Gli spaesati, Mia Lecomte, Andrea Rivola,
Verbavolant 2019
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
"Dalle Ande scende il lama Paquito:
senza sforzo si ritrova in Lapponia.
Era allegro quando un tempo è partito,
Si aspettava una gran cerimonia:
Ma a ogni sputo che lancia è pentito,
Prende atto della propria miseria
Mentre grandina sul muso stupito
La saliva congelata in materia."
Il lama è uno degli animali spaesati che hanno preso la via del mare per andare altrove. E altrettanto spaesato, nel senso di confuso, magari disorientato e non proprio a suo agio, c'è il bradipo Angel che dai tropici è arrivato in Islanda e con un vulcano deve fare i conti e correre anche un po'. La lucciola è atterrata su una cupola a cipolla a San Pietroburgo ma nelle notti bianche il suo bagliore si perde. Più contenta, chissà poi perché, la balena Helga che dall'Alaska è arrivata in una fontana britannica, in tasca conserva una foto della regina...
Quindici animali, insetti, mammiferi, uccelli e pesci che prendono il largo: pappagallo e canguro, talpa e stambecco, kiwi, formica gigante e aquila reale. Per ognuno di loro c'è un destino inaspettato e non previsto. Ci sono condizioni di clima e abitudini diverse da quelle conosciute così il bradipo indossa un maglione e la formica un kimono. Arrivano con i loro ricordi e con gli sguardi rivolti in avanti.
È successo a diversi animali
Tutt’a un tratto di cambiare paese,
Per ragioni più o meno banali
Si son persi la fine del mese.
Stanno soli, sperduti e astrali
Come sassi nell’acqua turchese
A confondersi tra i beni e i mali,
I rimpianti mescolati alle attese.
Chi vuole capire, capisce.
Già da qui, ovvero ancor prima che il libro cominci, in queste poche righe in rima. Le maglie larghe di questo testo lasciano intravedere questioni ben più profonde. Ma le suggeriscono e non le dichiarano (e non le prescrivono) e questo è il primo merito degli Spaesati.
Il secondo motivo che è apprezzabile è il registro, ovvero la rima nel testo e il colore nelle figure.
Entrambi concorrono a rendere questo oggetto pieno di luce, brillante.
A Mia Lecomte va innanzitutto attribuita la dote di aver saputo scegliere nel panorama zoologico, così tanto visitato nei libri per l'infanzia, animali non immediatamente sfruttati e triturati nell'immaginario comune: kiwi, stambecchi, formiche giganti e di aver dato loro un nome (in quella prospettiva cui si alludeva in principio, ovvero di una lettura più profonda di significati non solo e non proprio divertenti, il fatto di dare un nome a ciascuno spaesato non mi pare dettaglio trascurabile).
E ulteriormente di aver costruito con loro accoppiate interessanti e soprattutto originali con i luoghi di destino.
La foca in laguna, il kiwi a Hollywood, lo stambecco a Ipanema... E di averlo fatto con una vena di follia: lo sputo del lama che diventa grandine o la lacrima del coccodrillo che evapora all'istante sono semplicemente colpi di genio.
E di averlo fatto, ancora, con una lingua (anzi due, visto che sono entrambe le sue lingue madri) attenta, puntuale e quasi sempre felice. A partire dal titolo che tanto avrebbe da dire nell'etimologia che è sotto gli occhi di tutti.
Questi connubi inaspettati e questa vena di assurdo alzano inevitabilmente il livello di attenzione e di curiosità e di stupore di chi lo sfoglia.
Bene così.
Evidentemente, hanno contribuito anche a generare qualcosa d'altro, ovvero hanno offerto il giusto spazio ad Andrea Rivola, il quale ha saputo occuparlo a meraviglia, armonizzando la sua voce a questo divertimento di fondo.
Anzi, Rivola ha fatto di più: è riuscito a potenziarne il valore, giocando a sua volta, nel senso più letterale del termine, con il dettaglio nel disegno. Le ali dell'aquila, il costume da Carnevale di un animale cornuto, il cocktail con l'oliva lì dove l'ha messo per quel becco a cannuccia. Ma si potrebbe continuare. E il risultato finale è percepibile in un dialogo serrato, quanto silenzioso, tra testo e figura. Laddove l'immagine si infila e aggiunge, esalta, gioca con le parole del testo, già per loro stesse belle frizzanti.
A questo punto è piuttosto chiara la stratificazione e la complessità dei giochi fatti negli Spaesati (tra i molti, la bellezza e l'utilità degli itinerari che attraversano la terra e le pagine). Questo solo per mettere sull'avviso quelli che pensano che i libri per l'infanzia siano 'roba facile' e che potrebbero definire frettolosamente questo libro, una divertente sequenza di filastrocche a tema animale.
Intendiamoci, lo si può anche fare fare, ma sarebbe l'ennesima occasione persa di mettere a frutto l'intelligenza.
Carla
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