mercoledì 7 luglio 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

DELLA FILOSOFIA E DEL TEMPO CHE PASSA 

Murdo. Il libro dei sogni impossibili, Alex Cousseau, Éva Loffredo
(trad. Simone Barillari)
L'Ippocampo 2021



ILLUSTRATI 
 
"10.
Ho sempre sognato di infilarmi in una busta da lettere.
Con una torta alle fragole, qualche candelina e dei fiammiferi.
Sulla busta ci sarebbe l'indirizzo di un amico. Gli lascerei aprire la cassetta delle lettere, poi accenderei le candeline. La busta prenderebbe fuoco.
Il mio amico ci soffierebbe su.
E io, in mezzo alle fragole, griderei: 'Tanti auguri!'"


Questo è il decimo sogno di Murdo, uno yeti che esiste e che - tra i tanti suoi sogni - vuole esistere fuori da un libro e vivere su montagne che non siano di carta. In barba a tutti quelli che credono che gli yeti non esistano, lui da grande grande sogna di avere un bambino, uguale a lui, ma più piccolo. Lo chiamerà Junior e lui lo chiamerà papà, ma sogna anche di essere qualcun altro, in un gioco complicato di scambi tra passati di persone diverse.
 

Murdo esiste e la prova provata sta nel fatto che è in grado di concepire, almeno in questo libro, 59 sogni impossibili: attraversare uno specchio, farsi un panino con tutto, girarsi un pianeta tra le mani, abitare nella scarpa di un gigante, essere obbedito da un fiume, aprire un museo di sospiri, nascondersi dietro una parola e fare merenda con un'isola....
Di certo vorrebbe incontrare quella persona che per la prima volta lo ha definito abominevole uomo delle nevi. Quel qualcuno non dimostra di essere gentile, né di intendersene, dato che lui da yeti alla neve preferisce di gran lunga sassi ed erba. E anche definirlo 'uomo' non gli pare una grande idea: sarebbe un po' come dire all'uomo che è lo spaventoso scarafaggio delle valli, o il bieco pidocchio delle città, senza per questo urtare la suscettibilità di pidocchi e e scarafaggi, ben inteso.


Questo è uno di quei libri che l'istinto e l'esperienza mi suggerivano di far decantare. Molti ne parlavano con parole elogiative, come di un libro fenomeno, cosa che di norma mi fa stare sempre un passo indietro rispetto alla prima linea. E mentre accade che il tempo passi, il libro non viene sepolto da altri, al contrario resta sempre lì a portata di mano. In questi ultimi due mesi è capitato più volte di riprenderlo per successive altre letture. Sempre con un velo di sospetto e di prudenza critica, l'ho riletto - per intero dall'1 al 59 - con l'intento di arrivare a una conclusione: si tratta effettivamente di una gradevole operazione letteraria, mascherata da libro per bambini? Un libro in realtà godibile solo da un pubblico di adulti, perché ai bambini passa allegramente sulla testa, senza nemmeno sfiorarla? Oppure, oppure potrebbe essere un buon libro di filosofia per tutti, bambini compresi?
 

Con il tempo e con la riflessione, ciò che accade è che a ogni nuova lettura emergono elementi che lo rendono sempre più interessante e soprattutto indelebile, in particolare nel suo aspetto così marcatamente grafico, caratterizzato per di più da una una scelta di pochi colori molto calibrata, anche loro indelebili.
Anche se nella bibliografia di Alex Cousseau non ci sono libri che i bambini non abbiano potuto apprezzare, pur nella loro complessità, da Dentro me a Il re senza reame, resto del mio parere: non tutti e 59 i sogni mi convincono appieno. Trovo più felici quelli in cui Cousseau si muove disinvolto sul sottile crinale tra realtà e assurdo, oppure quando gioca con il concetto di capovolgimento, oppure quando passa repentino da un'idea a una concretezza, da una forma grafica alla sua concettualizzazione più estrema.
 

 
Ecco in questi esiste un quid accessibile che li possono far diventare terreno di confronto, a casa o a scuola, in una lettura centellinata e condivisa. Potrebbe essere bello ragionare con bambini e bambine del silenzio dei sassi a cui raccontare le proprie confidenze, oppure della necessità che abbiamo degli altri per ricordarci chi siamo. Potrebbe essere bello infilarsi nei tanti giochi che lo yeti immagina sulla forma delle lettere che si generano sotto i nostri occhi.
Provare, non resta altro da fare.


Carla

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