IN ATTESA
La mamma ha fatto tardi, Izumi
Motoshita, Chiaki Okada
(trad. Roberta Tiberi)
Kira Kira 2021
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"'Kana tu non piangi vero?'
domanda Orsetto. 'Sì non piango. Quando ero nella sezione degli
Scoiattoli la mamma ha fatto tardi perché si è rotto il treno.'
'Forse il treno si è rotto di
nuovo' dice Orsetto".
Kana è seduta,
ormai da sola perché tutti gli altri bambini sono già andati via,
sul pavimento della sua scuola materna. Con lei ci sono la maestra
Akiko e l'Orsacchiotto. Entrambi la rassicurano sul fatto che la
mamma starà certo per arrivare.
Kana non piange e non si dispera
perché sa che la sua mamma potrebbe aver avuto diversi contrattempi
che la fanno ritardare: il treno rotto - ma a quello metteranno
rimedio gli animali forzuti che lo spingeranno fino in stazione -
oppure l'indecisione davanti a quale torta comprare, oppure ancora i
palloncini che la sollevano da terra e la portano in alto, dove però
ci saranno gli uccellini a guidarla nella direzione giusta, verso la
scuola di Kana.
E così di fantasia
in fantasia il tempo passa...
Nelle poche righe
che Izumi Motoshita scrive alla fine dell'albo si riconosce quella
sensazione di disagio che si prova nell'arrivare tardi a prendere un
bambino a scuola, nell'immaginarlo da solo e magari anche un po'
preoccupato, ma si dice anche che a questo imbarazzo si può porre
rimedio.
Ad aspettare non si
è mai da soli perché dall'altro capo c'è sempre qualcuno che deve
arrivare. Mentre si è lì in attesa ci si trova avvolti
nell'incertezza che si può maneggiare in vario modo: avvolgerla
nell'ansia e nella preoccupazione con l'effetto di rendere i minuti
eterni, oppure la si può trasformare, come fa Kana, in piccole
storie che del tempo che passa hanno bisogno per crescere e mettere radici. E mentre c'è qualcuno che aspetta,
dall'altra parte c'è qualcuno che corre e che cerca di accorciare la
sensazione di attesa, immaginando e progettando piccole azioni
positive, che hanno lo scopo di ripristinare l'armonia tra chi
aspetta e chi tarda ad arrivare.
"Strada facendo, tutta presa
dal pensiero dell'intenso programma della serata (le compere, la
cena, il bagno e a letto di buon'ora) speravo che fossero
[le sue due bambine] di buon umore, e che non piangessero."
Il tema dell'attesa
è gigantesco e ci riguarda, grandi e piccoli, da ancora prima di
nascere. Ha il pregio di essere una sensazione fatta di tensione, ma
soprattutto di desiderio e quindi di immaginazione. E non parrebbe un
caso che Chaki Okada chiuda
con un'ultima tavola in cui in posizione di attesa non c'è più
Kana, ma Orsetto.
Autenticità e
delicatezza del testo hanno un loro corrispettivo nelle immagini. Il
segno pastoso delle matite e una indubbia capacità di rendere in
modo mimetico i volumi, i corpi, le luci e le ombre, di costruire gli
incroci degli sguardi, rendono le tavole particolarmente adatte a uno
sguardo di piccoli lettori. C'è un grande equilibrio compositivo
nell'uso dello spazio della doppia pagina e una sapiente relazione,
anche di contrappunto, tra ciò che sentiamo e ciò che vediamo, tra
immagine e testo.
Si comincia con una
veduta all'esterno della scuola dove i bambini sono ritratti da soli
o in piccoli gruppi, ma sempre con degli adulti intorno e il titolo
che in qualche modo smentisce ciò che vediamo.
Con il giro di
pagina, invece, il titolo prende senso, perché quello che si vede è
una grande e semivuota aula di scuola e in un angolo la piccola Kana
con l'orsetto tra le mani e la maestra china su di lei (qui gli
sguardi rassicurano). Quando il testo, invece, costruisce un dialogo
tra la bimba e il suo pupazzo, lo sguardo si concentra solo su di
loro.
Le sei tavole
successive sono piene di aria e di spazio per permettere alle tre
fantasie di Kana di prendere forma.
Poi si ritorna alla
realtà della classe e, in corrispondenza del climax, il nostro
sguardo coincide per ben due pagine con quello di chi sta varcando la
porta in quell'istante, nascondendoci tutto il resto.
Il racconto si va a
chiudere con la raffigurazione di una 'affettuosa' trattativa di
risarcimento che si spegne in un bel silenzio di un orsacchiotto che
comincia il suo turno di attesa.
Carla
Noterella al margine. E per rimanere in tema, ci mettiamo in attesa degli altri libri di Chiaki Okada.
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