venerdì 19 luglio 2019

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


A CACCIA DI PAURE


E’ uno schema frequente, nei film o nelle fiction a sfondo horror, quello per cui in un gioco si insinua la paura e, in qualche caso, la morte.
Con questo schema, e con un riuscito colpo di scena finale, gioca l’autrice olandese Maren Stoffels, in un romanzo breve pubblicato da Pelledoca, l’editore che con maggior coraggio esplora le frontiere delle storie di paura.
‘Il gioco della paura’ fa riferimento alle cosiddette Fright Night, notti in cui un drappello di attori camuffati in modo orribile spaventano in tutti i modi possibili i giocatori, che pagano per farsi spaventare, all’interno di messe in scena particolari.
Nel nostro caso, due gruppi di giocatori si ritrovano su un percorso che qualcuno ha alterato di proposito, portandoli esattamente dove un clown dai denti acuminati e uno zombie li attendono.
E’ una semplice storia horror, che tiene incollato il lettore o la lettrice? No, come si capisce subito ci sono molti umanissimi misteri, molte cose non dette nelle vite dei diversi personaggi, tutti ragazzi e ragazze giovanissimi.
La narrazione procede proponendo in soggettiva il punto di vista di ciascun personaggio, come se una camera da presa girasse loro intorno: c’è Dylan, un ragazzo con un passato traumatico che vive a casa dell’amico Quin; Sofia, di cui Dylan è innamorato, ma cui ha mentito su aspetti molto importanti della sua vita. A loro si aggiungono Martijn e la sua amica Neele. E’ proprio per seguire lei che la coppia ‘omicida’, cioè i due figuranti che dovevano spaventare i giocatori, cambia le regole del gioco e rapisce il gruppo, chiudendolo in un bunker.
Non si può dire di più della trama, senza svelarne il colpo di scena finale. Quello che è interessante è la capacità dell’autrice nel cambiare velocemente registro man mano che si sviluppa la trama: da classica situazione horror, in cui si possono immaginare pazzi sanguinari in azione, si vira verso il dramma psicologico, legato alle vicende del personaggio principale Dylan. La parte finale è la rivelazione di verità nascoste, che fanno pensare che a far paura è spesso l’apparente normalità di situazioni familiari malate.
In particolare, l’autrice mette in scena un dramma in cui è la famiglia, con la sua facciata per bene a nascondere malattie e nefandezze, il luogo principe del dramma, con personaggi che affondano nelle loro nevrosi. Con padri per lo più assenti, sono le madri, in questo caso, a svolgere il ruolo di protagoniste, in negativo.
‘Il gioco della paura’ è un romanzo interessante, scritto con abilità e, direi, mestiere, con tutti gli ingredienti dell’horror, ma spiazzerà senz’altro quei lettori e quelle lettrici a caccia di emozioni forti. In realtà troveranno materia di riflessione sulla natura dei rapporti familiari, e non è poco.
Come si può immaginare, è una lettura per ragazze e ragazzi maturi, a partire dai tredici anni.

Eleonora

“Il gioco della paura”, M. Stoffels, trad.A. Patrucco Becchi, Pelledoca 2019


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