C'È QUALCOSA...
Le lettere
dell'Orsa, Gauthier David, Marie Caudry
(trad. Margherita
Belardetti)
Gallucci 2018
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 6 anni)
"Caro
Uccellino,
oggi ho preso una
decisione importante.
Vengo a trovarti
all'altro capo del mondo.
Tutti gli amici mi
hanno augurato buon viaggio.
'Fai attenzione al
caldo' ha detto il Tasso.
'Portami una noce di
cocco' ha detto la Volpe.
'Ti penseremo' ha
detto il Castoro...."
Non
è molto che uccellino è migrato al Sud che già Orsa soffre tanto
per la nostalgia. Ripensa alla bella estate passata assieme e quando
vede che tutti intorno a lei si stanno preparando per l'inverno,
decide di non andare a dormire ma di scrivere a Uccellino una lettera
al giorno.
Sarà il vento a recapitare le lettere. Ma anche questo
non le sembra sufficiente, così decide di partire per raggiungerlo
sulla sua isola assolata e calda.
Il
viaggio è lungo, pieno di pericoli, di misteri, di paure e di incontri: come quella rete di pescatore da cui si salva grazie a
una sirena. Dalla foresta al vulcano, nei deserti, attraverso le
guerre, facendo anche begli incontri e partecipando a feste in
maschera, Orsa va avanti nel suo cammino e nella sua corrispondenza.
Dopo aver attraversato il mare, manca davvero poco a raggiungere
Uccellino...
L'isola
è lì sotto i suoi occhi, è proprio come l'aveva immaginata. Ad
accoglierla, dopo il lunghissimo viaggio, ci sono però solo gli
amici di Uccellino. L'unico che manca è proprio lui.
E'
partito, ma in direzione
opposta, verso Nord. Senza Orsa neanche lui sa stare....
Uccellino
e Orsa sono una bellissima coppia e si amano a tal punto che non
possono stare troppo lontani l'uno dall'altra. Peccato che entrambi
abbiano deciso di partire nello stesso istante. Se così è, il
rischio di non incontrarsi è altissimo. Fortunatamente però, Orsa,
dopo aver recuperato le sue lettere ancora chiuse per assenza del
destinatario, gira i tacchi e si rimette in viaggio. Questa volta con
una compagnia aerea d'eccezione.
Sono
una manciata le cose che colpiscono chi legge questo libro grande
grande, dalle illustrazioni mozzafiato.
La
prima attiene alla forma, ovvero al ritmo: qualcosa tra il racconto
epistolare e il diario. Se di norma nelle narrazioni epistolari è
nello scambio tra due personaggi che prende spessore la storia, qui
la direzione delle lettere è unica: da un'Orsa nostalgica e
perdutamente innamorata a un Uccellino silenzioso, fino all'ultima
pagina. Ed è per questo che, senza risposta, le lettere assumono la
connotazione del diario, una sorta di confessione dal tono intimo
degli accadimenti. Lettere che sono dunque contenitori di riflessioni
personali sugli accadimenti o sulle orbite delle grandi sfere. In
tutto questo c'è qualcosa che risuona familiare...
La
seconda riguarda la sostanza, ovvero l'idea di fondo: un amore
smisurato tra diversissimi. Quanto di più lontano si possa pensare
nell'ambito dell'attrazione tra animali è qui rappresentato come la
cosa più naturale del mondo. Tanta meraviglia si prova nel leggere
che non solo Orsa ama Uccellino, e viceversa, ma che anche tutti
quelli che la circondano di questo amore sono partecipi affettuosi ed
entusiasti. Tanto stupore nelle soluzioni illustrative che Marie
Caudry escogita che viaggiano versa la poesia del surreale. E anche
in questo c'è qualcosa che continua a suonare familiare...
Terza
questione, nascosta e profonda, ma percepibile a chi la voglia vedere
sta nella sostanza: nello scopo del viaggio che non è solo quello di
creare l'occasione di rivedersi, ma anche e soprattutto in quello di
conoscere il mondo dell'altro. Un sentimento di forte empatia è
quello che accompagna Orsa nel suo viaggio:
"Adesso so che
cos'è l'aria salata che s'appiccica alla pelle e tu ti sarai
divertito a pattinare sul lago ghiacciato. Ora ci capiremo quando
parleremo dell'inverno..."
Il
suono familiare continua a persistere...
Quarta
questione che tiene insieme la prima e la terza, come a chiudere un
cerchio ideale. Il tono gentile, ovvero la grazia. È ovvio che la
lettera d'amore custodisce già di per sé un atto di affettuosità
nei riguardi del destinatario, ma qui la cortesia, il garbo e la
disponibilità nei confronti dell'altro attraversa tutti gli incontri
e tutte relazioni che Orsa imbastisce lungo il viaggio. È un piacere
da constatare.
Ultimo
elemento d'interesse sta nella armonia ed equilibrio diffusi tanto
nel testo, quanto nelle illustrazioni che meriterebbero ben altro
spazio di riflessione.
Dunque
a riassumere: lettere, riflessioni intime, diversità, gentilezza,
empatia, armonia, garbo, equilibrio, visionarietà. Tutto questo
suona familiare alle mie orecchie perché rimanda a un mondo in cui
Orsa e Uccellino, e io con loro, potremmo abitare serenamente: il
Bosco di Tellegen.
Anche
lì, le lettere viaggiano con il vento, tra scoiattoli e formiche,
tra lucciole e pipistrelli, tra carpe e rinoceronti, tra oritteropi e
pappataci.
Carla
Noterella
al margine: della stessa coppia felice, specchio di quella letteraria
di Orsa e Uccellino, La balade de Max.
"Un
albo illustrato che rimanda a qualcosa di noto (il senso della sfida)
e a qualcosa d’ineffabile. Una storia surreale permeata d’ironia,
e di piccoli misteri, uno spazio di libertà assoluta, d’invenzione
e reinterpretazione del mondo. Un omaggio alla natura scevro da
retoriche e oleografismi. Un contributo molto personale ed efficace
al senso dell’avventura."
Altrettanto
imperdibile.
Carla
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