mercoledì 19 novembre 2025

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

CAPPUCCETTO VIVE A COPENAGHEN 


C’è un tipo di scrittura che io amo moltissimo ed è quella che raccontando fatti, trascrivendo dialoghi, stando sulla superficie delle storie che racconta, scende in profondità e te ne accorgi man mano procede e non solo quando il libro è finito. Quando torni alla realtà hai un tassello in più da utilizzare oppure no, da conservare senz’altro. 
Lois Lowry è una scrittrice maestra in questa scorrevolezza. Conta le stelle è un libro che ha scritto nel 1989, già tradotto in Italia e ripubblicato oggi per Mondadori. 
Nel 1943 a Copenaghen la popolazione comincia a sentire la presenza tedesca in modo sempre più pressante: la Danimarca si era arresa ai tedeschi immediatamente nel 1940, non avrebbe mai potuto resistere all’assedio. Annemarie vive nella capitale danese, tranquilla e allegra, come lo può essere una bambina di dieci anni per cui le strade sono il luogo per eccellenza del gioco. Certo lei non ama particolarmente quei soldati tedeschi appostati in ogni svincolo strategico, che fanno paura con quel loro accento tutto strano, che urlano ordini e impongono regole (tipo non correre sul marciapiede). La loro presenza si fa però via via più ingombrante man mano che vede sparire dentro casa la sua migliore amica Ellen e la sua famiglia, la famiglia Rosen. 
Annemarie è curiosa: ascolta parole strane di cui non capisce bene il significato (come “Resistenza”), fa i conti con la morte della sorella maggiore, addormenta la sorellina minore da cui imparerà una lezione che le salverà la vita e che accompagna ogni sera attraverso le porte della veglia raccontandole fiabe di ogni tipo. 
Proprio sull'impianto fiabesco questo libro mi ha rubato il cuore. 
Annemarie è nata e cresciuta a pane e fiabe, ogni sera tenta invano di raccontare alla piccola Kristi la storia dell’arcinota sirenetta, ma la sorella le nega sempre e in modo deciso questa possibilità. 
I momenti più intensi del libro sono di due tipi: il primo fa riferimento a tutto il quotidiano di tre bambine (Annemarie, Kristi e Ellen) che giocano, si spaventano, si aiutano vicendevolmente apprendendo anche l’una dall’altra in modo automatico, osservando i comportamenti con precisione. In questo la Lowry è assoluta maestra: dettaglia minuziosamente i micro movimenti tipici dell’infanzia, quelli che all'apparenza appaiono come casuali posture e che poi si trasformano in elementi fondamentali per quelle piccole persone e di conseguenza per la storia. 
Il secondo è quello della tragica storia degli ebrei danesi, costretti all’esilio in Svezia, esilio progettato e messo in atto dalla Resistenza: anche in questo frangente Annemarie e Lowry si affidano alle fiabe, prendendo in prestito dalla tradizione, e giocando proprio sul sottile limite che fa sfumare la realtà nella fantasia. 
Quanto le fiabe raccontano di soprusi, di prepotenze, di salvezze all’ultimo momento, di catarsi, di bambine perdute, di cani che diventano buoni? Tutti questi elementi contribuiscono a costruire l’impalcatura della storia e rimangono gli alleati perfetti in primis di Annemarie ma anche del lettore, che come lei partecipa al tentativo di salvare Ellen. Il libro contiene due scritti della Lowry, una prefazione e una postfazione nella quale la scrittrice rimette un po’ il limite al suo posto, raccontando come abbia attinto dalle storie ascoltate e dalla realtà. Con il suo consueto amore per i dettagli, nelle ultime pagine unisce magistralmente la Storia alle storie. Lo consiglierei a lettori oltre i dieci anni.

Valentina

Conta le stelle, di Lois Lowry, trad. Simona Broglia, Mondadori 2025


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