IL GIRO DEL MONDO IN UN ISOLATO
Madlenka, Peter Sís
Farrar, Straus and Giroux, 2000
Ospite d’onore dell’ultima Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, Peter Sís (nato nella ex Cecoslovacchia nel 1949 ed emigrato negli Stati Uniti ben prima della caduta del muro di Berlino) è un autore visionario, complesso ed elegantemente giocoso al tempo stesso (qui ne abbiamo già parlato). Ma la sua complessità non spaventa, poiché è contenuta e parimenti risolta nella fitta trama delle illustrazioni, che sembra tessere (o ricamare) più ancora che disegnare.
La storia della piccola Madlenka, che
vive in un appartamento di New York e scende in strada festante per
raccontare a tutti che il suo incisivo traballa (e dunque sta
diventando grande!), è una sequenza d’immagini così ricche,
sofisticate e belle da ricordare la preziosità di antiche stampe.
Sís disegna Madlenka con ingenuità di tratto, paffuta e
colorata, immettendola poi in un ordito di prospettive sorprendenti
ed elaborate, cromaticamente uniformi, come se la bambina si
avventurasse a piedi tra le pagine di un vecchio, magico libro.
Viva e saltellante, la piccola percorre il perimetro dell’isolato in cui abita alla ricerca dei suoi amici bottegai, immigrati da tutto il mondo nella caleidoscopica Grande Mela. Madlenka saluta ciascuno porgendo fiera la notizia del dente prossimo a cadere ed è come se sotto al suo sguardo si dispiegassero le quinte di universi affascinanti e misteriosi.
Il
fornaio francese, l’edicolante indiano, il gelataio italiano, il
verduraio sudamericano, la vecchina tedesca e la compagna di scuola
egiziana non abitano solo lo spazio del loro piccolo commercio o
della loro abitazione, ma nel salutare amichevolmente la loro
simpatica visitatrice, ciascuno nel suo idioma, evocano tutte le
suggestioni dei paesi da cui provengono. In un modo originalissimo ed
intenso, in un modo così speciale che – e non temo di essere
smentita – solo Sís poteva immaginare ed affrescare.
E’ difficile rendere la bellezza di questo libro attraverso la scansione delle tavole.
Averlo
tra le mani fa davvero la differenza.
E mi sento di dire che solo le
care vecchie pagine di carta possono trasmettere l’emozione di una
scoperta così articolata e piena di rimandi. Nessun supporto
tecnologico potrebbe assorbire lo sguardo con la stessa potenza
incantatoria e, anzi, mi piace fare di quest’opera di Sís il
pretesto per dire una cosa semplice, della quale sono profondamente
convinta: il libro veicola suggestioni potenti proprio perché
conosce il limite della pagina, che diventa pozzo profondo a cui
attingere, calamita potente, esattamente in virtù della sua sua
staticità. Il limite in questo caso essendo piuttosto un confine,
necessario e sufficiente perché il lettore possa immaginare tutto
ciò che si muove aldilà, sopra e sotto.
Nato nel cuore della vecchia Europa,
Peter Sís non dimentica la lezione della complessità (e qui torno
all’inizio del mio discorso). Ma il Mondo Nuovo lo ha
compenetrato di freschezza, sicché il suo tocco sa essere
drammatico e ironico, denso e fluido, antico e modernissimo.
Madlenka guarda con occhi sgranati la vastità dei mondi che si
aprono come un incantesimo varcata la soglia dei negozietti in cui
si affaccia, ma non perde mai il contatto con la realtà, che in
genere è richiamata nella pagina di sinistra con un elenco di cose e
abitudini quotidiane.
Fantasia e pragmatismo, grandezza e intimità
sono infatti i contrappesi che bilanciano l’andamento di questa
straordinaria avventura metropolitana.
Al termine del suo viaggio intorno al
globo nel perimetro di un isolato, Madlenka torna a casa trafelata.
Si è fatto tardi, i suoi genitori l’aspettano vagamente
preoccupati. Al centro della scena una tavola e tre sedie. Il
microcosmo familiare come approdo a cui attraccare alla fine
dell’avventura? Sì, ma Madlenka ora sa che il mondo è lì,
prossimo e vasto, capace di accoglierla e stregarla e ormai
percorribile in solitaria, dopo l’immancabile rito d’iniziazione.
Basta scendere le scale.
Daniela (Tordi)
Nessun commento:
Posta un commento