mercoledì 11 settembre 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


NELL'EMISFERO DEI SENSI

La gita notturna, Marie Dorléans (trad. Camilla Diez)
Gallucci 2019


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Questa notte mamma ha aperto la porta della nostra camera e ha sussurrato: 'Bambini, svegliatevi, abbiamo un appuntamento...Ci vestiamo senza fiatare.
Non abbiamo dormito molto; solo un'ora, forse due."


I due fratelli ora sono pronti ad andare all'appuntamento. Usciti di casa in fila indiana, mamma davanti, e papà a chiudere, attraversano il giardino, poi il villaggio che è del tutto silenzioso. Solo la luce dei lampioni e qualche randagio che l'attraversa. Le luci aumentano quando la famiglia passa davanti al grande albergo, che è una festa di finestre una diversa dall'altra, tutte ancora illuminate. Usciti dall'abitato, la famiglia attraversa la campagna e si sentono solo i rumori del prato. Il buio è sempre più buio ma gli occhi si abituano. In lontananza passa un treno. Poi c'è il bosco da attraversare, un lago intorno a cui riposare, guardando la luna che è sorta e infine, sdraiati, un cielo pieno zeppo di stelle da guardare. Il tempo passa e l'ora dell'appuntamento non si può spostare...bisogna rimettersi in cammino per arrivare in cima: è nell'ultima pagina che avviene l'incontro.



 Ed è mozzafiato. Ne valeva la pena.

Sebbene sia un libro apparentemente tutto costruito sulla visione, considerato anche il finale e i mille dettagli nell'ombra, La gita notturna ha anche un fortissimo impatto su quelli che sono gli altri sensi che si attivano durante questa insolita passeggiata. La mamma sussurra, i bambini non fiatano, i grilli cantano, i passi sono felpati, si sente l'odore del caprifoglio e dell'erba secca e il calore della giornata estiva, il treno stride, i vagoni si scuotono. E nel bosco si sente odore di pioggia e di corteccia, le felci oscillano al passaggio e i rami scricchiolano sotto le scarpe e le rane gracidano e l'erba crepita.




Un lavoro di cesello nel testo, fatto di riflessione, è la Dorléans a dirlo, su ogni parola, su ogni punto, su ogni virgola. Questo lento e attento lavorio nel togliere, limare, sistemare è quello che spesso fa la differenza tra un albo illustrato e un bell'albo illustrato.
Pubblicato esattamente un anno fa in Francia e già premiato e selezionato in premi importanti, La gita notturna è un libro insolito. Costruito su un filo narrativo molto sottile, riesce ad avere una grande resistenza e impatto, nel racconto di questa inaspettata passeggiata notturna che l'intera famiglia fa.
È immediatamente evidente che sia un'idea, forse addirittura una sorpresa, dei due genitori; i bambini, infatti, li seguono con curiosità, ma è la fiducia in loro che li fa arrivare al traguardo. Senza spendere neanche una parola in merito, se non quelle che descrivono il contesto, Marie Dorléans è davvero molto brava e precisa, misurata nel creare proprio questo tipo di atmosfera, ovvero quella che avvolge questa piccola famiglia. Traspare, giustamente mai dichiarata, la fiducia dei piccoli nei confronti dei grandi (ma anche quella opposta, quando sono i piccoli a guidare sull'ultimo tratto in salita), la loro curiosità sempre tenuta a bada, il desiderio di condivisione di una esperienza emozionante, la tensione di ciascuno verso il gran finale, la consapevolezza dei grandi di essere guida nel percorso a piedi, ma anche in quello dell'anima nei confronti dei loro piccoli.


Ma cosa succede ai sensi di chi ha il libro nelle mani? Mentre il racconto si snoda e le orecchie e il naso si beano nella sequenza di sensazioni, lo sguardo viene letteralmente sequestrato dal blu profondo (racconta la Dorléans di aver dipinto a inchiostro dozzine su dozzine di pagine blu in cerca delle giuste sfumature e nuances e di averle poi composte a monitor, sul disegno a a matita). 



Una festa per gli occhi è il susseguirsi di punti di luce diversi che illuminano porzioni di storia ogni volta differenti (l'albergo è un'apoteosi della linea retta e del suo incrocio), per poi arrivare al cielo stellato che annuncia il gran finale che, nonostante un certo smaliziato senso di distanza maturato durante la lunga militanza fra i libri illustrati, ha colpito dritto il mio personale emisfero dei sensi e delle emozioni. E a parte questo, mi ha fatto pensare e sperare che bambini e bambine, ma anche ragazzi e ragazze, oppure mamme, papà, nonni e zie dovrebbero almeno una volta nella vita provare un'esperienza del genere. 


Rigorosamente insieme.

Carla

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