C’è una caratteristica immediata, di pancia, nei libri di Taro Gomi: sono gioiosi. E voi direte ma sai quanti libri per bambini sono gioiosi! Sì ma quelli di Taro hanno qualcosa di più, che li rende unici, unici come lo è un ricordo d’infanzia quando emerge prepotente da un particolare insignificante: la saponetta sulla vasca a ricordare i bagni infiniti, un pezzetto di lego a ricordare i pomeriggi passati coi propri fratelli a giocare.
Il libro è uscito nel 2013 e viene pubblicato per la prima volta in Italia da Kira Kira, un editore che si occupa principalmente di autori ed illustratori giapponesi.
Come dice il titolo, il libro è una piccola enciclopedia alla Gomi, divisa in due parti: “Nomi” e “Parole della vita quotidiana”. Segue un ordine alfabetico? No! Stiamo parlando di Taro Gomi! Segue delle associazioni impreviste.
Parte dalle cose ovvie e facili, ossia il VISO.
Ma nella pagina successiva appare una MUCCA, animale che ama rappresentare.
La prima doppia pagina apre con un Bambino-Taro: visetto tondo, carnagione scura, capelli neri, sereno e sorridente.
La seconda invece rappresenta una mucca con lo sguardo da mucca e in attesa trepidante di finire di posare per scappare al pascolo.
La prima caratteristica a saltare all’occhio è infatti questa mescolanza di persone, animali, cose e concetti. Cosa accomuna tutto questo mondo? Il fatto che siano cose nominabili, la parola è il fondamento. Le parole nominano non solo cose che si vedono, ma anche cose che non si vedono.
Taro Gomi è uno degli illustratori/autori preferiti da Jon Klassen. Con lui ha in comune la semplicità del tratto e la miracolosa capacità di fare emergere tantissimi particolari con pochissimi dettagli, diciamo due autori minimalisti, dove la scarsità arriva dritta dritta all’essenza.
Solo una mano esperta può descrivere aria-vento-gas con quella grazia, rappresentando semplicemente un primo piano di un signore con la cravatta, su sfondo bianco. E nella pagina successiva il bambino-Taro prende il suo posto, a rappresentare delle emozioni (tristezza, risentimento, etc..) o una postura (sogno, pensiero, etc…).
Penso che su questa doppia pagina i bambini possano starci ore, e anche io ci sto, a dire la verità.
Il capitolo termina con una carrellata di volti di bambini di ogni tipo e genere e, naturalmente, con i loro nomi. Che per un bambino il nome è quella cosa lì principalmente, il nome della mamma, del papà, dei fratelli, dei migliori amici.
La seconda parte del libro dal titolo “Parole della vita quotidiana” scende a scandagliare le modalità con cui le parole fanno stare nel mondo le persone.
Le parole aiutano a fare cose, le cose si possono fare in diversi modi e quindi si possono usare diverse parole per farle: alcune parole spiegano, altre lodano, altre ancora rifiutano, alcune addirittura consolano:
Questa illustrazione che procede nella pagina successiva è emblematica del lavoro di Taro Gomi: tutti possono consolare, a modo loro e con parole proprie a loro, perfino un bebé consola, sovvertendo il paradigma per cui i piccoli vanno spesso consolati.
Le espressioni dei sei personaggi rappresentati, così diverse l’una dall’altra, ci dicono che anche uno sguardo in apparenza duro (quello del medico? scienziato? professore?) in realtà è in funzione di un aiuto: vuole spronarci, vuole scrollarci per dirci: ehi, avanti così!
Così come l’espressione del signore alto è così empatica che io mi immagino stia lì accanto a noi, con poche parole in mano, ma molta presenza.
Gomi lavora così, attraverso i bianchi: lascia spazi, non copre il mondo di etichette, ma usa le etichette per scoprire altre cose. E mentre scorriamo incantati tra le immagini, ci viene voglia di sorridere, perché riconosciamo una gioia vivace che cresce in ogni pagina.
Valentina
“L’Enciclopedia di Taro Gomi - Nomi e parole della vita quotidiana” di Taro Gomi, trad. Roberta Tiberi, Kira Kira ed. 2025
Nessun commento:
Posta un commento