Il papà e i suoi dieci bambini,
Bénédicte Guettier (trad. Tommaso Gurrieri)
Edizioni Clichy, 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 3 anni)
"C'era una volta un papà che aveva dieci bambini.
Ogni mattina preparava dieci colazioni.
Metteva dieci mutande, dieci magliette, venti calzini, dieci pantaloni e venti scarpine."
La sera, quello stesso papà, dopo aver dato loro la cena, aver raccontato una storia, aver dispensato il bacio a ciascuno, di nascosto costruisce una barca. Quando i bambini la vedono si stupiscono assai e, secondo me, pensano che sarebbe molto bello navigare tutti assieme. Il papà però vuole fare un viaggio per mare da solo, così con molta tranquillità affida i suoi 10 bambini alla nonna. Salpa su quella barca che sembra di carta, si riposa, poi pesca e alla fine si addormenta. Ed è così stanco che dorme per 10 giorni interi. Al suo risveglio, forse ancora insonnolito, comincia a preparare la colazione...10 colazioni. Fa rotta verso casa e arriva proprio nel momento giusto per la colazione e, secondo me, per salvare la nonna da frattura certa del femore. Tutti e 10 i suoi bambini salgono a bordo per mangiare e per navigare con lui... E la nonna è salva.
Era il 2003 e con un
titolo lievemente diverso (ma che suonava meglio) usciva questo
libro. Lievemente diversa anche la copertina, ma il dirompente
contenuto è rimasto pressoché identico, nella sua meravigliosa
'cattiveria', anche se nella prima edizione il viaggio doveva durare
10 mesi e non solo 10 giorni (pazienza e largo al politically
correct). Come accadde per Urlo di mamma, suo coetaneo, questo
libro arrivato da Oltralpe mostra comunque una certa disinvoltura di
rapporti tra genitori e figli. Troppa disinvoltura perché al tempo
molti non apprezzarono l'assenza programmatica della mamma (ad
Harvard a fare il suo PHD? oppure morta? oppure sfinita dalle 10
maternità e fuggita con la vicina di casa?), e molti altri non
apprezzarono il fatto che quel padre la barca la costruisca per sé
(anche se poi cede alla nostalgia dei suoi bambini e torna e li
carica tutti). Per non parlare dei 10 mesi di navigazione...
Naturalmente il libro
fu invece apprezzatissimo dai piccoli lettori e le copie in
biblioteca si consumavano nell'essere sfogliate e risfogliate. Nei
loro occhi quei colori sgargianti diventavano indelebili. Quei dieci
marmocchi dalle tutine tutte differenti, ma sostanzialmente identici
nei visi tondi, sormontati dal unico grande ricciolo, sono una entità
unica. L'azzurro che avvolge la navigazione in solitario è una
festa. Il tratto nero, grosso e impreciso, una sigla cercata dalla
Guettier.L'altro elemento che cattura l'attenzione di bambini e bambine sta nella pervicace precisione del testo nel ripercorrere tutte le fasi della giornata di quel papà, senza mai dimenticare di enumerare in dettaglio ogni passaggio.
Lo confermo a distanza di 15 anni: continua a essere un bel libro, divertente, adattissimo alla lettura ad alta voce, grazie anche al tipo di illustrazione così particolare e leggebile a 10 metri di distanza.
Come spesso accade nei libri così ben progettati, nel disegno si nota tutta una serie di dettagli che nel testo non sono raccontati, ma che hanno la funzione di dare 'profondità di campo' alla narrazione. Penso alla figura della nonna che è letteralmente a un passo dal farsi parecchio male. Penso all'espressività del padre, alla sua barba sempre un po' lunga. Penso ai colori della bandiera della barca o alla coperta.
Ecco, riguardo ai colori, c'è una coerenza interna necessaria perché, dico un'ovvietà, ogni bambino o bambina andrà a controllare, pagina dopo pagina, che tutti e dieci i marmocchi siano rappresentati e presenti. Fa parte del grande gioco.
E sono molto contenta nel constatare che a ciascuno dei 10 bambini con i loro 10 colori la Guettier abbia dedicato singoli libri.
I primi due usciti sono
Il compleanno di Rosa e Rosso non vuole fare il bagno
raccontano belle storie che
hanno il pregio di dare carattere ai singoli protagonisti. In
quest'ultimo la pazienza del padre viene messa nuovamente a dura
prova, cosa che genera immediatamente la ricomparsa di una barchetta,
come quella che un giorno lo portò lontano per un po'. Anche in
questi libretti più piccoli per formato, che, si può sperare,
saranno dieci, continua a mancare la mamma (ma noi nel frattempo ci
siamo un po' emancipati?) e anche la nonna pare essersela filata!
Carla
NOTERELLA AL MARGINE
Un applauso a scena aperta per la scelta del colore anice, capitato in sorte a uno dei dieci marmocchi. Chissà se scalfirà la definizione di verde acido? Io me lo auguro. Gioisco anche per l'assenza del fucsia (e di tutte le sue storpiature, fuschia, fuschian eccetera) e di tutti gli altri stereotipi cromatici che mi perseguitano.
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