mercoledì 10 settembre 2014

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


COMICO DI SUCCESSO

Bisogna dire, a onor del vero, che spesso si nutre una certa diffidenza nei confronti di quei libri che hanno successo, troppo successo. E' arrivato il momento di spezzare, almeno in parte, l'equazione libro di successo uguale libro commerciale, anche se è evidente che l'affermazione di un'opera di solito implica serie che ne allungano la vita anche commerciale e una serie indefinita di emuli, che cercano di replicare l'irreplicabile.


Perché in ogni caso il successo duraturo dice che quel libro, quella serie, quel personaggio hanno qualcosa da dire al loro pubblico di riferimento.
Eccomi qui, allora, a parlare di due fenomeni editoriali, rivolti, grosso modo, alla stessa fascia d'età, con alcune importanti differenze.
Comincio dal più recente, in ordine di pubblicazione, Scuola media. Gli anni peggiori della mia vita, scritto da James Patterson con Chris Tebbetts e con i disegni di Laura Park. Devo dire che l'ho letto piuttosto prevenuta, pensando di trovarmi di fronte al classico libro/prodotto confezionato su misura sulle richieste di un target molto preciso, i ragazzini, soprattutto, e le ragazzine che attraversano quella infelice e delicata fase della vita che si colloca fra le elementari e le medie: non più piccoli, non abbastanza grandi.
L'apparenza, data soprattutto dall'indovinatissimo titolo e dalla presenza di illustrazioni, fa pensare ad una classica storia comica, tesa a sdrammatizzare i drammi del crescere e del vivere nella società dei pari, senza più la copertura delle attenzioni materne. Quindi mi aspettavo una carrellata di situazioni paradossali, condita da qualche battuta politicamente scorretta e una certa complicità col lettore/trice. In realtà Scuola media non è questo o, comunque, non solamente questo. Il protagonista, Rafe Khatchadorian, è un ragazzino di undici anni, colto all'inizio della prima media, con una famiglia normalmente disastrata, una madre per necessità assente, il suo detestabile nuovo compagno, la sorellina impicciona. Come da copione. Ma il nostro Rafe ha un migliore amico, molto silenzioso ma determinante, Leo, con cui condivide tutto ed è lui a proporgli, dopo la prima giornata di scuola, una pazzesca gara ad infrangere tutte, ma proprio tutte, le regole della nuova scuola. Una gara a punti, il cui giudice insindacabile è proprio Leo. Rafe dunque si lancia in un'azione suicida dopo l'altra, mentre un bullo lo prende di mira e lui si prende una cotta per Jeanne Galletta, perfetta prima della classe. E' più o meno a metà libro che scopriamo che Leo è un amico immaginario e solo alla fine scopriremo chi rappresenta veramente. Dunque una storia non banale, anche se di amici immaginari abbiamo più volte sentito parlare; e non la semplice complicità con il lettore che cerca uno specchio alla propria insofferenza per la scuola con tutte le sue regole; un intreccio tutto sommato interessante, ma si può dire senza tema di smentite che l'autore di mestiere ne ha da vendere e le storie le sa costruire; e un finale non scontato. Viene quasi da pensare che i ragazzini/e che lo acquistano per la copertina, ci trovano dentro un libro che comunque li fa pensare.


Con un target più ampio, lettori e lettrici dai nove anni in su, il mitico irresistibile Diario di una schiappa di Jeff Kinney, è portato in Italia da Il Castoro nel 2008. E' obbiettivamente un fenomeno editoriale, non all'altezza di Harry Potter, che si rivolge anche al lettore adulto, ma comunque resistente. Piace ai bambini delle elementari perché è facile da leggere, è intercalato di vignette e li fa sentire grandi; piace ai ragazzini più grandi perché descrive proprio la loro vita. Greg, il protagonista è un ragazzino qualunque, non forte, non secchione, moderatamente imbranato e alle prese con l'insorgente e inquietante vita sociale. Facile idendificarsi con lui, per i nostri/e giovani lettori, facile leggere le sue avventure che dimostrano come sia possibile, anche per ragazzini normali, riuscire a cavarsela. Il tutto raccontato con leggerezza e ironia.
L'unico neo è l'indurre una sorta di dipendenza dai libri facili da leggere, ma il percorso di crescita sono individuali e sta a insegnanti e genitori proporre contestualmente anche testi più complessi.
Parliamo dunque di capolavori? Secondo me la questione è mal posta, sono libri di efficace costruzione, capaci di dimostrare ai giovani lettori, magari riluttanti e distratti da tutt'altro, che nei libri ci si può rispecchiare, ci si può divertire, si può diventare anche un po' più grandi.

Eleonora

“Scuola media. Gli anni peggiori della mia vita”, J.Patterson, C.Tebbetts, Salani 2013
“Diario di una schiappa”, J.Kinney, Il Castoro 2008.


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