mercoledì 25 luglio 2018

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


OSCURE PRESENZE


Le ‘oscure presenze’ non sono una novità assoluta nei libri per ragazzi, senza pensare al sovrannaturale che serpeggia nei libri di Almond, con tutt’altra finalità. Nel nostro caso parliamo non tanto di generiche manifestazioni dell’aldilà, ma di presenze maligne che infestano un luogo. Qualcosa del genere si è visto con i libri della Ohlsson in cui la quotidianità viene turbata dai segni di presenze misteriose. In ‘Dark Hall’ di Lois Duncan, scritto nel ‘74 e tradotto ora da Mondadori per inseguire l’uscita del film tratto dal romanzo, abbiamo proprio un libro che affonda le proprie radici nella narrativa di ‘genere’, con tutti i cliché, e non è un male, che ne derivano.
L’ambientazione è quanto di più cupo si possa immaginare: una vecchia magione, con una storia tragica, che viene trasformata in collegio per signorine. Ma se pensate che il problema siano gli spiriti dei precedenti abitanti, siete completamente fuori strada.
La protagonista, Kit, è un’adolescente tranquilla, come lo può essere un’adolescente, piazzata dalla madre in quell’oscuro collegio perché in partenza per il secondo viaggio di nozze, sei mesi in Europa.
Dunque una ragazzina sola, orfana di padre, che può sentirsi a buon diritto abbandonata, si trova in un collegio frequentato da quattro ragazze in tutto e con tre insegnanti per niente rassicuranti. La descrizione dell’edificio è fatta per trasmettere alla lettrice e al lettore tutta l’inquietudine possibile: luci tremolanti, scricchiolii, porte che si chiudono solo dall’esterno.
Se le giornate hanno una parvenza di normalità, è la notte il momento in cui i peggiori incubi si scatenano. Sogni strani perseguitano il sonno delle ragazze, che al mattino si ritrovano con inusitati e improbabili talenti artistici. A rafforzare il senso d’inquietudine, apparizioni negli specchi, echi di parole. Kit ci mette poco a comprendere che qualcosa non va. Cerca in tutti i modi di mettersi in contatto con la famiglia e con l’amica del cuore, ma senza successo, è prigioniera della casa e dei suoi misteri. Pian piano si comprende il motivo per cui sono state scelte quelle ragazzine: sono potenzialmente delle medium, capaci di ricevere i messaggi da artisti del passato, consentendo loro di creare ancora e alla perfida direttrice di arricchirsi con i presunti capolavori ritrovati.
Tralascio l’inevitabile, e dovuto, finale catartico, che sta tutto dentro la tipologia del genere horror. E’ evidente che qui davvero sono presenti tutti gli stilemi del genere: la casa, che racchiude in sé i segreti dei suoi abitanti; e come non ricordare la ‘Casa degli anni scomparsi’, di Barker,  dove in realtà si gioca con le segrete aspirazioni dei bambini. Gli inquietanti abitatori, che nascondono sotto la rispettabilità finalità abbiette. La dimensione claustrofobica: un luogo da cui non si può scappare, che è la casa, ma anche la dimensione del sogno, involontaria e incontrollabile.
Infine la liberazione, che implica, trattandosi di un romanzo per ragazzi, la giusta punizione dei cattivi.
Come ho detto sopra, è un esempio di narrativa di genere, senza mezzi termini nel territorio delle storie di paura, in cui le presenze inquietanti prendono vita e si impossessano delle malcapitate. Non vanno cercati altri significati, se non la motivazione, più che legittima, di giocare con la paura, con i limiti, in termini di tematiche e di linguaggio, che sono necessari per un pubblico di lettrici e lettori ancora molto giovani.
Se sicuramente possiamo apprezzare maggiormente storie più articolate, più ‘letterarie’, con maggiore approfondimento psicologico, basti pensare a ‘Il nido’, di Oppel, dobbiamo ricordare sempre che nella narrativa di genere è proprio la corrispondenza ai canoni che più attira gli appassionati e le appassionate. Solo la dimestichezza con altre letture, con tante letture di tutti i tipi, può dare gli strumenti per distinguere buona e mediocre letteratura, letture che lasciano il segno o letture che vengono presto dimenticate.
Senza implicazioni psicologiche di grande rilievo, questo romanzo alla fine è un romanzo d’evasione, che si legge d’un fiato, con un’autrice che dimostra grande mestiere nel tenere in piedi la trama. Non è poco.

Eleonora

“Dark Hall”, L. Duncan, Mondadori 2018


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