mercoledì 6 ottobre 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

AL DI LÀ DEGLI ALBERI
 
La bambina e la volpe, Kimiko Aman, Komako Sakai 
(trad. Roberta Tiberi)
Kira Kira 2021


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)


"Ci siamo addentrati in una zona piena di erba d’argento e abbiamo trovato una piccola strada. 'Non ricordavo che qui ci fosse un sentiero.'
Proseguendo abbiamo sentito voci allegre ridere e cantare. Sembrava la canzone del salto con la corda. 'Onda grande, onda piccola, fai un giro, occhi di volpe.' Ma la canzone non diceva occhi di gatto?
Che sorpresa, dei cuccioli di volpe saltavano la corda! Io e Ken, ci siamo subito nascosti dietro gli alberi. "


Rie, una bambina dai lunghi capelli biondi tenuti composti da un nastro rosa, sta finendo la merenda con il suo fratellino Ken, quando si accorge di aver dimenticato al parco la sua corda per saltare. Da questo a infilarsi di nuovo le scarpe e uscire, con il piccolino dietro, passa un soffio. 
 

Al parco la corda, appesa al ramo dove lei l'aveva lasciata, non c'è. Sebbene non ci sia nessuno in vista, tuttavia in lontananza si sentono delle risa cristalline: forse qualcuno dei loro amici ha preso la corda e ci sta giocando un poco più in là.
Forse. 
L'unica cosa da fare è seguire il suono e spingersi ai confini del parco giochi, tra gli alberi, per un sentiero mai visto. Lì i due fratellini assistono a qualcosa di davvero meraviglioso: dieci piccole volpi stanno saltando a corda, cantando la canzone delle volpi che saltano a corda e che è un po' diversa da quella che cantano i bambini che saltano a corda. 
Se Ken non avesse fatto una risatina di troppo per una volpe che ha appena inciampato, loro non si sarebbero accorte dei due bambini nascosti.
Ora che sono state scoperte, non resta che giocare assieme e magari insegnare alla piccole volpi che la coda è meglio tenerla più vicino alla schiena.
Quando il sole va giù anche per le volpi arriva il tempo di tornare a casa. E la corda su cui è inciso il nome Rie tornerà nelle mani della sua legittima proprietaria, la bambina, oppure resterà in quelle della sua omonima volpacchiotta a cui la dea ha esaudito il desiderio di averne una tutta sua?
 
Da un lato le parole di Kimiko Aman e dall'altra le tavole di Komako Sakai raccontano un minuscolo momento di un pomeriggio qualsiasi che si trasforma in un prodigio. Così accade nella vita dei bambini: nello spazio di un istante dalla normalità può zampillare la meraviglia, come se niente fosse. Il confine tra la noia e lo stupore è così sottile... basta solo fare un passo e attraversarlo. 



Il mondo di qua è quello conosciuto con una casa e un parco dei giochi, dove anche i suoni sembrano essere tutti noti: quelle voci saranno di Taku e gli altri oppure del gruppo di Miko; il mondo di là è invece una radura nascosta tra gli alberi, oltre il confine di ciò che loro conoscono. I due fratellini, nel mondo di qua, si muovono in assoluta sicurezza, di quell'angolino tra altalene e scivoli conoscono ogni dettaglio. Eppure percepiscono che c'è anche un mondo di là.
Di quello non sanno nulla e neanche conoscono la strada per arrivarci: quel sentiero con l'erba che diventa d'argento non lo avevano mai notato...
Ma i bambini, si sa, di istinto vanno a vedere, valicano, scavalcano, varcano esplorano ben oltre la realtà. E se li si lascia fare, lo fanno ben volentieri. E poi sanno anche tornare indietro. Si potrebbe dire, con buona pace dei prudenti, che di attraversare il bosco ne hanno gran necessità.
I due fratellini, con età e modalità di parola e azione lievemente diverse tra loro - in questo è sapiente il testo di Kimiko Aman - sono pronti ad accettare anche l'incredibile. Questo è uno dei grandi poteri dell'infanzia: essere nuovi alla vita e non dare limiti alle possibilità. Non ne conoscono la finitezza.
 

Quindi il passaggio da un parco con i bambini a uno con le volpi cucciole, stupisce in un primo momento, poi nel solito soffio diventa del tutto normale. Dialogare con loro, condividere il gioco di saltare a corda, dare loro consigli su come tenere la coda. Solo nel momento dell'immedesimazione assoluta tra il sé bambino e quello del cucciolo, e forse nel passaggio del gioco dalle mani dell'una alle zampe dell'altra, si crea un brivido. Ma dura un soffio anche questo.
 

Sull'arte di Komako Sakai non si può non concordare sulla sua capacità di raffigurare l'infanzia in movimento (pochi lo sanno fare bene), sulla sua capacità di non apparire mai condiscendente nonostante racconti per immagini il mondo dei piccolissimi; al contrario di mostrarsi quasi ruvida nelle sue superfici scabre, lavorate ad acrilico nei suoi tratti mossi e ripetuti, pastosi pastelli a olio (qui si aggiunge il pennino magenta del nastro tra i capelli), ma nel contempo di saper raggiungere grandi profondità con l'onestà di pensiero che la assimila ai suoi piccoli personaggi.
 
 
Come tutti i bambini, anche lei sa essere semplice, ma anche molto intensa e di certo inconfondibile.
 
Carla


 

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