AL DI LÀ DEGLI ALBERI
La bambina e la volpe,
Kimiko Aman, Komako Sakai
(trad. Roberta Tiberi)
Kira Kira 2021
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3
anni)
"Ci siamo addentrati in una
zona piena di erba d’argento e abbiamo trovato una piccola strada.
'Non ricordavo che qui ci fosse un sentiero.'
Proseguendo abbiamo sentito voci
allegre ridere e cantare.
Sembrava la canzone del salto con la
corda.
'Onda grande, onda piccola, fai un giro, occhi di volpe.' Ma
la canzone non diceva occhi di gatto?
Che sorpresa, dei cuccioli di volpe
saltavano la corda!
Io e Ken, ci siamo subito nascosti dietro gli alberi.
"
Rie, una bambina
dai lunghi capelli biondi tenuti composti da un nastro rosa, sta
finendo la merenda con il suo fratellino Ken, quando si accorge di
aver dimenticato al parco la sua corda per saltare. Da questo a
infilarsi di nuovo le scarpe e uscire, con il piccolino dietro, passa
un soffio.
Al parco la corda, appesa al ramo dove lei l'aveva
lasciata, non c'è. Sebbene non ci sia nessuno in vista, tuttavia in
lontananza si sentono delle risa cristalline: forse qualcuno dei loro
amici ha preso la corda e ci sta giocando un poco più in là.
Forse.
L'unica cosa da
fare è seguire il suono e spingersi ai confini del parco giochi, tra
gli alberi, per un sentiero mai visto. Lì i due fratellini assistono
a qualcosa di davvero meraviglioso: dieci piccole volpi stanno
saltando a corda, cantando la canzone delle volpi che saltano a corda
e che è un po' diversa da quella che cantano i bambini che saltano a
corda.
Se Ken non avesse
fatto una risatina di troppo per una volpe che ha appena inciampato,
loro non si sarebbero accorte dei due bambini nascosti.
Ora che sono state
scoperte, non resta che giocare assieme e magari insegnare alla
piccole volpi che la coda è meglio tenerla più vicino alla schiena.
Quando il sole va
giù anche per le volpi arriva il tempo di tornare a casa. E la corda
su cui è inciso il nome Rie tornerà nelle mani della sua legittima
proprietaria, la bambina, oppure resterà in quelle della sua
omonima volpacchiotta a cui la dea ha esaudito il desiderio di averne
una tutta sua?
Da un lato le
parole di Kimiko Aman e dall'altra le tavole di Komako Sakai
raccontano un minuscolo momento di un pomeriggio qualsiasi che si
trasforma in un prodigio. Così accade nella vita dei bambini: nello
spazio di un istante dalla normalità può zampillare la meraviglia,
come se niente fosse. Il confine tra la noia e lo stupore è così
sottile... basta solo fare un passo e attraversarlo.
Il mondo di qua
è quello conosciuto con una casa e un parco dei giochi, dove anche i
suoni sembrano essere tutti noti: quelle voci saranno di Taku e gli
altri oppure del gruppo di Miko; il mondo di là è invece una radura
nascosta tra gli alberi, oltre il confine di ciò che loro conoscono.
I due fratellini, nel mondo di qua, si muovono in assoluta sicurezza,
di quell'angolino tra altalene e scivoli conoscono ogni dettaglio.
Eppure percepiscono che c'è anche un mondo di là.
Di quello non sanno
nulla e neanche conoscono la strada per arrivarci: quel sentiero con
l'erba che diventa d'argento non lo avevano mai notato...
Ma i bambini, si
sa, di istinto vanno a vedere, valicano, scavalcano, varcano
esplorano ben oltre la realtà. E se li si lascia fare, lo fanno ben
volentieri. E poi sanno anche tornare indietro. Si potrebbe dire, con
buona pace dei prudenti, che di attraversare il bosco ne hanno gran
necessità.
I due fratellini,
con età e modalità di parola e azione lievemente diverse tra loro -
in questo è sapiente il testo di Kimiko Aman - sono pronti ad
accettare anche l'incredibile. Questo è uno dei grandi poteri
dell'infanzia: essere nuovi alla vita e non dare limiti alle
possibilità. Non ne conoscono la finitezza.
Quindi il passaggio
da un parco con i bambini a uno con le volpi cucciole, stupisce in un
primo momento, poi nel solito soffio diventa del tutto normale.
Dialogare con loro, condividere il gioco di saltare a corda, dare
loro consigli su come tenere la coda. Solo nel momento
dell'immedesimazione assoluta tra il sé bambino e quello del
cucciolo, e forse nel passaggio del gioco dalle mani dell'una alle
zampe dell'altra, si crea un brivido. Ma dura un soffio anche questo.
Sull'arte di Komako
Sakai non si può non concordare sulla sua capacità di raffigurare
l'infanzia in movimento (pochi lo sanno fare bene), sulla sua
capacità di non apparire mai condiscendente nonostante racconti per
immagini il mondo dei piccolissimi; al contrario di mostrarsi quasi
ruvida nelle sue superfici scabre, lavorate ad acrilico nei suoi
tratti mossi e ripetuti, pastosi pastelli a olio (qui si aggiunge il
pennino magenta del nastro tra i capelli), ma nel contempo di saper
raggiungere grandi profondità con l'onestà di pensiero che la
assimila ai suoi piccoli personaggi.
Come tutti i bambini, anche lei
sa essere semplice, ma anche molto intensa e di certo inconfondibile.
Carla
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