 4 lavori su un meraviglioso quanto efficace contrasto tra quello che è il mondo dei grandi, il mondo della civiltà, della ragione, della legge, della Storia cui contrappone quello della foresta, del mistero, dei bambini, della natura, del selvatico, delle storie. 
Solo a titolo di provocazione per continuare a ragionare sulla questione, che non è affatto marginale, rimanderei al saggio di Giorgia Grilli (Di cosa parlano i libri per bambini. La letteratura per l'infanzia come critica radicale, Donzelli 2021) o a quanto scrive Ursula K Le Guin a proposito della lingua padre e della lingua madre... (in I sogni si spiegano da soli, a cura di Veronica Raimo, Big Sur 2022).
Cosa condivide la visione di Wu Ming 4 con questi due saggi? L'ho appena detto: la contrapposizione fra infanzia e mondo adulto, tra natura e civiltà, tra selvatico e addomesticato, tra misterioso e razionale, tra storie e Storia, tra mito e realtà, tra ribellione e giogo, tra libertà e dominio.
Pieno di echi presi a prestito dalla grande letteratura, uno su tutti il Peter Pan di Barrie che su queste dicotomie si fonda (la giovane Maud è una Wendy perfetta e i ragazzi briganti, da Much al piccolo Ned, sono lo specchio dei Bimbi Sperduti), il romanzo va in molte direzioni diverse. 
A pagine di storia si alternano pagine d'amore (la più bella dichiarazione d'amore è a p. 166), pagine di intrighi e spionaggio, pagine di mitologia e superstizioni, pagine di puro racconto fantastico...
E per questa ragione va letto almeno cinque volte per apprezzarlo ben bene.

Carla
 
Noterella al margine. Che poi tanto margine non è: grandiose sono tre cose. La lingua, la capacità di costruire un plot complesso ma sempre esatto nei suoi incastri (secondo la famosa legge, per la quale se compare una pistola, quella pistola prima o poi sparerà...), la capacità di far precipitare le situazioni con la stessa fulminea velocità di un film d'azione molto ben fatto.

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