AMORI SPERIMENTALI
Un gradito ritorno, quello di Rebecca
Stead, con un nuovo romanzo, ‘L’amore sconosciuto’, pubblicato
questa volta da Terre di Mezzo. Un gradito ritorno e una conferma del
talento della scrittrice americana, premiata con la Newbery Medal per
‘Quando mi troverai’ e con il Guardian Prize con ‘Segreti e bugie’. Anche in questo caso racconta una storia di preadolescenti, di
ragazze e ragazzi alle soglie di quella esplosione di vitalità e di
contraddizioni, rappresentata dall’adolescenza.
In sintesi, la trama: ci sono tre
storie che scorrono parallele il cui intreccio viene svelato solo
alla fine. La prima, la più consistente, ha per protagonista una
ragazzina, Bridge, alle prese con i problemi tipici di quell’età:
l’amicizia, solidissima, con Emily e Tab, i dubbi su quel
sentimento strano, misterioso e perturbante chiamato amore, che a
volte si confonde con l’amicizia; e la seconda storia che ci viene
raccontata riguarda proprio il migliore amico di Bridge, Sherm, che
scrive lettere destinate a non essere spedite al nonno che ha pensato
bene di abbandonare il tetto coniugale per cambiare vita. La terza
storia è di un personaggio misterioso, una ragazza che scappa di
casa, travolta dai sensi di colpa, e si rifugia nel locale del papà
di Bridge.
Questi sono i personaggi principali,
tutti disegnati con attenzione: i loro pensieri, i dubbi, gli errori
inevitabili sono trattati come sempre con delicatezza. Bridge è
sopravvissuta, da piccola, a un grave incidente stradale e si chiede
costantemente se la sua vita abbia uno scopo particolare; Emily è
innamorata e per il suo ragazzo commette il più ingenuo degli
errori, gli manda una sua foto sexy, scatenando la vandea dei like di
un’immagine condivisa da tanti.
Tab è quella più impegnata
politicamente, segue con passione un corso di un’insegnate
carismatica. Tutte e tre hanno sottoscritto un patto, non litigare
mai.
Intorno alle vicende della foto
compromettente si dipana il filone principale del racconto, che però
non abbandona mai i personaggi minori, le storie parallele, che alla
fine convergono in un’unica direzione, che consente alle tre
protagoniste e ai loro amici di fare i conti realmente con
l’amicizia, l’affetto fraterno, e l’oggetto misterioso che
ossessiona soprattutto le ragazzine: l’amore, o quello che sembra
tale e forse non è.
Anche in questo caso, come nei romanzi
precedenti, la Stead dimostra grande abilità nella costruzione della
trama, che, nonostante la molteplicità dei soggetti coinvolti, non
perde mai ritmo e coerenza del racconto. C’è una indiscutibile
capacità di mettersi nei panni di questi ragazzi e ragazze, rendendo
credibili e importanti sentimenti, emozioni, riflessioni tipici di
quell’età. Viene reso con affettuoso realismo la vita quotidiana,
i sapori, i profumi di biscotti appena fatti, di pasti veloci
preparati da genitori indaffarati. La vita vera, e quella
rappresentata qui, è complicata, è difficile capire le ragioni
degli altri, orientarsi nella giungla di silenzi, segreti, colpe
apparentemente inconfessabili. L’unica differenza, fra questa
rappresentazione e la realtà è che non sempre tutto trova una
soluzione, nella realtà esistono i traumi, le sconfitte, silenzi che
non vengono più superati.
L’immediatezza della scrittura della
Stead fa di questo romanzo, nonostante la sua complessità, una
lettura quasi obbligata per quelle ragazze, e quei ragazzi, che si
interrogano sui sentimenti. A partire dai dodici anni.
Eleonora
“L’amore sconosciuto”, R. Stead,
Terre di mezzo 2019
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