L'EPICA DELLA MARMOTTA
Iperborea 2025
NARRATIVA ILLUSTRATA PER GRANDI (dai 9 anni)
"Lotte apre gli occhi cautamente. Intorno a lei i massi scuri ruotano in una strana danza. In alto il sole lancia i suoi raggi appuntiti che le si conficcano nella testa dolorante. Sente i sassolini sotto la pelliccia della schiena. I massi si muovono sempre più piano, ma si rifiutano di fermarsi del tutto. Massi alti con ripide pareti lisce su tutti i lati. Come un orribile luogo sacrificale, un recinto di pietra per prigionieri disgraziati, pensa Lotte coprendosi il muso con le zampe. Forse mi sono spaccata la testa. Se è così, ben mi sta.
'Pssst! Ehi, tu!'
Lotte tira su la testa e si guarda intorno, ma non vede nessuno.
'Ehi, marmotta. Mi serve aiuto'"
Lotte è una marmotta giovane, che ha pensato di avere davanti la sua ultima estate da marmottina libera, ossia non ancora soggetta all'obbligo di dare una mano nei lavori di gestione della tana di famiglia. Quando suo fratello maggiore, Morris, partirà per il bosco come tutti i maschi adolescenti e adulti a lei toccherà aiutare la mamma. Lotte però è uno spirito libero e quando sente che le temute vipere hanno ulteriormente vessato la tribù delle marmotte, obbligandole a una ulteriore tassazione e una ulteriore riduzione della loro parte di pietraia, prende una decisione: la fuga.
Si separa - a fatica e con un pugno sul naso - dal suo prudente e fedele amico Pigno, abbandona la tana e si avventura. Per caso origlia qualcosa di oscuro e intuisce che trame segrete si tessono ai vertici del governo militare delle vipere e altrettanto per caso si trova coinvolta in un gioco pericoloso pieno di serpenti e soprattutto quello che pensava non le sarebbe mai capitato, invece le accade!
Questa è la storia molto avventurosa di una marmotta curiosa quanto coraggiosa che un giorno decide per la libertà, per poter combattere l'ingiustizia che tiene sotto scacco la sua gente, per poter superare il pregiudizio, indagare nel passato e magari anche ritrovare il suo papà.
Il prologo di questo libro è un gancio fantastico.
Va dritto su alcune verità incontrovertibili che sono legge in natura: è così e basta.
Bene bene.
Due indizi mi portano a capire che siamo in qualcosa di simile a una saga. Il primo indizio è la cartina che separa la storia dal potente prologo. L'ho imparato con l'esperienza: se c'è una mappa dei luoghi vuol dire che sarà utile al lettore per orientarsi in una storia complessa in cui i luoghi sono importanti.
Il secondo indizio è diametralmente opposto: alludo all'ultima riga in cui si legge:
Domani è un nuovo inizio. Domani inizia l'avventura.
A parte quella ripetizione che, vista la traduttrice, non credo sia una svista, parrebbe evidente che si è di fronte a una storia che non ha nessuna intenzione di finire.
Bene. Siamo in una saga dal sapore fantasy?
Non direi, almeno non in apparenza, anche se dello scontro tra bene e male si occupa, ma non c'è nessuna magia!
Siamo in una saga epica.
Nel senso che siamo in una storia dove un eroe - qui in realtà un'eroina in uno scenario molto femminile - combatte l'ingiustizia e i soprusi subiti dal suo popolo. Una saga epica in cui si scontrano due mondi, due popoli tra loro apparentemente incompatibili se non addirittura avversari: le marmotte tonde, femmine e grandi lavoratrici e i serpenti, le vipere, infide, sottili, bugiarde, assetate di potere e soprattutto velenose.
In mezzo c'è Lotte che ha il coraggio di andare a vedere chi sia il suo avversario.
Ne ha bisogno, soprattutto per capire. Lotte, lontana da ogni pregiudizio, è una che sceglie di attraversare il confine. Per questo diventa, inevitabilmente, una predestinata a svolgere il ruolo di mediatrice: lei fugge da un mondo per finire dritta dritta nell'altro. Lo fa senza un preciso piano, che non sia quello di dimostrare al mondo la sua libertà conquistata. La cosa che ottiene è proprio quella di trasformarsi in anello di congiunzione, tra due mondi che fino a quel momento erano agli antipodi.
Quelle che sembravano sfere impermeabili, grazie a lei, non lo sono.
Quelli che siamo abituati a tenere separati - il bene e il male - sono sempre molto più connessi di quanto possa sembrare.
E tutto questo è di agghiacciante attualità.
Tra le crudeli e spietate vipere c'è qualcuno che dirazza e dall'altra tra le prudenti e sottomesse marmotte c'è qualcuno che dirazza altrettanto.
È quindi nelle cose che i due si incontrino e facciano strada assieme.
E noi siamo lì con loro...
Carla
Nessun commento:
Posta un commento