Lo scambio, Jan Ormeros, Andrew Joyner
Terre di mezzo 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Carolina è molto, molto
gelosa. Vorrebbe anche lei un grande bacio-sbaciucchio da Mamma
Coccodrillo. Il giorno dopo Mamma Coccodrillo dice: 'Questo cappello
non è quello che volevo. Andrò dal cappellaio a cambiarlo con uno
che mi stia a pennello'. 'Fa la brava, Carolina, e bada al tuo
fratellino' dice. 'Io torno subito'."
Carolina, lasciata
lì all'angolo della strada con il passeggino e suo fratellino legato
sopra e sbavante, rimugina. Questo bebè è insopportabile: sbava, puzza, non è
divertente e si prende tutto lo spazio sulle ginocchia di sua mamma.
Non è certo un fratello che le va a pennello, perché non cambiarlo
e sostituirlo con qualcosa di meglio? Entrata nel Paradiso dei
piccoli, negozio con l'insegna adatta, Carolina lo scambia con un
cucciolo di panda che, con i suoi occhi gialli, piacerà di certo
anche alla sua mamma. Ma il panda, sebbene non sbavi, ha gusti
alimentari insoliti e divora, sotto gli occhi esterrefatti di
Carolina, la seggiolina del bar. La piccola coccodrilla lo riporta
immediatamente al negozio e in cambio prende un elefantino che però
spruzza con il suo naso acqua ovunque e rompe la fontana. Nuovo
cambio, nuovo cucciolo, nuovo problema: tigrotti, maialini, giraffe.
Nulla sembra funzionare. Fino ad arrivare a un coccodrillino usato
che sbava un po' perché sta mettendo il suo primo dente...Ma quello
è suo fratello che a ben vedere, se confrontato con tutti gli altri,
è quello che le sta più a pennello.
Così, come se
niente fosse, il coccodrillino riguadagna il suo legittimo posto sul
passeggino e al ritorno della mamma con un nuovo cappello tutto è
tornato come prima. Uniche non impercettibili differenze sono un
nuovo cappello della mamma (che si intona perfettamente al vestito di
Carolina...), un nuovo dentino del fratello, una nuova tenerezza di
Carolina e la consapevolezza di essere amata almeno quanto suo
fratello....
Un nuovo nato in
famiglia, fratello o sorella che sia, porta scompiglio, altera gli
equilibri, soprattutto quelli affettivi. Si chiama gelosia. Fratelli
maggiori che diventano all'improvviso più piccoli dei piccoli, che
cercano modi più o meno legali di sbarazzarsi del nuovo arrivato,
che recriminano le loro conquiste di spazio, attenzione, affetto
senza troppo successo. I piccoli, non ci si può fare molto,
catalizzano tutto ciò che hanno intorno e l'unica cosa da fare è
aspettare che passi e che i ruoli si ristabiliscano con naturalezza.
Ma è dura!
In quel tempo di
passaggio, di guado da una assoluta primazia a una condivisione alla
pari, nella testa dei fratelli maggiori passano i peggiori pensieri.
Questo racconta con
assoluta chiarezza e con grande ironia l'albo di Jan Ormeros e Andrew
Joyner. Racconta la temporanea distrazione di un genitore, la gelosia
di una bambina, la riconquistata armonia e la totale inconsapevolezza
dei nuovi arrivati: fantolini che passano con disinvoltura dalle
braccia di uno all'altro, continuando imperterriti a fare le uniche
cose di cui sono capaci: puzzare, sbavare, non essere ancora
divertenti.
Non è esattamente
il primo albo che tratta questo tema sempre attuale, tuttavia a
questa ultima declinazione tutta australiana del problema, vanno riconosciuti alcuni
meriti. Il primo: il punto di vista, secondo cui i piccoli sono
'merce' a tutti gli effetti, corredati di regolare etichetta, come a
dire cappello=fratello.
Il secondo: la
grande onestà intellettuale nel raccontare i 'cattivi pensieri' che
fanno i bambini. Il terzo: il ritmo vivace e incalzante. Il quarto e
il quinto: il linguaggio che si srotola in bocca, felicemente, e
negli occhi, allegramente. In una cittadina abitata da animali anni
Sessanta c'è una vivacità fatta di finestre aperte di case molto
popolate, di vetrine di piccoli negozi molto riforniti, da un via vai
di mezzi di locomozione molto utilizzati e di un numero di cuccioli
'bambini' che smentiscono il livello zero della natalità.
Divertimento puro nell'osservare alcuni particolari degli interni
della casa di Carolina: uno su tutti la sequenza di foto ricordo che
scandiscono la crescente delusione e il disappunto finale di questa
novità in famiglia e incorniciano l'agognato bacio-sbaciucchio.
Una serie di
piccoli gioielli brillano anche in alcune soluzioni di testo e nella
bella traduzione fattane da Sara Ragusa: il migliore è lo 'spazio
sulle ginocchia' che mi pare un modo geniale di definire
concretamente il nocciolo della questione, ovvero saper condividere
l'amore.
Carla
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