RALLENTARE, OSSERVARE, GIOIRE
Aspetta, Antoinette Portis
Il Castoro 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Presto! Aspetta. Presto!
Aspetta. Presto! Aspetta."
Minaccia
pioggia. Una mamma con il suo bambino camminano per strada con passo
svelto. La mamma corricchia, addirittura. E guarda in avanti. E se si
gira con lo sguardo lo fa per sollecitare il bambino a seguirla e a
non rallentare la corsa.
Il suo
corpo in accelerazione appare teso e inclinato leggermente in avanti.
E' evidente, ha molta fretta. Anche il bambino ha un passo veloce,
suo malgrado. E' infatti lui che ad ogni incitazione della madre a
fare presto risponde, tranquillo con il suo aspetta.
Lungo il loro tragitto sono molteplici le cose che attirano la sua
attenzione: un cagnetto, la betoniera in funzione, le papere al
laghetto, un ghiacciolo, una vetrina, una farfalla...
Come
un ritornello è un continuo alternarsi di incitazioni a correre e di
richieste di rallentare. E quando cominciano a cadere i primi
goccioloni di pioggia finalmente la madre raggiunge il treno
metropolitano verso il quale, ad evidenza, correva... Ma nulla può
la sua premura e il suo intento di salire su quel vagone di fronte
l'ultima richiesta di aspettare che il bambino le fa, vedendo
qualcosa di davvero inatteso.
Il
treno ormai è andato, ma per quel doppio arcobaleno che illumina il
cielo valeva la pena davvero fermarsi e aspettare.
Costruito
su un episodio quotidiano che chi vive in grandi città avrà visto
mille volte, Antoinette Portis racconta di aver avuto l'idea
guardando dal tavolino di un caffè la scena di un bambino che si
attardava e una madre che lo teneva per mano spronandolo a fare
presto.
Poco
più che un nulla di fronte a cui passiamo di solito
nell'indifferenza e nell'abitudine ha 'acceso' un'idea che, crescendo
e prendendo lentamente forma di disegno (i primi dummies risalgono
già al 2010), è diventata libro.
Un
bellissimo libro.
Curato
a lungo in ogni sua parte, Aspetta,
è ora meccanismo perfetto.
Fin
dal formato che suggerisce un movimento lineare da sinistra a destra,
sottolineato dalla postura di questa mamma di corsa, la storia va
veloce. Va veloce a tavole alterne, ovvero all'incedere della donna
si contrappone la resistenza passiva che fa il bambino nei gesti che
accompagnano la sua richiesta di rallentare, e addirittura di
fermarsi.
Un
testo asciugato all'essenza, che ticchetta come un orologio, fatto
solo di tre parole, di cui due ripetute una decina di volte. Ma
sebbene ripetute all'infinito esse sono in grado di raccontare ben
altro anche solo attraverso le stesse lettere che le compongono. Il
Presto! della mamma è scritto
in corsivo, sempre più grande, con l'inclinazione consueta che riecheggia quella dei
corpi e termina sempre con un punto esclamativo a cui fa da
contraltare il punto 'fermo' della parola detta dal bambino
'Aspetta.' che invece è in tondo, tondo come il suo bisogno di
fermarsi.
Guardiamo
i disegni: tavole realizzate a matita, carboncino e inchiostro con
una paletta di colori spenti che esaltano la meraviglia finale. Le
tavole contrassegnate dal 'Presto' sono sempre più panoramiche,
mentre quelle in cui il bambino si oppone con il suo 'aspetta' sono
vere e proprie zoomate per attirare l'attenzione su ciò che ha
catturato lo sguardo del bambino e per suggerire un ritmo movimentato per l'occhio del lettore.
E per
rimanere in tema di sguardi, Antoinette Portis si dimostra fine
illustratrice e davvero molto attenta. Gli occhi della mamma sono
sempre rivolti verso destra, tranne che in due tavole dove si
incrociano supplici con quelli del bambino che è riuscito a
fermarsi. Lo sguardo del piccolo è invece rivolto sempre
all'indietro, dove le cose accadono, dove le farfalle sembrano fiori.
Salvo poi incrociarsi nella penultima tavola e convergere,
finalmente, su un punto comune: l'arcobaleno.
Minuscoli
dettagli compaiono qui e lì a incuriosire il lettore. A partire
dalla coccinella del frontespizio, passando per il cartello' senso
unico' che allude alla direzione del flusso di auto ma anche di
quella dei due protagonisti, fino al gelato che preannuncia in scala
ridotta il grande arcobaleno che si intravede in un angolino solo
alla penultima pagina, prima di dominare in tutta la sua sgargiante
coloritura nell'ultima tavola.
Lo
dice con grande chiarezza in una bella e esaustiva intervista fatta
con Julie Danielson, Jules per tutti, che i suoi libri nascono dalle
idee piuttosto che dai disegni. I disegni sono 'solo' il suo modo di
raccontare. Allieva e amica di Maurice Sendak, Antoinette Portis,
autrice del famoso e pluripremiato Non è una scatola
(Kalandraka 2011), attraverso la narrazione di un episodio cui ha
assistito per caso, mette a fuoco un tema centrale per adulti e
bambini: la loro diversa percezione del mondo. Laddove c'è un grande che deve
andare, andare, andare, c'è un piccolo che deve rallentare, osservare,
gioire.
Carla
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