venerdì 6 ottobre 2017

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri pr incantare)


DUE METRI NON BASTANO...

Fino al cielo, Tom Schamp
Beisler 2017


ILLUSTRATI

In quella città le case hanno tutte grossomodo la stessa altezza, sono tutte molto colorate, hanno i tetti decisamente spioventi per essere abitati e per far scivolare neve e pioggia. Siamo nel nord dell'Europa. Forse.
Ma in quella città, tra quelle case, ne è stata costruita una molto più alta, molto più grande, molto più scura: sei piani più mansarda e negozio di cappelli al piano terra. Tutti la guardano esterrefatti, anche una colomba bianca che pare frenare in volo per non sbatterci contro. Con il naso all'insù sono anche cappuccettorosso e leopardo, bambina e bambino in maschera, che hanno il compito di recapitare lettere a tutti gli inquilini del palazzo per spesso riceverne qualcosa in cambio.


Si parte dal piano terra, dal negozio di cappelli, si va al primo dove abita una strana coppia: leone e biondina con scimmietta al seguito.
Più su ci sono sirena e marinaio, e ancora più in alto la coppia di giocatori di scacchi. Al piano superiore un uomo solo che alleva cervi e coltiva alberi in casa che germogliano anche al piano di sopra dove il grande gatto nero satura la stanza. All'ultimo, appena sotto il tetto, una bimbetta legge uno dei suoi mille libri a un bebè.


Ma la vera festa è nella mansarda dove tutti coloro che abbiamo incontrato finora si riuniscono intorno a un tavolo come buoni amici, buenos amigos, cappuccettorosso e leopardo compresi, nell'atto di dar loro un'ottima cena.
in quelle buste consegnate e contrassegnate dal cuore c'era un invito?
Tutti brindano. Solo il gattone è rimasto fuori, ma sbircia dal grande oblò.

Una sorta di Wimmelbuch verticale, costruito in cartone spesso, con il formato di un leporello, Fino al cielo si snoda e arriva a misurare in tutta la sua estensione 200 centimetri. E il grande palazzo si mette in mostra, visto in sezione, piano dopo piano in una sequenza scandita dai solai segnati da ogni cambio di pagina.
A tutt'oggi mi chiedo perché Tom Schamp, artista belga tra Rosseau e Magritte, sia così poco conosciuto e apprezzato in Italia; poco visti i suoi disegni che tuttavia sono inconfondibili per colore e tipo di composizione e piacevolissimi per ogni lettore e lettrice, non fa differenza se grandi o piccoli.
Grande disegnatore pop di mondi complessi e pieni di cose, Tom Schamp ha riempito l'Europa e non solo di cartoline, poster, illustrazioni, calendari (l'ennesimo gioco il Birdday calendar preferibile al tradizionale Birthday calendar), giocattoli, copertine di cd e francobolli per le poste del Belgio.
Intelligenti, ironiche, sempre piene di citazioni, le sue illustrazioni, i suoi manifesti, le sue cartoline sono reticoli che raccontano la complessità del mondo in cui viviamo. Si stendono su un piano ideale e diventano mappe, immediatemente esplorabili da uno sguardo attento.
Ma Tom Schamp non ha disegnato sempre così.
In principio fu Biancaneve nel 1997.
E da noi? Vanno ricordati i pochi libri da lui illustrati che hanno valicato le Alpi: nel 2005 Natale bianco Natale nero (Jacabook) e soprattutto nel 2007 Il sesto giorno (Motta junior), dedicato alla creazione, ovvero a una particolare declinazione della stessa. Avendo la fortuna di possederli entrambi, posso constatare un ritmo ben diverso, anche se la sensibilità per il colore e il tipo di segno è il medesimo. Fortunatamente.
Le tavole di Fino al cielo, che presentano una dominante di colore ogni volta differente, sono brulicanti di particolari, dettagli, oggetti e elementi architettonici 'estranei', spesso rivisitati in una logica surrealista, che si colgono solo dopo una lettura attenta e meticolosa dell'immagine. 


Nemmeno una parola li accompagna eppure loro raccontano e raccontano. Il dialogo con chi legge è - come spesso accade - a due diversi livelli: adulti e bambini. La boutique di cappelli gioca sull'assonanza tra Talking Heads e Talking Hats, che solo un grande che conosce il gruppo musicale apprezza, al piano dove abitano la sirena e il marinaio fa giochi di parole con il nome di Popeye, scomponendolo in Pop Eye. E compare una 'magrittiana' pioggia interna...
Chi è più piccolo potrà invece notare il fatto che a ogni piano il cestino di cappuccettorosso si riempie di piccoli doni che all'ultimo vengono redistribuiti, noterà che le tende sono tenute su da cotton fioc o da spille da balia o ancora da grucce. Vedrà che al posto dei cappelli si indossano tazzine da caffè, noterà orologi diffusi e mal regolati al piano dei giocatori di scacchi. Il naso del gatto che è in realtà coppa da cocktail...


Questo è uno dei grandi meriti che penso di poter riconoscere a questo artista: la capacità di stipare in uno spazio limitato dai margini un immaginario sconfinato.
Due metri non bastano...a contenerlo.

Carla

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