mercoledì 14 giugno 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


VIVA MAGALI!

Viva la danza!, Didier Lévy, Magali Le Huche (trad. Tommaso Guerrieri)
Edizioni Clichy, 2017



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Ci sono un sacco di bambine che lo guardano con gli occhi sgranati! E un sacco di bambine che bisbigliano alle sue spalle! Ettore vorrebbe andare via. Ma appena sente suonare il pianoforte e appena vede gli arabesque: COLPO DI FULMINE!
Da quel momento in poi, Ettore fa tutto danzando..."

Ettore è un ragazzino piuttosto movimentato e per questa ragione i suoi genitori lo hanno iscritto a un corso di danza classica, pensando che in tal modo avrebbe avuto il modo di sfogarsi e loro avrebbero potuto tirare un po' il fiato. La danza classica sembrerebbe essere appannaggio della sfera femminile, visto che a lezione da Madame Ivanova ci sono solo bambine. Ettore non si formalizza, però, e si cimenta con la danza con la stessa energia di sempre.
I genitori, allibiti, realizzano che la situazione non è migliorata minimamente, anzi è addirittura peggiorata perché adesso Ettore continua a fare le mille cose di prima, ma le fa danzando.
Retromarcia di papà che annuncia al bambino la sua ultima lezione di danza. Una carriera da ballerino stroncata sul nascere. 



Se non fosse che, forse perché più ispirato del solito, o più emotivamente turbato per la triste notizia, Ettore nella sua rincorsa per il suo ultimo enjambè resta sospeso in aria. E ci resta, come se nulla fosse, per tutto il tempo fino all'arrivo dei genitori al termine della lezione. A nulla servono le richieste di padre e madre: semplicemente non può scendere. Al contrario può salire a raggiungerlo il suo cane e subito a ruota, coadiuvata dal vento, anche sua madre.


La situazione è lievemente paradossale, ma in un imprevedibile crescendo anche il severo padre arriva in quota e da lì tutti e quattro prendono il volo per tornarsene casa. 


Felici tutti di aver recuperato la loro dimensione 'spontanea', e incuranti del giudizio altrui, da quel momento in poi sarà la danza a dare ritmo alle loro giornate.

Se una casa editrice tiene nella sua scuderia autori come Alan Mets e/o Serge Bloch e/o Bernard Friot e/o Magali Le Huche, poi capita che la sua politica editoriale si caratterizzi per coraggio e divergenza rispetto al pensiero comune. Accade quindi che nei loro libri si diano bei colpi di spugna su stereotipi e convenzioni. Tanto per inanellarne alcuni sarà bene ricordare Gli invitati dove si assiste a un gioco sottile e profondo di scelte di ruoli non indifferente oppure La valigia rosa dove si scardinano più di una convenzione oppure ancora Le mie mutande dove si abbattono un paio di tabù. Insomma la Francia che pubblica con evidente serenità libri del genere trova in Clichy una eco italiana coraggiosa e gagliarda.
In questa rete di titoli 'controcorrente', mi pare che spicchi per presenza costante la figura di Magali Le Huche che dimostra un talento nel saper alleggerire e nel contempo arricchire il punto di vista del testo. Nel suo discorso figurativo riesce sempre a potenziare il senso ultimo della storia.


Rimanendo su Viva la danza!, racconto pieno di riferimenti letterari importanti (da Calvino alla Travers per citare solo due casi emblematici di 'gente sospesa tra cielo e terra'), mi sembrano imperdibili i cambi di velocità delle pagine piene di Ettore, o le ironie che si possono cogliere sulle pareti della sua stanza, o ancora nelle stereotipate - quelle sì - piccole ballerine comprese nel loro ruolo di femminucce per benino, o ancora nella sua capacità di usare il limite del foglio come elemento narrativo, mettendo spesso le gambette di Ettore fasciate nella sua tutina nera a valicarlo e sparire nel nulla con il resto del corpo. Ottima disegnatrice dei tetti di Parigi e della spocchia di certi francesi...


A parte il divertimento e la leggerezza - in questo caso è quasi letterale - il testo di Lévy offre spunti d'interesse per intavolare un dialogo con bambini e bambine. Si potrebbero intavolare interessanti discussioni su molti stereotipi, primo fra tutte la danza appannaggio maschile che già Billy Elliot aveva a suo tempo minato. Si potrebbe anche parlare del complesso gioco di ruoli tra adulti e piccoli, tra genitori e figli, tra grandi e piccoli. O ancora del coltivare passioni, o essere capaci di seguire le proprie inclinazioni, senza sentirsi soggiogati dal perbenismo circostante.
Con libri del genere le strade percorribili sono la via larga della risata oppure il viottolino della riflessione. Nutro pochi dubbi su quale sarà la mia.

Carla






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