venerdì 21 giugno 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


CAPITANI CORAGGIOSI 
 
MIO PADRE IL GRANDE PIRATA, Davide Calì, Maurizio Quarello
Orecchio acerbo, 2013

ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)


"Non appena arrivato, mio padre mi prendeva sulla ginocchia, apriva una grande mappa che odorava di polvere, e mi mostrava tutti i posti dove era stato. E per ogni posto mi raccontava di una nave che avevano attaccato, e di quante volte avevano deciso di salvare la vita dei marinai in cambio di tutti i tesori che avevano.
A casa, però, di tesori, non ne portava mai."

Ma regali, sì. Ogni anno qualcosa di diverso: pipe, conchiglie, denti di pescecane e anche una bandiera col teschio.
E questo succedeva ogni estate, quell'unica volta in un anno in cui questo bimbetto rivedeva suo padre. Il suo grande padre che di mestiere faceva il pirata!
Ma un'estate non tornò. Al suo posto arrivò un telegramma; madre e figlio presero un lungo treno e fecero un lungo viaggio. Si va da papà.
Finalmente quel bambino avrebbe incontrato la variopinta ciurma di cui per anni aveva solo sentito raccontare le gesta: il Tatuato, Tabacco, il Barbuto, il Piccoletto, e ancora Figaro, Turco, Libeccio, Salsiccia e il pappagallo Centesimo.


Ma all'arrivo non c'era il mare ma nebbia a pioggia, nessuna nave di nome Speranza, ma un ospedale e un padre tutto fasciato, moribondo in fondo a un letto.


E così bruscamente si interrompe il sogno: il padre non era un pirata ma uno dei tanti emigrati in cerca di lavoro nelle miniere del Belgio. Speranza non era un veliero ma una miniera fonda e buia che per quella 'ciurma' di minatori aveva rappresentato davvero l'unica speranza di sopravvivenza.
Tornato con il padre in Italia, a quel bambino è occorso del tempo per capire che suo padre non lo aveva tradito, ma aveva cercato di rendere autentico, attraverso il racconto, un sogno che lui avrebbe voluto vedere realizzato per sé: andare per mare.
E ci è voluta una seconda lettera per rimettere tutta la famiglia in viaggio verso il Belgio. Si va a salutare la miniera, per l'ultima volta prima che chiuda per sempre.
L'intera ciurma, ancora riconoscibile nonostante i volti invecchiati di ognuno, si ritrova e si stringe ancora una volta intorno a uno dei tralicci.
A ben vedere, una squadra di minatori può ben essere una ciurma e un traliccio assomiglia parecchio ad un albero di nave. Ed è dalla cima che finalmente sventola la bandiera pirata della miniera 'Speranza': suo padre, il grande pirata non se ne era mai andato.

Se una storia è una buona storia, dietro la Storia, quella con la s maiuscola, si nasconde sempre una buona storia con la s minuscola.
La Storia dei minatori emigrati in Belgio si compone di tante piccole storie con la s minuscola. 

 
E questa è una di quelle. Un storia fatta di miseria, fatica, separazioni, di solitudini (soprattutto quelle delle donne rimaste a casa), di lontananze, di pericolo, di speranze, di riscatto, ma anche, ed è quello che mi ha sempre colpito di più di questo racconto, la storia di una bella relazione affettiva tra un padre e un figlio.
Una relazione costruita sulla lontananza e sul mito che ogni bambino ha del proprio padre. Devo trovare ancora un bambino che a sei o sette anni non consideri il proprio padre il più bello, il più forte, il migliore: un super papà. E se questo padre è spesso lontano, questa circostanza ne accrescerà ancora di più l'alone di superiorità. Pipi Calzelunghe docet. Ma alla fase del mito subentrerà, con altrettanta puntualità, si spera, la demolizione del mito, per poi arrivare, terzo ed ultimo momento del percorso verso la maturità, ad acquisire la 'giusta' misura la 'giusta' distanza nei confronti del proprio genitore.
Spero non me ne vogliano Davide Calì e Maurizio Quarello se son andata a scavare così in fondo nella loro storia di pirati e minatori e se il 'tesoro' di questo libro l'ho visto soprattutto lì: in una donna sola, in un padre che porta il suo bambino sulle spalle, e di un bambino che da lassù sventola la bandiera di una vita, di molte vite coraggiose!

Carla


Noterella al margine. L'editore francese che ha pubblicato il libro li ha definiti con una sintesi felice: gorgeous. Sono nel contempo deliziosi, meravigliosi, ricercati. Deliziosi, dove? Nei dettagli, due su tutti: le guance del bambino e punte e talloni dei sui calzini...Meravigliosi, dove? Già dal mare dei risguardi, nei colori del cielo del Belgio, nella madre solitaria sulla pagina, nella parata di 'pirati'. Ricercati, dove? Con una sintonia perfetta tra immagine e grafica, i suoi tagli sui ritratti dei pirati si esaltano, i primissimi piani (anche qualcosa di più, veri e propri dettagli) degli occhi di padre e figlio in ospedale che si alternano a campi panoramici e quel treno che a noi lettori ci passa accanto, sfiorandoci...


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