QUESTO LATO DEL LIBRO E' FANTASTICO!
Il muro in mezzo al
libro, Jon Agee (trad. Giusi Scarfone)
Il Castoro 2019
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Il muro
protegge questo lato del libro...
dall'altro lato.
Questo lato del
libro è sicuro.
L'altro no.
Ma la cosa più
pericolosa dell'altro lato del libro
è l'orco."
Nessun problema. Basta
essere dal lato giusto del libro e del muro che lo divide a metà. Il
piccolo cavaliere è convintissimo di esserlo, dal lato sicuro.
Effettivamente, a ben vedere, dall'altra parte si erano riuniti un
rinoceronte, un gorilla e una tigre che avrebbero potuto
rappresentare un pericolo per lui, se non fosse arrivato quel topino
a metterli tutti in fuga...
Dall'altra parte del
muro c'è anche l'orco che tuttavia non sembra essere cattivo, forse
solo un po' severo nei confronti dei topini. Di sicuro l'orco
ha un miglior udito del cavaliere, perché - nonostante il muro -
sente un sospetto gorgogliare di acqua che non ci dovrebbe essere.
Ripreso per un pelo, il cavaliere viene salvato dall'orco, che lo
mette in salvo dalla propria parte del muro: quella sbagliata?
Il piccolo cavaliere,
così pare intendersi, è un tipino preciso. Rimette in sesto il
mattone caduto e ha idee chiare su quello che il muro nasconde,
nonostante non abbia modo di vedere al di là.
E qui si apre tutta la
questione di grande importanza che ha a che fare con la simbologia
che un muro porta con sé e con il tipo di relazione che un muro
genera inevitabilmente tra chi e qui e chi è al di là: dal momento
della sua costruzione fino a quello della sua demolizione.
Interessante quanto manichea è la prospettiva di un lato buono e di uno
cattivo, di uno giusto e uno sbagliato. E ancora più interessante
l'idea che si pensi di essere nel giusto quando si è invece dal lato
sbagliato...E il divertimento nasce non solo dall'errore, ma dal
fatto che chi legge è immediatamente al corrente di come stiano
veramente le cose.
Tutti i ragionamenti
intorno al muro non sono una novità, tuttavia l'idea di piantarlo
nel luogo fisico di un libro illustrato che genera più problemi agli
illustratori non è casuale, come a dire che quel punto della pagina
costituisce sul serio un limite invalicabile. Per chi disegna, la piega della rilegatura è una
dannazione ma anche un cimento che può essere affrontato in modo
creativo. Quello spazio può essere interpretato dall'illustratore sulla doppia pagina come un 'pozzo' scuro dentro cui anche il segno
può sparire (L'onda, La gara delle coccinelle) oppure può essere
letto come un limite invalicabile (Di qui non si passa!); Jon Agee
racconta di quale sia stato il suo percorso per arrivare a concepire
la storia finale così come la si legge oggi: dapprima l'idea era
quella di 'immaginare', come Suzy Lee, che quel taglio fosse un luogo
'invisibile' ma invalicabile per i disegni della pagina di destra
rispetto a quelli di sinistra, successivamente ha pensato a rocce,
vulcani e mandrie di rinoceronti, ma non era abbastanza per
costruirci una bella storia, fino al momento in cui, avendo
disegnato, blocchetto dopo blocchetto, un bel muraglione e avendoci
messo un personaggio che ragiona sui versanti che un muro
inevitabilmente crea, ha percepito che il racconto stava prendendo
corpo.
Il disegno che solo
apparentemente sembra al tratto, è stato rielaborato il buona parte
in digitale. Circostanza questa che testimonia di come Agee, al pari
di un altro maestro del digitale quale è Jon Klassen, abbia la
capacità e sensibilità di dosare l'intervento di Photoshop solo per
lo stretto necessario, evitando sempre e comunque l'appiattimento del disegno.
Qui, diversamente rispetto al Piccolo B, manca la sua bellissima linea di contorno nera, spiega ancora Agee,
perché in questa storia i personaggi devono essere veri e propri
modellini tridimensionali di loro stessi. In questo senso, il paragone con
Lionni colpisce immediatamente lo sguardo: forme di colore su fondo
bianco. La differenza semmai sta nel grado di saturazione del colore:
Jon Agee non rinuncia alla sua paletta di colori tenui. Torna di
nuovo l'ispirazione alle pagine di Lionni nell'impostazione tra testo
e immagine e tra immagine e tipografia.
Alcune perle: la
presenza funzionale della papera, sorta di 'premonizione' di ciò che
sta per accadere; il topino, il coccodrillo e i risguardi che hanno
il valore di omaggi al Maestro, la leggerezza e il nitore del testo.
Wow!
Grazie mille!
Carla
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