lunedì 8 novembre 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

MEMORIE DI UN BAMBINO 

Avventure di un ottenne. Con due fratelli più grandi
Valentina Pellizzoni, Miriam Serafin 
Edizioni Corsare, 2021 



NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni in su) 

"Rimango lì, quei pomeriggi, seduto. Leggo i fumetti. Poi guardo dalla finestra. Mangio pane e marmellata. Mi risiedo sul divano. E alla fine mi decido. 
Grido verso le camere: 
'Qualcuno vuole giocare con me?'
Quando vogliono essere gentili, i miei fratelli rispondono: 
'No, sto facendo i compiti!' 
'No, sto guardando un video!' 
'No, adesso vado a farmi una doccia!' 
'Ma quante docce si fanno questi due?' 
Quando sono poco gentili con me rispondono: 
'No.' 
E basta." 
 
E' uno dei pomeriggi di noia in cui neanche i giochi immaginari su e giù per lo schienale del grande divano, con travestimenti o senza, possono portarlo altrove a questo ragazzino di otto anni. Non che in quella casa manchino le occasioni per potersi divertire: vari gatti all'interno, quattro galline all'esterno, che razzolano spensierate un gran giardino, dove si possono trovare animali che fingono di essere morti, altri animali che invece sono vivi e vegeti, come api e vespe, lucertole con e senza coda, cavallette e grilli talpa. 
Però nei pomeriggi di noia sono proprio i due fratelli maggiori, Edo e Nico, a mancargli di più. Soprattutto perché il più piccolo di casa comincia ad avere il sospetto che le loro vite si stiano un po' differenziando. Un po' troppo, dal suo punto di vista, visto che il più grande, a quattordici anni, gira ormai con una fidanzata e il mediano, dall'alto dei suoi undici anni, deve studiare e studiare, magari sdraiato a pancia a terra con molti gatti intorno, però è sempre un gran studiare perché le medie non perdonano. 
Le giornate di questo ragazzino: a scuola, dove alterna la paura di dire a Cami che la ama alla sicurezza di dire ai compagni 'chiaro e tondo' che il suo colore preferito è il rosa; e poi a casa fuori in giardino con le sue bestie, dentro con il divano e due fratelli. Di sottofondo, ogni tanto, la voce del nonno. E giorno dopo giorno si cresce. 

La casa con le grandi finestre, il divano (enorme, a elle), il giardino intorno, i gatti, le galline, i fratelli (anche se con nomi diversi), il cesto dei travestimenti, il rosa, i fiori, i vestiti ereditati, la fidanzata, la filosofia, l'ironia, la voce di un anziano che gironzola nei pressi, i giri in bici con gli amici, le bambole e la cucinetta coi pentolini sono tutti pezzi di una infanzia vera che una madre con il talento per il racconto, con una buona capacità di osservazione e una rara sensibilità nel leggere le cose e nel togliersi di mezzo quando c'è da farlo, ha messo nero su bianco. E tutto questo è diventato un libro: con la copertina rosa in onore del protagonista. 
Piuttosto complicato provare a dirne qualcosa, lasciando fuori quella parte di sé che tutto questo lo ha visto di persona, ma ci si può provare. 
Sulla scrittura mi pare si riconfermi quella piacevole leggerezza, figlia del racconto orale, dalla quale però traspare, con lo scorrere delle pagine, una bella profondità di pensiero, cura e attenzione per ciò che le sta intorno, e anche una grande abilità a tenere a bada la sua voce da adulta. 
Di adulta osservatrice, direttamente interessata. 
Nessun cedimento al giudizio (ci sarebbe stato da stupirsi del contrario) o alla retorica. Solo di rado, qualche gigioneria, ossia qualche sovrabbondanza, che si dimentica presto, nel godersi qui e là un lessico che si può definire con sicurezza 'famigliare'. "Quando dice 'per favore' non tira un'aria serena..." 
Sul punto di vista, si può dire ogni bene: lo sguardo di chi scrive è attento e si focalizza con rigore sui tre fratelli, come è giusto che sia. 
Gli adulti, e in particolare i genitori, sono di fatto assenti, salvo intervenire per necessità per il trasporto di un figlio e di due mozziconi di denti in una tazzina piena di latte. L'unica voce matura è quella di un nonno che fisicamente non appare, ma la cui presenza interiore gioca un ruolo importante per quel ragazzino. Come accade anche in molte altre case. 
Il racconto che è organizzato in episodi quasi del tutto autoportanti, sette per la precisione, con una unica voce narrante, quella del piccolo, offre ai lettori un pezzettino della sua vita, dei suoi rapporti interpersonali con i fratelli, che evidentemente rappresentano e occupano una porzione importante e significativa delle sue ore di veglia. 
Grandiosi e struggenti sono i due racconti dedicati rispettivamente alla fidanzata e ai denti rotti. 
Nel primo c'è una verità incontrovertibile - i fratelli maggiori diventano grandi prima dei fratelli minori e qualcosa fa cric e li separa (almeno per un po'). Raccontata con grazia, attraverso una sequenza di piccoli gesti: il correre al frigo per cercare i wurstel da condividere come si fa di solito quando si accende un fuoco in giardino, il correre saltellando verso i due fidanzati, l'essere incenerito da uno sguardo, smettere di saltellare, rallentare e poi girarsi sui propri passi e tornare verso il frigo con i wurstel in mano... 
Nel secondo, invece, c'è incastonata una gemma luminosa di affetto (fraterno). 
La tristezza di Edo che, con i due denti rotti, seduto al tavolo di cucina si lamenta come un micio piccolo... "Quando Edo è triste gli si allargano gli occhi. Diventano enormi e tu, quando lo guardi, vedi solo i suoi occhi." 
Ecco, per chiudere il cerchio: come quelli di Edo triste, devo tornare ancora sugli occhi e sulla cura dello sguardo.
A guidare gli occhi, c'è lo sguardo e a guidare lo sguardo c'è la cura. 
Ancora una volta, sono proprio gli occhi che si allargano, che diventano enormi, gli strumenti che Valentina Pellizzoni ha utilizzato di più per scrivere questo testo. E se un cincino di cura in più ci fosse stata nella confezione, il libro tutto rosa sarebbe stato ancora più bello di quello che già è.
Attraverso le 'memorie' di questo bambino, leggendo cosa passa per la sua testa, ma anche scoprendo quale sia la sua percezione degli altri, in particolare di Edo e di Nico, o ancora nelle cose che quotidianamente fa con e senza di loro- dal passeggiare in lungo e in largo (saltare, scavalcare, cadere) sul divano al gironzolare per il giardino in cerca di cose vive che si muovono al farsi una partita a un gioco in scatola - l'adulto lettore si godrà, come avendolo davanti agli occhi, quello stato di grazia che è essere bambini tra bambini e essere fratelli tra fratelli. 
Naturalmente i lettori bambini, che invece in questo stato di grazia ci dentro fino al collo e non lo possono vedere, se ne infischieranno di tutto questo e andranno diritti a ridere (e anche un po' a pensare) delle (dis)avventure di uno di loro. 

Carla

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