DALLA
FIERA
(dal caffè degli autori, passaggio tra 29 e 30)
II
e ultima parte(dal caffè degli autori, passaggio tra 29 e 30)
Riprendo da qui.
Mistero numero quattro: What are you looking for? Di che cosa sei in cerca?
Tutti i libri di David Almond sono legati tra loro da un filo rosso comune. È un po' come se in essi ogni volta si aprisse una porta dalla quale è visibile un libro precedente. È un po' come se i singoli libri fossero parte di un villaggio che ha al suo interno una unica piazza centrale. Tutto converge, tutto ritorna.
Effettivamente, conferma Almond, nel libro Contare le stelle c'è un capitolo dedicato a quello che può considerarsi il centro del mondo. In quel caso si è trattato del suo centro del mondo che corrisponde alla sedia della sua cucina, su cui, a undici anni, sedeva. In tal senso i libri di Almond sono una vera e propria mappa dell'immaginario e i personaggi che li abitano sono quasi tutti legati e connessi tra loro, a formare una trama che converge in un unico punto: una sedia, una cucina e un'infanzia.
Mistero numero cinque: la vita e la morte. In molti dei suoi romanzi il tema compare e spesso i suoi personaggi li vediamo in azione mentre giocano a fare Dio, agendo sulla vita o sulla morte di oggetti, e talvolta, come nel caso del Grande gioco, di persone. Per esempio in Billy Dean è emblematico in tal senso ciò che accade in quella vasca da bagno piena d'acqua. Uccidere tutti i propri giocattoli e salvarne solo uno è segno di una riflessione sul desiderio di un bambino di essere creatore di mondi.
Forse la radice di tutto questo deriva da una forte formazione cattolica dell'autore che confessa aver prima molto amato la religione e la religiosità ad essa connessa, poi, verso gli undici dodici anni, di averla molto odiata. Solo da adulto Almond si è accorto che forse la soluzione di questa visione da parte di un ragazzo stava nell'accettare con serenità la propria religione.
E così è stato: solo da quel momento si è potuto permettere la nascita di molti dei personaggi e il gioco con la storia della Genesi.
Mistero numero sei: il fascino del limite. Il limite, inteso come confine da non superare, è sempre presente nei romanzi di Almond. Non c'è volta che non compaia una sorta di cartello ideale che invita il personaggio di turno a rispettare la consegna e in qualche modo anche a infrangerla. Se pensiamo ancora una volta a Contare le stelle verifichiamo che il superamento del limite ha un suo senso formativo. Il prete che, interpellato, afferma che contare le stelle diventi peccato dal momento in cui si superi il numero 99 nel contarle, è emblematico. Altrettanto importante è il superamento stesso di questo limite, laddove - per esempio - Billy Dean demolisce un tabù agli occhi di sua sorella più piccola, dicendole che se supera il numero cento nel contar le stelle nulla le accadrà.
Questa lettura del tema sembra essere da parte di Almond una ammissione di aver superato il limite, di essere andato oltre nell'atto di aver cominciato a scrivere per bambini. Il limite e il suo travalicarlo è nella natura dell'uomo. Esso non è solo una linea da non oltrepassare ma anche e soprattutto una soglia per andare a vedere cosa c'è al di là. In questo senso il limite e il superamento dello stesso è un tema cardine nella poetica di Almond perché i ragazzi devono sentirsi liberi di andare oltre.
E noi, come le stelle, stiamo a guardare.
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