lunedì 23 settembre 2019

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


DEL RAZZISMO E DI ALTRE STORIE


‘Lupa Bianca Lupo Nero’ è l’ultimo intrigante romanzo di Marie-Aude Murail, primo di una serie di cinque dedicati al dottor Sauveur Saint-Yves, psicologo antillano con uno studio, molto trafficato, ad Orleans. Lì vive con il figlio Lazare, di otto anni.
Sauveur è un nero antillano e Lazare è mulatto e il titolo richiama un matrimonio misto, di cui all’inizio del libro si sa ben poco.
Con un meccanismo narrativo ben oliato, l’autrice coinvolge il lettore in un carosello di personaggi che frequentano lo studio del dottor Sauveur: la ragazza, straziata dal divorzio dei genitori e da un padre ottuso, che si sottopone a scarificazione; l’impiegata modello che per passatempo avvelena i gatti del quartiere, il bambino affetto da enuresi notturna; infine Gabin, il figlio sedicenne che frequenta la casa del medico, in attesa che la madre sia dimessa dall’ospedale psichiatrico.
Lazare ha trovato il modo di ascoltare le sedute terapeutiche del padre, facendosi un’idea abbastanza grottesca dei problemi dell’umanità. Anche lui ha i suoi problemi a scuola e riesce a legare solo con Paul, la cui mamma si è appena separata.
Come ne ‘La figlia del dottor Baudoin’, le vicende diei singoli personaggi fanno da cornice a quella principale, che viene pienamente in luce solo alla fine: è la storia di Sauveur, adottato da una coppia bianca e cresciuto sentendosi bianco; ed è la storia della tragica fine della moglie, che non ha mai avuto il coraggio di raccontare al figlio.
A costringerlo in questa direzione è l’apparizione di un personaggio misterioso, legato al suo passato, la cui presenza si annuncia con alcuni oggetti dei riti vudù.
Come spesso avviene con Marie-Aude Murail, dramma e commedia sono intrecciati insieme in modo inestricabile: inconfondibile l’ironia con cui tratteggia i caratteri dei personaggi, pur mettendo davanti al lettore e alla lettrice, necessariamente maturi, una gamma di problematiche impegnative, dall’autolesionismo alla pedofilia, al razzismo, anche inconsapevole. Si alternano, così, i toni della commedia, in cui si disegnano i rapporti personali, i pensieri nascosti, i desideri inconfessabili; e quelli del dramma, che sul finale diventano preponderanti costringendo il protagonista a fare i conti con il proprio passato.
Non ha senso addentrarsi più di tanto nella trama, che vive della ricchezza di personaggi descritti a tutto tondo, anche perché molto del godimento del lettore sta proprio nel seguire passo passo il dipanarsi delle varie vicende, negli intrecci imprevisti, nei dettagli, a partire dai nomi propri, rivelatori di una storia e di un destino.
Personalmente ho apprezzato di più altri romanzi, dalla struttura più equilibrata, ma bisogna riconoscere che la scrittura della Murail ha un ritmo, un’eleganza, un equilibrio nel dosare tragedia e commedia, che la rendono inconfondibile.
Va detto che, in ogni caso, è un testo, anche per gli argomenti trattati, adatto a lettrici e lettori che abbiano almeno quattordici anni.

Eleonora

“Lupa Bianca Lupo Nero. Sauveur & figlio”, M.A. Murail, Giunti 2019


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