mercoledì 20 ottobre 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IN ATTESA

La mamma ha fatto tardi, Izumi Motoshita, Chiaki Okada
(trad. Roberta Tiberi)
Kira Kira 2021


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)


"'Kana tu non piangi vero?' domanda Orsetto. 'Sì non piango. Quando ero nella sezione degli Scoiattoli la mamma ha fatto tardi perché si è rotto il treno.'
'Forse il treno si è rotto di nuovo' dice Orsetto".


Kana è seduta, ormai da sola perché tutti gli altri bambini sono già andati via, sul pavimento della sua scuola materna. Con lei ci sono la maestra Akiko e l'Orsacchiotto. Entrambi la rassicurano sul fatto che la mamma starà certo per arrivare. 
 

Kana non piange e non si dispera perché sa che la sua mamma potrebbe aver avuto diversi contrattempi che la fanno ritardare: il treno rotto - ma a quello metteranno rimedio gli animali forzuti che lo spingeranno fino in stazione - oppure l'indecisione davanti a quale torta comprare, oppure ancora i palloncini che la sollevano da terra e la portano in alto, dove però ci saranno gli uccellini a guidarla nella direzione giusta, verso la scuola di Kana.
E così di fantasia in fantasia il tempo passa...
 
Nelle poche righe che Izumi Motoshita scrive alla fine dell'albo si riconosce quella sensazione di disagio che si prova nell'arrivare tardi a prendere un bambino a scuola, nell'immaginarlo da solo e magari anche un po' preoccupato, ma si dice anche che a questo imbarazzo si può porre rimedio.
 

Ad aspettare non si è mai da soli perché dall'altro capo c'è sempre qualcuno che deve arrivare. Mentre si è lì in attesa ci si trova avvolti nell'incertezza che si può maneggiare in vario modo: avvolgerla nell'ansia e nella preoccupazione con l'effetto di rendere i minuti eterni, oppure la si può trasformare, come fa Kana, in piccole storie che del tempo che passa hanno bisogno per crescere e mettere radici. E mentre c'è qualcuno che aspetta, dall'altra parte c'è qualcuno che corre e che cerca di accorciare la sensazione di attesa, immaginando e progettando piccole azioni positive, che hanno lo scopo di ripristinare l'armonia tra chi aspetta e chi tarda ad arrivare.
"Strada facendo, tutta presa dal pensiero dell'intenso programma della serata (le compere, la cena, il bagno e a letto di buon'ora) speravo che fossero [le sue due bambine] di buon umore, e che non piangessero."
 

Il tema dell'attesa è gigantesco e ci riguarda, grandi e piccoli, da ancora prima di nascere. Ha il pregio di essere una sensazione fatta di tensione, ma soprattutto di desiderio e quindi di immaginazione. E non parrebbe un caso che Chaki Okada chiuda con un'ultima tavola in cui in posizione di attesa non c'è più Kana, ma Orsetto.
Autenticità e delicatezza del testo hanno un loro corrispettivo nelle immagini. Il segno pastoso delle matite e una indubbia capacità di rendere in modo mimetico i volumi, i corpi, le luci e le ombre, di costruire gli incroci degli sguardi, rendono le tavole particolarmente adatte a uno sguardo di piccoli lettori. C'è un grande equilibrio compositivo nell'uso dello spazio della doppia pagina e una sapiente relazione, anche di contrappunto, tra ciò che sentiamo e ciò che vediamo, tra immagine e testo.
Si comincia con una veduta all'esterno della scuola dove i bambini sono ritratti da soli o in piccoli gruppi, ma sempre con degli adulti intorno e il titolo che in qualche modo smentisce ciò che vediamo.
Con il giro di pagina, invece, il titolo prende senso, perché quello che si vede è una grande e semivuota aula di scuola e in un angolo la piccola Kana con l'orsetto tra le mani e la maestra china su di lei (qui gli sguardi rassicurano). Quando il testo, invece, costruisce un dialogo tra la bimba e il suo pupazzo, lo sguardo si concentra solo su di loro.
Le sei tavole successive sono piene di aria e di spazio per permettere alle tre fantasie di Kana di prendere forma.
Poi si ritorna alla realtà della classe e, in corrispondenza del climax, il nostro sguardo coincide per ben due pagine con quello di chi sta varcando la porta in quell'istante, nascondendoci tutto il resto.
 

Il racconto si va a chiudere con la raffigurazione di una 'affettuosa' trattativa di risarcimento che si spegne in un bel silenzio di un orsacchiotto che comincia il suo turno di attesa.
 
Carla
 
Noterella al margine. E per rimanere in tema, ci mettiamo in attesa degli altri libri di Chiaki Okada.

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