PETER SEMPREINPIEDI
Peter il gatto, Nadine
Robert, Jean Jullien (trad. Janna Carioli)
Lapis 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Finalmente
libero, Peter il gatto si alza sulle zampe posteriori.
'E così tu saresti
Peter! Ma... stai in piedi!?'
Filippo non ha mai
visto un gatto camminare su due zampe. Ma che importa, ha sempre
sognato di averne uno. E così, da quel giorno, ha adottato Peter."
Mentre
è lì che fa colazione, Filippo sente un forte miagolio. Pensa sia
il gatto della vicina, ma poi scopre che viene dalla scatola che è
davanti alla sua porta di casa da cui pende un cartello con su
scritto PETER. La apre e quello che vede è per l'appunto un bel
gatto nero e bianco, un po' pezzato come se portasse la livrea di un
pinguino o di un cameriere.
E come il pinguino o il cameriere sta
felicemente sulle zampe posteriori. Ma questa non è l'unica
peculiarità di Peter. Delle cose da gatto non ne fa nessuna (o
perché non è capace o perché non ne ha voglia). Non caccia i topi,
ma li insegue sullo skate, non gioca con i gomitoli di lana, ma sa
servire il tè. Non si arrampica sugli alberi ma fa yoga... Tuttavia
la cosa migliore che lo distingue da tutti gli altri, semmai ce ne
fosse bisogno, è il recupero di una pallina rosa: per prenderla si
lancia, vola e l'afferra. E poi c'è un'altra cosa ancora che lo
rende amatissimo agli occhi di Filippo. Da non svelare.
Peter,
il gatto non è che l'ultimo degli animali che Jean Jullien ha
disegnato nella sua scoppiettante carriera di illustratore. Tra i
libri italiani si può ricordare l'insuperato Attenti al gufo! e tra
gli stranieri Ralf., il cane bassotto estensibile.
In
un disegno sempre molto riconoscibile - un tratto nero continuo per
segnare i profili, colori piatti, esilarante espressività dei
personaggi e ironia a secchi- Jean Jullien dimostra di essere un
eccellente comunicatore attraverso un canale poco frequentato: la
semplicità.
Comunicare
cercando di essere semplice non è roba da tutti. E' roba da graphic
designer. Che è esattamente quello che lui è. In realtà Jullien,
francese di nascita ma inglese di adozione, è un affermato
pubblicitario e i suoi libri illustrati non sono che una goccia nel
mare della sua varissima e sconfinata produzione.
Le
caratteristiche comuni che segnano i suoi libri si ritrovano anche in
contesti molto diversi dunque, ma sono sostanzialmente dei fili rossi
che li attraversano: semplicità, ovvero leggibilità,
comunicabilità, ovvero capacità di trovare un codice comune,
ironia, ovvero il ribaltamento di prospettiva.
Ed
è forse quest'ultima caratteristica a tenere insieme il testo di
Nadine Robert con il disegno di Jean Jullien.
L'ironia
di Peter il gatto si
concentra in due punti soprattutto. Da una parte il gioco narrativo
messo in piedi nel dialogo tra i due amici, laddove la prima - Adele -
elenca le cose che fanno i gatti di solito cui Filippo controbatte
rilanciando le peculiarità del gatto in piedi. Dall'altra parte è
proprio nei contenuti, ovvero nell'assurdo che si aggiunge
all'assurdo che il divertimento si moltiplica.
Quindi non è solo la forma che a ogni giro di pagina, come un metronomo, si ripete, ma è in particolare nel 'crescendo' di cose che il gatto fa come normali per lui che i lettori trovano il massimo del godimento e della risata.
A questo si aggiunge il registro umoristico e spesso ironico che Jullien ha connaturato nel suo segno. Da godere, una per una le facce e i gesti del gatto Peter (che spesso e volentieri sconfinano sulla doppia pagina), a ogni giro di foglio.
Va
da sé che un adulto - possibilmente in cerca di spunti di
riflessione se non addirittura di perniciosi insegnamenti - potrà
utilizzare Peter il gatto
come esca per dimostrare ai suoi piccoli ascoltatori che essere
diversi, e possibilmente unici, è un valore in sé.
Lasciamoglielo
fare. Non ci sono controindicazioni.
Carla
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