DEL RAZZISMO E DI ALTRE STORIE
‘Lupa Bianca Lupo Nero’ è l’ultimo
intrigante romanzo di Marie-Aude Murail, primo di una serie di cinque
dedicati al dottor Sauveur Saint-Yves, psicologo antillano con uno
studio, molto trafficato, ad Orleans. Lì vive con il figlio Lazare,
di otto anni.
Sauveur è un nero antillano e Lazare è
mulatto e il titolo richiama un matrimonio misto, di cui
all’inizio del libro si sa ben poco.
Con un meccanismo narrativo ben oliato,
l’autrice coinvolge il lettore in un carosello di personaggi che
frequentano lo studio del dottor Sauveur: la ragazza, straziata dal
divorzio dei genitori e da un padre ottuso, che si sottopone a
scarificazione; l’impiegata modello che per passatempo avvelena i
gatti del quartiere, il bambino affetto da enuresi notturna; infine
Gabin, il figlio sedicenne che frequenta la casa del medico, in
attesa che la madre sia dimessa dall’ospedale psichiatrico.
Lazare ha trovato il modo di ascoltare
le sedute terapeutiche del padre, facendosi un’idea abbastanza
grottesca dei problemi dell’umanità. Anche lui ha i suoi problemi
a scuola e riesce a legare solo con Paul, la cui mamma si è appena
separata.
Come ne ‘La figlia del dottor Baudoin’, le vicende diei singoli personaggi fanno da cornice a quella
principale, che viene pienamente in luce solo alla fine: è la storia
di Sauveur, adottato da una coppia bianca e cresciuto sentendosi
bianco; ed è la storia della tragica fine della moglie, che non ha
mai avuto il coraggio di raccontare al figlio.
A costringerlo in questa direzione è
l’apparizione di un personaggio misterioso, legato al suo passato,
la cui presenza si annuncia con alcuni oggetti dei riti vudù.
Come spesso avviene con Marie-Aude
Murail, dramma e commedia sono intrecciati insieme in modo
inestricabile: inconfondibile l’ironia con cui tratteggia i
caratteri dei personaggi, pur mettendo davanti al lettore e alla
lettrice, necessariamente maturi, una gamma di problematiche
impegnative, dall’autolesionismo alla pedofilia, al razzismo, anche
inconsapevole. Si alternano, così, i toni della commedia, in cui si
disegnano i rapporti personali, i pensieri nascosti, i desideri
inconfessabili; e quelli del dramma, che sul finale diventano
preponderanti costringendo il protagonista a fare i conti con il
proprio passato.
Non ha senso addentrarsi più di tanto
nella trama, che vive della ricchezza di personaggi descritti a tutto
tondo, anche perché molto del godimento del lettore sta proprio nel
seguire passo passo il dipanarsi delle varie vicende, negli intrecci
imprevisti, nei dettagli, a partire dai nomi propri, rivelatori di
una storia e di un destino.
Personalmente ho apprezzato di più
altri romanzi, dalla struttura più equilibrata, ma bisogna
riconoscere che la scrittura della Murail ha un ritmo, un’eleganza,
un equilibrio nel dosare tragedia e commedia, che la rendono
inconfondibile.
Va detto che, in ogni caso, è un
testo, anche per gli argomenti trattati, adatto a lettrici e lettori
che abbiano almeno quattordici anni.
Eleonora
“Lupa Bianca Lupo Nero. Sauveur &
figlio”, M.A. Murail, Giunti 2019
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