QUANDO CAMBIA IL TEMPO
La grande battaglia, Andrea Antinori
La grande battaglia, Andrea Antinori
Corraini 2019
ILLUSTRATI PER MEDI
(dai 6 anni)
"Affacciatevi
alla finestra e osservate il cielo: sta piovendo? Sì? Bene (si fa
per dire), è il momento giusto per sedersi sul divano, trovare una
posizione comoda e leggere questo libro.
Nel caso invece ci
fosse il sole, credo che la scelta migliore sarebbe comunque sedersi
sul divano, trovare una posizione comoda e leggere questo libro.
Perché? Basterebbe un passo fuori dalla porta e sono sicuro che
inizierebbe improvvisamente a piovere."
E'
piccolo. Avvolto nella sua mantellina gialla, dall'angolino più in
basso, si rivolge al suo pubblico da un microfono perché siano in
molti a sentirlo.
Poi attraversa una pagina bianca e va incontro a
una nuvola grigia che spunta a destra del foglio, in alto dove sono
di solito le nuvole. È troppo scura per non essere di pioggia. E
infatti cade la prima goccia, che più che una goccia è una linea di
acqua azzurra che termina sulla sua mano.
Il
tempo di mettersi il cappuccio e le linee, ovvero i percorsi delle
gocce, diventano moltissime. E inarrestabili e implacabili lo seguono
ovunque lui vada.
Che
la battaglia abbia inizio.
Di
questo libro i primi particolari che colpiscono l'attenzione sono
legati al design dell'oggetto in sé: il formato e il colore che
porta dritto al segno.
Siamo
in casa Corraini.
Il
formato è insolito e, così come ha messo a teorema Suzy Lee, ad
evidenza funzionale alla creazione di uno spazio scenico determinato.
Qui inequivocabilmente verticale, come verticale è il tragitto della
pioggia.
Il
formato nella Grande Battaglia
serve inoltre a creare la giusta distanza tra i due contendenti che,
non a caso, si affrontano, almeno al principio, dagli angoli opposti
della doppia pagina. E questa grande altezza del foglio ha anche il
merito di rendere la sfida impari fin dal principio: la gestione
della pagina alta Antinori la utilizza con intelligenza, rendendo
piccolo, minuscolo, il perdente e concedendo l'intero spazio al
vincente, la pioggia. E questo lo sottolinea anche il colore: poco
giallo tanto blu, ovvero azzurro.
Per
molte pagine, l'alto e il basso ospitano i poli in opposizione: il
nuvolone e il bimbetto in cerca di sole, anch'esso, puntualmente
nell'angolo.
Al
centro del libro le cose si squadernano un po', ma sono digressioni
sul tema.
E
così, senza dire o spiegare niente, attraverso una buona gestione
dello spazio, un buon ritmo nella composizione (nuvole grandi o
nuvole piccole, acqua che sale acqua che scende) Antinori riesce a
costruire uno stato d'animo: quello di una grande battaglia o, per
meglio dire, di una lotta impari e di una giornata decisamente storta
per qualcuno.
E lo fa con una modalità che gli è consona: giocando e chiamando dentro il suo lettore.
E lo fa con una modalità che gli è consona: giocando e chiamando dentro il suo lettore.
Il
secondo elemento che colpisce è il colore in uno con il segno.
Opposti, e antagonisti anche visivamente il blu, ovvero l'azzurro, e il giallo sono rispettivamente il colore della pioggia e il colore dell'impermeabile, ovvero del protagonista, e del sole, il grande atteso e, a caduta, di tutti gli altri elementi che si susseguono nella storia: dall'autobus, alle tigri, passando per un cammello. Un po' di verde al centro a ribadire ancora un volta che blu e giallo sono i colori della sua miscela di composizione. Al nero, ovvero al grigio di nuvole o letame, il compito di essere il contrappunto del bianco, ma anche il tratto di una matita che disegna.
Opposti, e antagonisti anche visivamente il blu, ovvero l'azzurro, e il giallo sono rispettivamente il colore della pioggia e il colore dell'impermeabile, ovvero del protagonista, e del sole, il grande atteso e, a caduta, di tutti gli altri elementi che si susseguono nella storia: dall'autobus, alle tigri, passando per un cammello. Un po' di verde al centro a ribadire ancora un volta che blu e giallo sono i colori della sua miscela di composizione. Al nero, ovvero al grigio di nuvole o letame, il compito di essere il contrappunto del bianco, ma anche il tratto di una matita che disegna.
Nel
susseguirsi delle pagine sono riconoscibili diversi omaggi, o
citazioni, che Antinori fa ai Maestri: da Mari a Lionni, passando per
Suzy Lee.
Ma
a parte questo, è il segno significante l'arma vincente di Antinori.
Chi
lo conosce, sa che a questo giovane illustratore piace disegnare come
un bambino, di norma con le matite che usano i bambini. Sia che
voglia fare propria la massima di Picasso, ovvero che sia in cerca di
una sincertià data da uno sguardo non ancora contaminato, sia che
sia in cerca di altro, in questo libro quello che colpisce è
l'immediatezza del significato che il segno porta in sé. In
particolare le grandi righe blu, ovvero azzurre, per la pioggia che
costituiscono il Leitmotiv dell'intera storia e che a un certo punto
si svincolano dal loro significato oggettivo di righe di pioggia e
diventano pura grafica, fino ad annullarsi in un pattern, nella
quarta di copertina. Ma prima di farlo, hanno comunicato un sacco di
cose al lettore: a seconda del loro spessore, della loro
inclinazione, della loro assenza o sovrabbondanza.
Alcuni,
seppur sporadici, guizzi creativi giocano sull'assurdo che si può
creare disegnando: i colpi di fionda o di spada che tagliano l'acqua
che cade, sono una bella idea. Mentre è ancora tutta da costruire la
qualità della grafica del testo che, peraltro, poco sposta o
aggiunge al disegno.
Ma ci sarà tempo per fare strada.
Carla
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