Nonna Gnocchi, Pizza, streghe e rivoluzione!, Susie Morgenstern (trad. Mara Dompè)
Biancoenero edizioni 2022
NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)
"'Mamma, te lo dico chiaro e tondo: non ci vado.' 'E io te lo ripeto altrettanto chiaramente: ci vai, punto e basta. Non ho altre soluzioni.'
'E le colonie estive?' 'Pensavo che le detestassi.'
'Sì è vero, ma detesto ancora di più Mémé.'
'Ma dai! NESSUNO detesta la propria nonna!'
'Non c'è però una legge che dice che la devo amare.'"
Confiance, nove anni, sta cercando in tutti i modi di smarcarsi dal programma che sua madre ha organizzato per lui: l'intero mese di agosto con sua nonna, mentre lei va in viaggio con il suo nuovo fidanzato. Piuttosto Confiance sarebbe disposto anche a stare un intero mese da solo, ma no: sua madre è inamovibile sulla decisione presa. C'è la prigione per chi lascia un minore incustodito...
Quindi è deciso: un mese con Mémé. Il fatto è che anche Mémé sta programmando una vacanza e anche lei la sta organizzando con il suo nuovo fidanzato. Ma nella casa in Italia, a Triora, dove lui l'ha invitata c'è posto anche per Confiance e quindi nulla osta. Forse si apre uno spiraglio, perché Eustachio, così si chiama l'anzianotto signore, è anche ospitale, gentile e soprattutto un drago ai fornelli.
Questa è la storia della loro vacanza, di quella di Eustachio, della sua nipotina Kitti, e di un certo numero di altre persone.
Centotré pagine di soli dialoghi: una lettura mozzafiato..
Attraverso il dialoghi serrati tra madre e figlio apprendiamo che l'uno - almeno in apparenza - detesta l'altra, se non altro per avergli dato quel nome assurdo. Capiamo che di sua nonna non apprezza la cucina, che lo spaventa l'idea che una anziana signora abbia ancora voglia di avere un fidanzato (per farci che, poi? Il solletico?). Capiamo che a sua madre non perdona di non averlo portato con sé a Londra, lui che ama solo le metropoli, Tokyo su tutte, ora è costretto a stare in un paesino di 200 anime nelle Alpi liguri. Ma apprendiamo anche che il rapporto che tiene insieme questi due è bello, pieno di pieghe e angoli nascosti, di affetto non sempre dichiarato, di sostanziale fiducia reciproca, nonostante tutto. E sopratutto è costruito sulla lealtà e sull'onestà: i due si dicono tutto. Nel bene e nel male. Ben inteso, non sono alla pari nella gerarchia dei ruoli (e questa vacanza lo sta a dimostrare) ma se si guardano negli occhi, sanno di potersi fidare l'uno dell'altra.
Invece, attraverso i dialoghi tra nonna e nipote capiamo molto bene che tipo di nonna sia Mémé: le cose in cui è brava, quelle che non sa fare. Il suo essere così anticonvenzionale e così serena, nell'esserlo. Conosciamo la sua filosofia di vita che è fatta di ottimismo e di fiducia negli altri, cosa che cozza lievemente con il caratterino da eterno insoddisfatto di Confiance.
E ancora nei dialoghi tra madre e figlia si capisce che ognuna ha una sua indipendenza, anche psicologica, nei confronti dell'altra ma anche in questo caso traspare una grande disponibilità e fiducia reciproca, costruita nel tempo e anche questa sulle medesime basi di lealtà e di onestà.
I dialoghi tra i fidanzati 'vecchi' non sono poi molti, ma fanno trasparire una comunità di intenti, due caratteri diversi ma complementari. Circostanza che fa ben sperare che la loro storia possa avere un seguito.
I dialoghi tra Eustachio (pistacchio) e Confiance (spaghetto), dopo non molto, sono quelli tra un maestro e un allievo, allievo che - giorno dopo giorno - perde di riottosità e guadagna in stima verso il suo 'insegnante'.
I dialoghi tra Confiance e Kitti sono quelli tra due ragazzini di nove anni, di cui uno è maschio e l'altra è femmina. Kitti ha, fin dal principio, in pugno la situazione e non solo perché lei a Triora ci passa un mese all'anno da quando è nata, ma anche perché lei è, in quanto femmina, qualche passo avanti nel percorso di crescita e di conquista della propria autonomia. Confiance non ha che da andarle dietro e imparare, guardando come si fa.
Le conversazioni tra Eustachio, Mémé e Confiance sono illuminanti per riflettere su criteri educativi 'alternativi' a quelli che possono considerarsi più convenzionali. In perfetto stile 'Morgenstern'.
Mentre sulle uniche due conversazioni tra i quattro abitanti della grande casa di Triora non è possibile dire nulla per non togliere la sorpresa in chi lo leggerà. Basterà dire che segnano due punti chiave della storia e sono altrettanto illuminanti per ragionare su quale può essere un sano rapporto tra nonni e nipoti, lontano da ogni ingerenza genitoriale. A volersi fidare.
In questo centinaio di pagine c'è tutta la Morgenstern da amare. Tutta la sua ironia, tutto il suo punto di vista sempre originale. Lei, che è riconoscibile - secondo diverse percentuali - in tutti, ma proprio tutti i personaggi di questa storia, si riconferma ancora una volta una penna felice, piena di grandi e buone idee (compresa quella tutta visiva di dare le giuste voci a tutte le trentotto conversazioni che si susseguono senza soluzione di continuità e quella di commuovere chi legge in un libro tutto da ridere. E di farlo precisamente alla pagina 103, a una dozzina di righe dalla chiusura del libro).
Ancora una volta, brava Susie e brave Biancoenero che la pubblicano.
Carla
Noterella al margine. Questo librino andrebbe letto, a puntate, da un grande con un piccolo (non importa il tipo di relazione parentale o non che li tiene insieme). Ogni giorno, un pezzettino, per la durata di tutta una vacanza. Se non altro, per renderla indimenticabile.
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