LEZIONE DI VITA
Lezione di pesca,
Heinrich Böll, Émile Bravo (adattamento Bernard Friot)
Baopublishing 2013
FUMETTO PER MEDI (dai 6 anni)
"In un porto della costa
occidentale, un uomo vestito poveramente sonnecchia, sdraiato nella
sua barca da pesca. Un turista elegante fotografa quella scena
idilliaca: clic! E poi ancora: clic! E poiché non c'è mai due senza
tre: clic!
Quel rumore secco, quasi ostile,
sveglia il pescatore addormentato..."
Situazione: pescatore irritato e
turista in imbarazzo che tenta attraverso la conversazione di
cancellare dal volto del suo interlocutore quella smorfia di stizza.
Comincia così un dialogo goffo tra questo turista un po' seccante e
questo pescatore piuttosto silenzioso. Argomento: la pesca,
ovviamente. Buon tempo, esordisce il turista, quindi si prevede buona
pesca...ma il pescatore scuote la testa in senso di diniego. Tra uno
scuotimento di testa e l'altro il turista scalpita per poter capire
le misteriose ragioni che trattengono il pescatore in porto. Facile:
il pescatore è già uscito in mare aperto e ha avuto una buona
pesca, talmente buona che gli può bastare per qualche giorno.
Agli occhi del pescatore due dozzine di
maccarelli e quattro aragoste sono più che sufficienti. Ma al
turista questa serenità interiore del pescatore genera, per
converso, un'agitazione di pensiero ancor più convulso. In un
crescendo esponenziale, il turista immagina che se il pescatore
uscisse in mare ancora e ancora otterrebbe la moltiplicazione dei
pesci e in capo a un anno potrebbe comprarsi una barca a motore e
dopo due anni di altro convulso vai e vieni dal largo del mare
avrebbe due barche, poi un peschereccio, due pescherecci, un
elicottero, un affumicatoio,una cella frigorifera quindi una
fabbrica di pesce, un ristorante di pesce e un servizio di consegna a
Parigi delle sue numerose aragoste, se...se...e quando
l'immaginazione ha raggiunto l'apice il turista esplode dicendo che
se accadesse tutto questo il pescatore potrebbe finalmente sedersi al
porto a sonnecchiare al sole e guardare questo bel mare...
E così il cerchio si chiude, perché
-a ben vedere- sonnecchiare al sole e godere di un così bel mare era
esattamente ciò che il pescatore stava facendo prima di quei
fastidiosi tre clic!
Da un lato un uomo tranquillo, un uomo
che si sa accontentare di quello che la vita gli offre e sa mettere a
frutto il poco che possiede, un uomo che sa distinguere la fatica del
lavoro dal godimento del riposo, un uomo che non ha bisogno di tante
parole...e dall'altro un uomo un po' agitato, un uomo che dalla vita
vuole sempre di più, un uomo che non conosce riposo in nome della
ricchezza, un uomo che parla, parla, parla...
Non so se dipenda dai pesci che
guizzano qui e lì ma la somiglianza con la fiaba della tradizione
russa il Pesciolino d'oro, a me è parsa subito evidente. Oltre al
profumo di mare, le due storie condividono anche il senso profondo del
racconto.
Correre ed inseguire la ricchezza come
unica fonte di felicità, arrovellarsi fino a dimenticar noi stessi
in nome del successo, considerare come un disvalore la modestia e la
semplicità per lasciare spazio all'inquietudine e all'irrequietezza,
a tutto questo dobbiamo opporci dichiara Böll in questo "Aneddoto
con effetto deprimente sulla morale del lavoro" che compare
nella raccolta Il nano e la bambola (Einaudi, 1963).
Ma se la fiaba di Puskin ha un
obiettivo dichiaratamente pedagogico, Böll per primo rende questa
narrazione irresistibile ed esilarante, seguito a ruota da quei due
'monelli' incorreggibili di Bernard Friot e Émile Bravo. Sebbene uno
scriva e l'altro disegni, i due 'ragazzacci' della letteratura
francese hanno in comune un tono: la leggerezza. Entrambi li abbiamo
visti più volte come sanno raccontare e toccare con un
particolarissimo senso di ironia e con sincera tenerezza i lati più
sensibili, le parti molli (mi si passi la definizione), dell'animo
umano. Entrambi, perfetti per tirare dentro dei ragazzini in un
racconto da Nobel per la letteratura!
Noterella al margine: Baopublishing ha fatto di nuovo buona pesca!
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