mercoledì 8 maggio 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

BASTA SEGUIRE GLI SPAZI

Il posto segreto, Susanna Mattiangeli, Felicita Sala
Lupoguido 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)

"Era passato troppo tempo e Arianna non poteva più tornare indietro: sarebbe rimasta lì dentro, nel bosco più fitto del parco; avrebbe raccolto gli oggetti perduti, bevuto di notte alla fonte, cacciato uccellini e ranocchie.
Avrebbe indossato un cappello di pelo.
C'era troppo da fare in quel posto, doveva proprio restare."

E quella voce fuori campo che si è appena sentita echeggiare nella camera vuota di Arianna è rimasta inascoltata. Arianna non c'è, perché è nel parco, nascosta dietro un fitto intreccio di rami e foglie (che tanto ricordano quello che tenne nascosto, a chi passava di lì, il regno della Bella Addormentata, sotto incantesimo per un secolo intero). Con la fionda sta cacciando, come David Crockett di cui indossa il cappello, uno scoiattolo e di lì a poco si farà il suo vestito di piume e il suo letto di foglie. Manca solo il fuoco per cucinare. E poi arriva anche quello. Nel suo rifugio segreto però Arianna, quella ragazzina dai capelli rossi, non è sola: con lei c'è lo Strano Animale. 


Restio a ogni forma di dialogo, lei lo ha raccolto dietro un cespuglio, con l'intento di condividere con lui una vita selvaggia. Dal loro rifugio, la vita vera era sempre più lontana e remota; solo pochi echi di bambini che giocano e campanelli di biciclette.


A un passo dal silenzio assoluto che li circonda, arriva una voce che tanto ricorda quella iniziale. Arianna, come per seguire quel richiamo, decide di uscire di nuovo alla luce e lo fa curiosa di vedere se qualcosa nel frattempo è cambiato. Con sé porterà lo Strano Animale per fargli vedere palloni e i cani.
Ed è così che lo vediamo anche noi, finalmente di faccia, seduto su una panchina che - da un foglio di carta - ce la mette tutta ad abituarsi...

Questo libro non è solo un'ode all'immaginazione. Se così fosse perderebbe di originalità e non darebbe merito anche a una serie di interessanti dettagli che invece sono lì a fare mostra di sé.
L'idea di partenza, ovvero di una bambina 'partita' per un viaggio verso un altrove, non è esattamente una novità e ha precedenti illustri. A partire dal capostipite dei bambini selvaggi, Peter, per poi arrivare al piccolo Max a cui evidentemente Felicita Sala dimostra in ogni momento la sua gratitudine, l'idea è già stata ben bene esplorata.


Nessuno di loro ha il piglio di Cosimo che dal bosco non tornerà mai più, ma da lui ereditano quella meravigliosa capacità di arrangiarsi che i più piccoli hanno sempre in tasca, diciamo a portata di mano.
Il richiamo esterno, la voce fuori campo di un genitore esortante e invisibile, stacca del tutto Arianna dal ben più noto barone Piovasco di Rondò, ma la lega a doppio filo con Max, il bambino lupo di Sendak.

La novità, semmai, sta nella soluzione finale, ovvero nell'idea che nel disegno possa esistere lo straniamento.
Se da un lato avrei preferito che Arianna non facesse una rassicurante stradina all'indietro per tornare da noi, e se avrei voluto restare un po' di più nel dubbio del cosa l'avesse fatta 'partire', tuttavia è apprezzabile la novità che la soluzione finale si leghi all'idea che nel disegno possa esistere l'altrove (una via di fuga) di molti bambini.
Il pregio di questo libro, comunque, a mio parere sta ancora da un'altra parte.
In primo luogo nella 'naturalezza' con cui Susanna Mattiangeli trova il tono del racconto. Una freschezza che è fatta, presumo, da un grande lavorio di cesello intorno a frasi come: 'Arianna fece finta di sentire un sì'. A certe ripetizioni che fanno sorridere di sottile ironia:  
"Ti nascondi dai cacciatori?" Silenzio.
"Ti nascondi dai nemici?" Silenzio.
"Posso nascondermi con te?"
 

Ecco dunque, accanto alla freschezza e all'ironia, si aggiunge una tenerezza autentica nei confronti dell'infanzia, lontana da ogni strizzatina d'occhio mielosa, in frasi come "Dove sei?"Sembrava impossibile, ma da qualche parte c'era ancora qualcuno che la cercava.
Chissà se là fuori tutto era sempre lo stesso. Forse c'era qualcosa di
nuovo, dopo tanto tempo."
A tutto ciò, che non è poco, si aggiunge una grande intesa - si può parlare serenamente di amicizia - tra chi scrive e chi illustra. Felicita Sala, che nel suo nome ha quella stessa leggerezza e allegria che hanno tutti i suoi disegni, punteggia le tavole così piene di equilibrio e di movimento con mille dettagli allusivi. I contesti sono decisamente il suo forte: dalla camera di Arianna, al suo rifugio. A questo si aggiunga una sensibilità per il colore piuttosto spiccata e un uso della matita che la rende sempre molto leggibile e 'alla portata di tutti'.


Così come lo fa Felicita Sala, nel suo intrico di rami azzurro e verde, altrettanto lo suggerisce Susanna Mattiangeli tra le parole. 
Ma di che si tratta? 
Entrambe sanno creare piccoli passaggi tra quella che è la vita vera e quello che è il gioco, tra quella che è la realtà e il facciamo finta che... tra un foglio disegnato e un e se.... E lo fanno lasciando aperto il tempo e quei necessari piccoli spazi liberi in cui il lettore possa infilarsi a sbirciare. E se è stato bambino, magari ricordare.
Evviva.

Carla

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