QUANDO CI SI DIVERTE...
Biagio... quante avventure!,
Claude Ponti (trad. Antonio Fideleo)
Babalibri 2016
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Questa mattina, Biagio, il
pulcino mascherato, ha organizzato una corsa di sedie. Per correre
bisogna fare BRUUMMMMMMM con il becco e stringere il volante
invisibile. Biagio ha preso una Poll Tron, che è meglio di una Sed
Ia. Più rumore si fa con il becco, più si va veloce. Biagio è il
primo, dietro a un pulcino che però non conta. Tanto Biagio lo
supererà."
Non tutti gli
autori hanno una coerenza di stile e di poetica TALE
DA RENDERLI RICONOSCIBILI ANCHE A DISTANZA SIDERALE. Ponti
è uno di loro.
Cinque
righe scarse di una citazione da Biagio...
quante avventure e
grossomodo tutta la filosofia che ispira i suoi libri per bambini e
bambine è sotto i nostri occhi.
Proviamo
a enucleare gli elementi che la compongono e a elencarli per
chiarezza.
Il
primo elemento è il punto di partenza. Si parte dalla normalità, da
una situazione consueta per poi sterzare bruscamente verso l'assurdo.
Organizzare una corsa è gioco diffuso, farlo con le sedie lo è
molto meno.
Punti
di partenza consueti sono anche quelli di
Biagio e il castello di compleanno
(Babalibri 2005) che già dalla seconda pagina decollano in un mondo
improbabile ed esagerato, seppure tenuto insieme dalla logica
stringente di una vera ricetta di torta al cioccolato e alla frutta.
Il
secondo elemento è il suono, ovvero le onomatopee che 'farciscono'
ogni testo di Ponti. Accanto al BRUUMMMMMMM
c'è già subito una Poll
Tron, che va più
veloce di una Sed Ia.
Vero cimento per i suoi traduttori, peraltro sempre diversi.
Leggere
per credere: incredelizioso.
Terzo
elemento fondante è la sua costante volontà di riorganizzare le
regole che governano il mondo. In questo caso, chi fa più rumore va
più veloce. Ma penso anche all'enunciato che apre l'insuperato
Catalogo dei genitori
(Babalibri 2009): I
tuoi genitori sono pesanti, stancanti, avari, appiccicosi, urticanti,
barbosi, rompiscatole, sdrucciolevoli? CAMBIALI! (seguono
istruzioni su come procedere), o al finale di un altro capolavoro, La
tempesta (Babalibri
2002), che però non svelo. Per non parlare dei seriosissimi codici a barre...
Quarto
elemento è la capacità di focalizzare in un personaggio l'intera
propria visione dell'infanzia. Biagio, il pulcino mascherato,
rappresenta forse la miglior sintesi di quello che secondo Ponti è
il pensiero, il modo di leggere il mondo, di un bambino o di una
bambina.
Se
partiamo da questo ultimo punto, direi nodale, per capire a fondo i
libri di Ponti, non possiamo non soffermarci su un particolare
essenziale: la maschera che Biagio indossa. È lui stesso -in una
rarissima, forse unica, intervista rilasciata in occasione del libro
celebrativo dei 20 anni di carriera di Ponti (uscito solo in Francia
per L'ecole des loisirs nel 2006), che ci svela una chiave importante
per capire il senso di quella maschera: c'est
le poussin qui met le masque qui devient Blaise.
Lo sospettavo: dunque non esiste un unico Biagio, ma ogni pulcino che la indossa è Biagio per un po'!
Sul
senso che quella maschera assume in Biagio dico solo che essa
rappresenta l'alterità dell'infanzia rispetto a un ideale
'confezionato' dal mondo degli adulti. Quella maschera permette a
Biagio, come peraltro ha permesso anche al Max di Sendak (Nel
paese dei mostri selvaggi,
Babalibri 1999) o all'Ulisse di Solotareff (La
maschera, Babalibri
2003), di essere 'qualche altra cosa' per poter essere completamente
se stessi e quindi, in tutta libertà, poter fare i conti con la
propria emotività. Il tema è molto complesso e non è sdoganabile
in poche righe, quindi rimando alla riflessione acuta e approfondita
che ha fatto Federica Pizzi in Libri Calzelunghe sul tema e che
sottoscrivo per intero.
Qui
resta il fatto che Ponti fa fare a Biagio, il pulcino mascherato, le
cose più impensabili. O forse Biagio preferirebbe si dicesse che è
lui, in assoluta autonomia, che fa tutto ciò che gli passa per la
mente, come per esempio stappare una tempestatrice tappata, oppure
domare una macchia di inchiostro o acchiappare un rubinetto che
corre sgocciolando?
C'è,
a mio parere, anche un quinto elemento che nella citazione non
compare ma che Ponti non perde occasione di ricordare, pur senza
alludervi espressamente. Si tratta del debito di riconoscenza che
lui mostra nei confronti del suo immaginario: uno per tutti è il
meraviglioso elenco nei risguardi di Biagio
e il castello di compleanno
cui fa eco la pagina con tutti gli invitati intorno a Violetta
Candita. Con ironia, a tal proposito Ponti di sé dice di essere poco
più che un bricoleur,
un bricoleur
del lavoro di altri, il figlio di una fotocopiatrice e di un
dizionario enciclopedico aperto alla voci Arte e Cultura. Noi però
sappiamo che non è così.
Un post a sé meriterebbe il disegno fatto di dettaglio e insieme, di uno e di tanti, di solisti e di coro. Non qui e non ora.
Ecco,
Ponti è tutto questo e anche molto di più: un jongleur con tutto
ciò che gli passa per la mente, serissimo nel non prendersi mai sul
serio. E questo perché non
è mai abbastanza quando ci si diverte!
Carla
Noterella
al margine. Non ho dato spazio alla descrizione delle tre storie che
compongono un secondo albo 'multiplo', simile per impostazione a
Luigi di Catharina Valkx e Nicolas Hubesh (Babalibri 2016) Ma non posso non gioire ancora una volta delle scelte
editoriali che Babalibri sta facendo in questa direzione, tutta da
percorrere.
Onore
al merito.
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