mercoledì 10 febbraio 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA VITA È PREPOTENTE

Lungo il cammino, Isabella Labate
Orecchio acerbo 2015


ILLUSTRATI PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Quel giorno, quando si avviò verso casa, Rachele non sentì da lontano le solite voci e le sembrò strano, quel silenzio. Il paese era deserto. Andò subito a cercare sua madre, ma non la trovò, così come non trovò le vicine.
Non c'era nessuno.
Rachele ancora non capiva, ma presto si rese conto che, per la prima volta in vita sua, era sola. Semplicemente erano spariti tutti.
Andò a casa e attese attonita, in lacrime."

A Rachele piace camminare da sola nel bosco. Le piace farlo quando piove perché la pioggia accentua gli odori. Passeggiare tra gli alberi, immersa nella natura, le dà la sensazione di esserne parte. Quel giorno però ad aspettarla in paese non c'era sua madre, non c'erano le vicine che tante volte l'avevano messa in guardia dai pericoli del bosco. 


Solo un grande silenzio, le case vuote e gli animali incustoditi. Rachele capisce che qualcosa di terribile deve essere accaduto se neanche sua madre è rimasta lì ad aspettarla. Più dell'attesa può il desiderio di trovare qualcuno e Rachele mette in un sacco del cibo, un po' d'acqua e, avvolta nello scialle di sua madre, si mette in cammino. 
Non ha direzione certa. 
 

Lungo la strada incontra un cavallo e insieme proseguono lungo un sentiero in salita. La notte in una grotta e, il giorno dopo, tanta strada nelle scarpe. L'incontro con un lupo le fa temere la fine, ma un po' della sua carne secca lo tiene lontano da lei. Se ora ha imparato a riconoscere l'odore di un animale selvatico, i rumori che sente alle sue spalle l'atterriscono sempre di più. Rachele prosegue, piangendo e urlando, fino ad arrivare ai piedi di una rupe.Ed è qui che sente finalmente un suono conosciuto: passi e piccole voci. 


Un vecchio pastore con il suo gregge l'accoglie nella sua grotta. Al racconto di Rachele il vecchio replica con la sua storia: da molto tempo ritiratosi in cima al monte in solitudine, ricorda il mondo prima della grande devastazione, quando le persone abitavano i palazzi altissimi, il cielo era attraversato da macchine volanti, e tutto il sapere era racchiuso in scatole magiche. E ricorda anche come tutto questo, all'improvviso, sparì.
Il viaggio di Rachele però non può fermarsi in quella grotta, le suggerisce il vecchio. 'Vedi, la vita è prepotente, ritorna...' Dopo ogni inverno torna la primavera e anche lei deve andare avanti per trovarsi il proprio posto nel mondo.
Rachele riparte, ma questa volta il sentiero è in discesa...
Alla fine del suo percorso, tra le mura di un'antica chiesa, vedendo nel suo volto riflesso, la somiglianza con quello di sua madre, Rachele capisce che la vita va avanti, nonostante tutto.
Scompare la paura e appare qualcuno con cui condividere un nuovo cammino.


Lungo il cammino ha il flusso di una fiaba, di un ininterrotto racconto orale, narrato a bassa voce (non credo sia casuale la mancanza di maiuscole in copertina).
Le parole, lette in un soffio, denunciano una raffinata musicalità interna. Le stesse parole, scritte, scorrono lungo le pagine, quasi senza margine, interrotte talvolta solo da una piccola croce che segna le pause più lunghe. 


Tutto questo ci porta ad un mondo remoto, di libri antichi. Di mondi passati. E grazie alla sensibile e raffinata mise en page di Orecchio acerbo.
La storia, invece, porta in sé elementi che alludono al futuro. Contiene tutti gli elementi che lo rendono narrazione di un rito di passaggio. Un percorso di crescita tra l'adolescenza e l'età adulta. D'altronde cosa sono spesso le fiabe se non metafore di percorsi di crescita di fanciulle e giovanotti?
Un libro dunque che contiene in sé, in un intreccio solido ed equilibrato tra forma e contenuto, il passato e il futuro.
Il passato e il futuro di questa ragazza che conosciamo, ancora prima di poter leggere la sua storia.
Il volto di Rachele, seminascosto da uno scialle che lo avvolge, in copertina già racconta molto di sé. È spaventata, ma ci invita al contempo ad entrare nella sua storia, nel grigio diffuso, sfumato di un mondo brumoso, vuoto e silenzioso. Frammenti della natura che la circonda, sotto forma di lumache, uccelli, pigne o castagne, accompagnano il racconto, che poi prende forma in tavole a piena pagina, autentiche testimonianze di perfezione nel dominio della matita. Lo sguardo si bea nell'illusoria percezione di essere di fronte ad una fotografia e si affina nel cercare la conferma di essere di fronte a un disegno fatto a mano libera.


Un talento, quello di Isabella Labate, tenuto sotto la cenere per troppo tempo.
Illustratrice timida, come timida è Rachele, ma piena di forza, come forte è Rachele in cammino, quando prende la matita in mano e comincia a disegnare (e a scrivere).

Carla

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