IL LIBRO MANCANTE,
ovvero del perfetto
imperfetto
ALLA RICERCA DEL PEZZO PERDUTO,
Shel Silverstein
Orecchio acerbo 2013
ILLUSTRATI PER
TUTTI
"Aveva perduto un pezzo.
E non era contento.
Così partì in cerca del suo pezzo
perduto.
E rotolando rotolando
cantava una canzone:
'Oh vado in cerca del mio pezzo
perduto
Alla ricerca del mio pezzo perduto.
Ullalà, via che si va,
Alla ricerca del pezzo perduto.'"
Un tondo quasi
perfetto a cui manca uno spicchio. Una linea un po' tremolante che ne
segna il profilo, un puntino per l'occhio e uno spicchio mancante che
crea la sua grande bocca. Una grande bocca per cantare, per
chiacchierare con i vermi, per sorridere quando è felice, per
impensierirsi di fronte all'imprevisto, per discutere, per darsi
coraggio.
Il tondo quasi
perfetto è in cerca, dunque. Scala montagne, rotola giù, attraversa
mari, giungle e paludi, si arroventa sotto il sole cocente, ma poi si
rinfresca sotto la pioggia, si gela sotto la neve ma si scalda subito
dopo al sole...gioca con i bacherozzi, annusa il profumo dei fiori,
le farfalle si posano su di lui (che bello!) e così va, di avventura
in avventura, cadendo nelle buche, sbattendo sui muretti e sempre
cantando...
A noi sembra
felice, nel mondo.
Lui dice di sé,
però, di non essere contento perché vuole qualcosa che ora non c'è.
Uno spicchio, un pezzo mancante che combaci con lui e lo e renda un
cerchio perfetto.
La ricerca e
l'attesa parrebbe premiata perché sul suo cammino incontra vari
triangoli che potrebbero fare al caso suo.
Sebbene il canto di
gioia che innalza ogni volta ci faccia ben sperare, tutti, purtroppo
per lui, non sono adatti, perfettamente' adatti: o troppo 'autonomi',
o troppo piccoli, o troppo grandi, o troppo quadrati.
Poi, d'incanto,
sulla sua strada appare lo spicchio giusto, quello adatto.
Prudente, oramai, e
senza più canti di gioia, il nostro tondo imperfetto -timidamente-
fa il suo ultimo tentativo: lo spicchio combacia, combacia
perfettamente. Ora, finalmente per lui, può dirsi un bel cerchio
perfetto.
Ma un tondo, quando
è completo, rotola velocemente e non ha più modo di annusare i
fiori, gareggiare con i bacherozzi, fermarsi per ospitare le farfalle
(che brutto!) e soprattutto non può più cantare.
È così che vanno
le cose? Ma la soluzione è lì a portata di mano (o, meglio, di
bocca). Ciò che aveva trovato delicatamente appoggia di nuovo a
terra e sommessamente, ricominciando a rotolare, canta. Canta di
nuovo, di nuovo felice.
Ci sono libri che
ti fanno felice. Sono quei libri che, senza, è peggio.
Libri necessari.
Libri che sono perfetti. Semplici e perfetti come un tondo.
Libri fatti di
leggerezza. Calvino nella sua prima Lezione americana, nel definire
il suo lavoro di scrittore diceva: "la mia operazione è stata
il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere
peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città;
soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e
del linguaggio.[...] Sono portato a considerare la leggerezza un
valore, anziché un difetto."
Se Calvino, ai suoi
attenti studenti americani, avesse citato, accanto a Ovidio,
Lucrezio, Montale, Boccaccio, Leopardi, anche questo libro per
bambini (?!), sono certa che loro non si sarebbero stupiti e
avrebbero seguito ancor meglio il senso del suo discorso.
The missing
piece di Silverstein è un libro scritto con quella leggerezza su
cui un intellettuale come Calvino ha cercato di fondare la sua
poetica.
Silverstein come
Calvino cerca la dissoluzione del mondo complesso per arrivare a ciò
che è infinitamente piccolo e leggero, direi primigenio, atomico.
Ed è per questo
che mi pare di poter affermare con una certa sicurezza cheThe
Missing piece è frutto di un così attento e profondo pensiero
sul senso della vita che lascia senza fiato per chiarezza di
significato. Un libro a cui è stato tolto ogni peso inutile ed
esornativo: fatto di un unico segno lineare di matita, fatto di poche
e semplici parole, è un manifesto di leggibilità. È sparita ogni
traccia superflua per arrivare dritto al cuore e alla mente di chi
legge. E il senso ultimo di questa piccola storia è lì ,come un
diamante luminoso, tra le mani del lettore: l'elogio
dell'imperfezione.
Carla
Noterella al margine: a voi godervi il testo inglese a fronte e la geniale e 'quasi perfetta' traduzione di Abeni.
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