CAPITANI CORAGGIOSI
MIO PADRE IL
GRANDE PIRATA, Davide Calì, Maurizio Quarello
Orecchio acerbo, 2013
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 7 anni)
"Non appena
arrivato, mio padre mi prendeva sulla ginocchia, apriva una grande
mappa che odorava di polvere, e mi mostrava tutti i posti dove era
stato. E per ogni posto mi raccontava di una nave che avevano
attaccato, e di quante volte avevano deciso di salvare la vita dei
marinai in cambio di tutti i tesori che avevano.
A casa, però, di
tesori, non ne portava mai."
Ma regali, sì. Ogni
anno qualcosa di diverso: pipe, conchiglie, denti di pescecane e
anche una bandiera col teschio.
E questo succedeva ogni
estate, quell'unica volta in un anno in cui questo bimbetto rivedeva
suo padre. Il suo grande padre che di mestiere faceva il pirata!
Ma un'estate non tornò.
Al suo posto arrivò un telegramma; madre e figlio presero un lungo
treno e fecero un lungo viaggio. Si va da papà.
Finalmente quel bambino
avrebbe incontrato la variopinta ciurma di cui per anni aveva solo
sentito raccontare le gesta: il Tatuato, Tabacco, il Barbuto, il
Piccoletto, e ancora Figaro, Turco, Libeccio, Salsiccia e il
pappagallo Centesimo.
Ma all'arrivo non c'era
il mare ma nebbia a pioggia, nessuna nave di nome Speranza, ma un
ospedale e un padre tutto fasciato, moribondo in fondo a un letto.
E così bruscamente si
interrompe il sogno: il padre non era un pirata ma uno dei tanti
emigrati in cerca di lavoro nelle miniere del Belgio. Speranza non
era un veliero ma una miniera fonda e buia che per quella 'ciurma'
di minatori aveva rappresentato davvero l'unica speranza di
sopravvivenza.
Tornato con il padre in
Italia, a quel bambino è occorso del tempo per capire che suo padre
non lo aveva tradito, ma aveva cercato di rendere autentico,
attraverso il racconto, un sogno che lui avrebbe voluto vedere
realizzato per sé: andare per mare.
E ci è voluta una
seconda lettera per rimettere tutta la famiglia in viaggio verso il
Belgio. Si va a salutare la miniera, per l'ultima volta prima che
chiuda per sempre.
L'intera ciurma, ancora
riconoscibile nonostante i volti invecchiati di ognuno, si ritrova e
si stringe ancora una volta intorno a uno dei tralicci.
A ben vedere, una
squadra di minatori può ben essere una ciurma e un traliccio
assomiglia parecchio ad un albero di nave. Ed è dalla cima che
finalmente sventola la bandiera pirata della miniera 'Speranza': suo
padre, il grande pirata non se ne era mai andato.
Se una storia è una
buona storia, dietro la Storia, quella con la s maiuscola, si
nasconde sempre una buona storia con la s minuscola.
La Storia dei minatori
emigrati in Belgio si compone di tante piccole storie con la s
minuscola.
E questa è una di
quelle. Un storia fatta di miseria, fatica, separazioni, di
solitudini (soprattutto quelle delle donne rimaste a casa), di
lontananze, di pericolo, di speranze, di riscatto, ma anche, ed è
quello che mi ha sempre colpito di più di questo racconto, la storia
di una bella relazione affettiva tra un padre e un figlio.
Una relazione costruita
sulla lontananza e sul mito che ogni bambino ha del proprio padre.
Devo trovare ancora un bambino che a sei o sette anni non consideri
il proprio padre il più bello, il più forte, il migliore: un super
papà. E se questo padre è spesso lontano, questa circostanza ne
accrescerà ancora di più l'alone di superiorità. Pipi Calzelunghe
docet. Ma alla fase del mito subentrerà, con altrettanta puntualità,
si spera, la demolizione del mito, per poi arrivare, terzo ed ultimo
momento del percorso verso la maturità, ad acquisire la 'giusta'
misura la 'giusta' distanza nei confronti del proprio genitore.
Spero non me ne
vogliano Davide Calì e Maurizio Quarello se son andata a scavare
così in fondo nella loro storia di pirati e minatori e se il
'tesoro' di questo libro l'ho visto soprattutto lì: in una donna sola, in un padre che
porta il suo bambino sulle spalle, e di un bambino che da lassù
sventola la bandiera di una vita, di molte vite coraggiose!
Carla
Noterella al margine.
L'editore francese che ha pubblicato il libro li ha definiti con una
sintesi felice: gorgeous. Sono nel contempo deliziosi, meravigliosi,
ricercati. Deliziosi, dove? Nei dettagli, due su tutti: le guance del
bambino e punte e talloni dei sui calzini...Meravigliosi, dove? Già
dal mare dei risguardi, nei colori del cielo del Belgio, nella madre
solitaria sulla pagina, nella parata di 'pirati'. Ricercati, dove?
Con una sintonia perfetta tra immagine e grafica, i suoi tagli sui
ritratti dei pirati si esaltano, i primissimi piani (anche qualcosa
di più, veri e propri dettagli) degli occhi di padre e figlio in
ospedale che si alternano a campi panoramici e quel treno che a noi
lettori ci passa accanto, sfiorandoci...
Nessun commento:
Posta un commento