DALLA PARTE DEGLI...SFIGATI
Avete
presente quei ragazzini con le scarpe sempre slacciate e la felpa con
qualche bella patacca? A quei ragazzini lì è dedicato Il mio
nome è strano, di Alberto Arato e Anna Parola, che sicuramente
di ragazzini così ne ha visti a bizzeffe. Il protagonista di questo
libro, dedicato ai giovani lettori dai dieci anni in su, ha una mamma
finta, cioè quella che materialmente l'ha messo al mondo, e una
vera, cioè che lo ha adottato e che gli vuole bene. Avrebbe anche un
papà vero, se non fosse che a un certo punto decide di andarsene con
una stangona bionda. E poi c'è la scuola, una maestra vicina alla
crisi isterica e una preside che non è tanto male. Ma la cosa più
grave di tutte è dover convivere con un nome impossibile, Tedoforo.
Ovviamente, Ted, come si fa chiamare, cerca di sopravvivere,
consolandosi con delle interminabili battaglie fra i pupazzetti delle
merendine. Inutile dire che il nostro eroe, come da copione, non fa
che mettersi nei guai, fino a che, messo alle strette, non decide di
risolvere il problema alla radice, facendo 'sparire' tutte le maestre
e provocando un caos generale. Non vi svelerò il segreto, aspettate
ancora qualche giorno e troverete il libro in libreria.
Scritto
con grande ironia e leggerezza rivela la profonda complicità e
simpatia degli autori nei confronti di quei ragazzini che
frettolosamente vengono bollati come dei 'pierini', o, per dirla in
modo aulico, problematici. Lettura dunque consigliata a tutte quelle
insegnanti che stanno per perdere la pazienza. E, naturalmente, a
quei ragazzini, che sono stanchi di essere rimproverati.
L'altro
libro che vi segnalo non ha certo il dono della leggerezza, anche se
raccontato con ironia. The bully book, di Eric Kahn Gale, è
il manuale del bullo che qualche ragazzino ha scritto decenni prima e
che viene custodito di generazione in generazione dai bulli di una
scuola. Insegna come fare a conquistare il controllo di una classe e
diventarne il leader, a occultare le proprie nefaste imprese a danno
del proprio contraltare, il ragazzino, capro espiatorio di tutte le
prepotenze del gruppo: il Grunt. Il protagonista del libro, alter ego
dell'autore, che ha vissuto vicende simili, isolato, sbeffeggiato,
aggredito, cerca di uscire dall'angolo in cui l'hanno cacciato
cercando di ritrovare questo benedetto manuale, origine di tutti i
suoi guai. Perché è diventato un grunt? Perché non riesce a
parlarne con nessuno, perché gli amici lo abbandonano?
Il
diario di Eric, il protagonista, si alterna alle pagine del manuale e
devo dire che in un certo senso è agghiacciante, perché descrive
esattamente le dinamiche interne ad un gruppo di ragazzini, in questo
caso di dieci undici anni, ma che possono applicarsi anche a ragazzi
più grandi. Le prepotenze, gli sfottò, sempre più crudeli,
l'isolamento, la maldicenza, per non dire delle minacce e degli
scontri fisici. Poiché questa esperienza l'ha fatta mio figlio al
liceo, e ne è uscito bene proprio perché ha tenuto la sua rete di
solidarietà e di amicizia, posso garantire che sono situazioni
difficilissime da gestire ed estremamente dolorose per chi ne è
coinvolto. Come, appunto, l'autore del libro, che certamente ha
voluto aiutare tutti i grunt a ribellarsi al dominio dei bulli.
Lettura consigliata a genitori e insegnanti che vogliano capire di
più di un fenomeno spesso sottaciuto. E magari lettura condivisa con
i diretti interessati.
Eleonora
“Il
mio nome è strano”, A. Arato e A. Parola, Lapis 2013
“The
bully book”, E. Kahn Gale, San Paolo 2013
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